Prossima chiusura del passaggio a livello. Articolo97: mancheranno marciapiedi, segnaletica e illuminazione per i pedoni

«Il quartiere Stadio di Trani è e sarà sempre più ghettizzato»

lunedì 18 novembre 2024 9.50
«Abbiamo avuto notizia dei molteplici esposti inviati dai cittadini del quartiere "Stadio" di Trani, già ghettizzato per l'attraversamento della linea ferroviaria, in merito alla totale assenza di opere di urbanizzazione del territorio»: lo dichiarano in una nota Giuseppe Curci, Raffaele Covelli, Avv. Alessandro Moscatelli.

«È insensata la pretesa di riqualificare la zona retrostante la stazione ferroviaria con il famoso progetto faraonico da cinque milioni e mezzo di euro senza pensare minimamente alla esecuzione delle opere più elementari per favorire la circolazione e la sicurezza dei pedoni che sono indispensabili e prioritarie rispetto ai lavori dei sottopassi della stazione e di Via De Robertis. Le opere di cui al progetto PNRR riguarderanno esclusivamente la fascia contigua ai binari della stazione partendo da Via Togliatti per arrivare a Via Cappuccini, in buona parte sopraelevata rispetto al piano stradale.

I pedoni già ora, a causa della lunga durata della chiusura delle sbarre del passaggio a livello, sono costretti ad attraversare la linea ferroviaria utilizzando il ponticello ubicato in Via Verdi oppure il cosiddetto Ponte Romano nei pressi dell'entrata dei collettori alluvionali.

Questa esigenza aumenterà esponenzialmente quando si chiuderà il passaggio a livello per l'esecuzione delle opere del sottovia. La via del Ponte Romano non è provvista di marciapiedi, di segnaletica orizzontale e verticale, di adeguata illuminazione e, in caso di precipitazioni meteoriche, è impraticabile a piedi, se non inzuppandosi, per non parlare della situazione sotto il ponte. Le vie Togliatti e Verdi sono prive di segnaletica e di marciapiedi se non in alcuni punti.

Invitiamo l'amministrazione a procedere alle opere minime necessarie, non essendo possibile che a poche centinaia di metri dal centro esistano zone così urbanisticamente degradate. Se proprio si voleva accedere a finanziamenti per riqualificare le periferie, forse, si doveva pensare anche alla zona lungo la ferrovia non a confine con i binari ma sulla sede stradale».