Progetto «Costa Sud»: espropri per pubblica utilità e mare “negato”
Di Cugno: «I lavori rischiano di essere impediti dal ricorso innanzi al Tar proposto da sette proprietari»
martedì 14 novembre 2023
9.11
«I lavori previsti dall'amministrazione comunale per la messa in sicurezza e completamento del sentiero pedonale che dal lido Matinelle si indirizza verso il ponte Lama con un finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per 2.454.000 euro rischiano di essere impediti dal ricorso innanzi al Tar proposto da sette proprietari e notificato al Comune di Trani già dal 27 settembre 2023»: è quanto dichiara Claudio di Cugno dell'associazione Legambiente.
«La lamentata sperequazione tra le esigenze della collettività e quelle dei privati che subirebbero un esproprio di parti ritenute importanti delle loro proprietà induce invece a sospettare che si cerchi di ostacolare la realizzazione dei lavori sul litorale sud per garantire uno status quo che, da decenni, di fatto registra la privatizzazione a favore dei pochi che usufruiscono di accessi privati e sottratti alla collettività.
Legambiente Trani da sempre ha invocato e proposto soluzioni di contrasto all'intervenuta privatizzazione e aggressione al litorale, offrendo la piena collaborazione ad un piano di risanamento e contrasto alla privatizzazione del tratto di costa verso Bisceglie dove, ad oggi, con cancelli, strade sottratte alla comunità, opere private, muri e recinzioni si continua a negare il diritto di accesso al mare a tutti i cittadini.
Ancora una volta ci si confronta con gli interessi di chi intende impedire il diritto alla libera fruizione della risorsa mare e che invece, in nome dell'interesse generale, dovrebbero essere superati consentendo interventi di tutela anche, come sarebbe il caso e come previsto, mediante espropri per pubblica utilità che restituiscano alla comunità ed alla destinazione all'uso pubblico non solo il tratto ove è previsto il sentiero litorale ma anche qualche strada privata di accesso al mare.
Il ricorso al TAR operato da pochi contrasta con leggi e giurisprudenza che sanciscono come il singolo cittadino sia titolare di una posizione soggettiva a protezione del suo diritto di godere del mare o della spiaggia, collegandolo in particolare all'intrinseca funzione di uso pubblico del bene comune demanio marittimo, a prescindere dalla proprietà. Purtroppo un uso strumentale del ricorso alla magistratura amministrativa potrebbe ancora una volta consentire ai "soliti noti" di impedire la realizzazione di opere pubbliche e perpetuare ancora nel tempo l'accesso privato al litorale Sud.
Inoltre, gli interventi di messa in sicurezza della falesia, previsti da progetto, risultano essere fondamentali per garantire un accesso sicuro all'area costiera, ora e in futuro. E' necessario che i cittadini tornino a far sentire la propria voce per contrastare accessi a mare negati e privatizzazione, in favore invece di una pubblica e libera fruizione delle spiagge».
«La lamentata sperequazione tra le esigenze della collettività e quelle dei privati che subirebbero un esproprio di parti ritenute importanti delle loro proprietà induce invece a sospettare che si cerchi di ostacolare la realizzazione dei lavori sul litorale sud per garantire uno status quo che, da decenni, di fatto registra la privatizzazione a favore dei pochi che usufruiscono di accessi privati e sottratti alla collettività.
Legambiente Trani da sempre ha invocato e proposto soluzioni di contrasto all'intervenuta privatizzazione e aggressione al litorale, offrendo la piena collaborazione ad un piano di risanamento e contrasto alla privatizzazione del tratto di costa verso Bisceglie dove, ad oggi, con cancelli, strade sottratte alla comunità, opere private, muri e recinzioni si continua a negare il diritto di accesso al mare a tutti i cittadini.
Ancora una volta ci si confronta con gli interessi di chi intende impedire il diritto alla libera fruizione della risorsa mare e che invece, in nome dell'interesse generale, dovrebbero essere superati consentendo interventi di tutela anche, come sarebbe il caso e come previsto, mediante espropri per pubblica utilità che restituiscano alla comunità ed alla destinazione all'uso pubblico non solo il tratto ove è previsto il sentiero litorale ma anche qualche strada privata di accesso al mare.
Il ricorso al TAR operato da pochi contrasta con leggi e giurisprudenza che sanciscono come il singolo cittadino sia titolare di una posizione soggettiva a protezione del suo diritto di godere del mare o della spiaggia, collegandolo in particolare all'intrinseca funzione di uso pubblico del bene comune demanio marittimo, a prescindere dalla proprietà. Purtroppo un uso strumentale del ricorso alla magistratura amministrativa potrebbe ancora una volta consentire ai "soliti noti" di impedire la realizzazione di opere pubbliche e perpetuare ancora nel tempo l'accesso privato al litorale Sud.
Inoltre, gli interventi di messa in sicurezza della falesia, previsti da progetto, risultano essere fondamentali per garantire un accesso sicuro all'area costiera, ora e in futuro. E' necessario che i cittadini tornino a far sentire la propria voce per contrastare accessi a mare negati e privatizzazione, in favore invece di una pubblica e libera fruizione delle spiagge».