Processo S&P, Prodi in Tribunale per testimoniare
Con lui Vegas e Susi della Consob e la signora del Debito pubblico, Maria Cannata
giovedì 19 novembre 2015
13.20
E' cominciata alle 11.40 l'udienza del processo Standard & Poor's, che vede alla sbarra cinque tra manager e analisti per presunte gravi manipolazioni del mercato tra il 2011 e il 2012. Il primo teste chiamato dal presidente del collegio del Tribunale di Trani, Giulia Pavese, è stata Maria Cannata, dirigente del Mef e responsabile del Debito pubblico per il dipartimento del Tesoro. Cannata ha iniziato la sua testimonianza.
Ma a palazzo di giustizia ci sono anche il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, e il funzionario Neomisio Susi (responsabile dell'ufficio Giudizi di rating). L'ex premier Romano Prodi è stato l'ultimo ad arrivare e dovrebbe essere anche l'ultimo a essere sentito. In mattinata, qualcuno ha approfittato del suo arrivo per una foto ricordo.
Il processo vede imputati cinque tra manager e analisti dell'agenzia di rating americana: l'ex presidente Deven Sharma, il responsabile per l'Europa, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. All'ultima udienza, il 24 settembre scorso, l'unico big arrivato nel palazzo di giustizia tranese è stato l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Piuttosto animata la deposizione di Cannata. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, la dirigente ha spiegato che un rating negativo «può anche avere effetti sulle aste dei titoli pubblici. Ma nelle aste può accadere di tutto. In alcuni casi – ha sottolineato - possono andare anche meglio». Ha ricordato in particolare che «nel luglio 2012, in occasione del declassamento operato da Moody's la mattina (quando non c'era obbligo di emettere rating a mercati chiusi), l'asta andò bene». E ha precisato come «un'azione negativa ha a lungo andare un effetto negativo. Non c'è però un effetto immediato».
Tema centrale della testimonianza di Cannata è stata sul presunto "pregiudizio" di Standard & Poor's nei confronti dell'Italia. La domanda è stata ritenuta "suggestiva" dalle difese e respinta dal giudice. Tuttavia Cannata ha spiegato che con S&P – con la quale l'Italia aveva un rapporto per il cosiddetto 'rating sollecitato' fino al 2010 – «c'è sempre stata un'enfatizzazione di aspetti critici rispetto all'Italia. Una volta che si risolveva un problema sul quale avevano battagliato a lungo, si rivolgevano ad altri problemi».
Alla domanda del pm «si può dire che per l'Italia S&P è la bestia nera?», Cannata ha ribadito che «c'era un'ipercriticità». «Ma S&P aveva pregiudizio?», ha insistito il pm. «Se un soggetto è ipercritico – ha detto Cannata - vuol dire che non c'è serenità nel giudizio. Per me questo è un pregiudizio».
La deposizione di Maria Cannata è terminata alle 15.30. E' stato subito chiamato Prodi, che - secondo quanto ha riferito il pm Ruggiero - «durerà non oltre 10 minuti».
Ma a palazzo di giustizia ci sono anche il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, e il funzionario Neomisio Susi (responsabile dell'ufficio Giudizi di rating). L'ex premier Romano Prodi è stato l'ultimo ad arrivare e dovrebbe essere anche l'ultimo a essere sentito. In mattinata, qualcuno ha approfittato del suo arrivo per una foto ricordo.
Il processo vede imputati cinque tra manager e analisti dell'agenzia di rating americana: l'ex presidente Deven Sharma, il responsabile per l'Europa, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. All'ultima udienza, il 24 settembre scorso, l'unico big arrivato nel palazzo di giustizia tranese è stato l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Piuttosto animata la deposizione di Cannata. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, la dirigente ha spiegato che un rating negativo «può anche avere effetti sulle aste dei titoli pubblici. Ma nelle aste può accadere di tutto. In alcuni casi – ha sottolineato - possono andare anche meglio». Ha ricordato in particolare che «nel luglio 2012, in occasione del declassamento operato da Moody's la mattina (quando non c'era obbligo di emettere rating a mercati chiusi), l'asta andò bene». E ha precisato come «un'azione negativa ha a lungo andare un effetto negativo. Non c'è però un effetto immediato».
Tema centrale della testimonianza di Cannata è stata sul presunto "pregiudizio" di Standard & Poor's nei confronti dell'Italia. La domanda è stata ritenuta "suggestiva" dalle difese e respinta dal giudice. Tuttavia Cannata ha spiegato che con S&P – con la quale l'Italia aveva un rapporto per il cosiddetto 'rating sollecitato' fino al 2010 – «c'è sempre stata un'enfatizzazione di aspetti critici rispetto all'Italia. Una volta che si risolveva un problema sul quale avevano battagliato a lungo, si rivolgevano ad altri problemi».
Alla domanda del pm «si può dire che per l'Italia S&P è la bestia nera?», Cannata ha ribadito che «c'era un'ipercriticità». «Ma S&P aveva pregiudizio?», ha insistito il pm. «Se un soggetto è ipercritico – ha detto Cannata - vuol dire che non c'è serenità nel giudizio. Per me questo è un pregiudizio».
La deposizione di Maria Cannata è terminata alle 15.30. E' stato subito chiamato Prodi, che - secondo quanto ha riferito il pm Ruggiero - «durerà non oltre 10 minuti».