«Recuperiamo il vero significato del Natale»
Gli auguri dell’Arcivescovo
giovedì 24 dicembre 2009
«Carissimi fratelli cristiani e uomini di buona volontà, Natale è la nostra rigenerazione ed è l'inizio della nostra fede in Dio salvatore. Ogni anno celebriamo questa realtà.
"Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (Lc 2, 6-7). Non è la citazione di una fiaba, ma il fatto che lo storico evangelista Luca narra della vicenda di Giuseppe e di Maria, ambedue di Nazareth e del casato di Davide.
Quel bambino è Gesù, il figlio dell'Altissimo, l'erede del trono di Davide che non avrà fine (Cfr. Lc 1, 30-33). La storia di quel Bambino è la storia della nostra salvezza. Vivrà nel nascondimento di Nazareth per trent'anni (cfr. Lc 2, 39-40). Si manifesterà come "Via – Verità – Vita", "Maestro e Signore", negli ultimi tre anni, quando "crocifisso, morto, sepolto", risorgerà al terzo giorno e mandando il suo Spirito insieme al Padre suo sulla Chiesa nascente, la renderà suo corpo mistico col compito di continuare la sua opera di salvezza sino ai confini della terra.
La celebrazione del Natale, pertanto, per noi cristiani è la professione di fede in Dio, il Verbo Incarnato, Salvatore del genere umano. La nostra preghiera in questo mese di dicembre secondo l'offerta quotidiana dell'Apostolato della preghiera ha questa intenzione particolare: "A Natale i popoli della terra riconoscano nel Verbo Incarnato il Salvatore del mondo".
Nella cultura alienante del nostro tempo il Natale, svuotato dalla fede, assume per lo più un significato di valori generici, come ad esempio solidarietà, fraternità, amicizia ed altro. Questo è già qualcosa, ma non tutto il valore del Natale: la nascita di Dio nella nostra natura umana, partecipandoci la sua natura divina nell'unica persona del Verbo Incarnato.
Dobbiamo, perciò, recuperare in pienezza il significato vero del Natale così come preghiamo nella Divina liturgia: "O Dio che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rigenerati e redenti, fa' che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana" (Oremus della Messa del giorno di Natale).
L'augurio natalizio che parte dal mio cuore è che possiate dire con me in questo anno sacerdotale così come diceva S. Giovanni Maria Vianney, il santo curato d'Ars dinnanzi a questo grande mistero, presente nell'Eucaristia: "Mio Dio, vi amo, fate crescere sempre di più il mio amore per voi, da ora fino alla morte!".
Auguri di vero Natale e per un Anno davvero nuovo!».
Giovanni Battista Pichierri
Arcivescovo
"Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (Lc 2, 6-7). Non è la citazione di una fiaba, ma il fatto che lo storico evangelista Luca narra della vicenda di Giuseppe e di Maria, ambedue di Nazareth e del casato di Davide.
Quel bambino è Gesù, il figlio dell'Altissimo, l'erede del trono di Davide che non avrà fine (Cfr. Lc 1, 30-33). La storia di quel Bambino è la storia della nostra salvezza. Vivrà nel nascondimento di Nazareth per trent'anni (cfr. Lc 2, 39-40). Si manifesterà come "Via – Verità – Vita", "Maestro e Signore", negli ultimi tre anni, quando "crocifisso, morto, sepolto", risorgerà al terzo giorno e mandando il suo Spirito insieme al Padre suo sulla Chiesa nascente, la renderà suo corpo mistico col compito di continuare la sua opera di salvezza sino ai confini della terra.
La celebrazione del Natale, pertanto, per noi cristiani è la professione di fede in Dio, il Verbo Incarnato, Salvatore del genere umano. La nostra preghiera in questo mese di dicembre secondo l'offerta quotidiana dell'Apostolato della preghiera ha questa intenzione particolare: "A Natale i popoli della terra riconoscano nel Verbo Incarnato il Salvatore del mondo".
Nella cultura alienante del nostro tempo il Natale, svuotato dalla fede, assume per lo più un significato di valori generici, come ad esempio solidarietà, fraternità, amicizia ed altro. Questo è già qualcosa, ma non tutto il valore del Natale: la nascita di Dio nella nostra natura umana, partecipandoci la sua natura divina nell'unica persona del Verbo Incarnato.
Dobbiamo, perciò, recuperare in pienezza il significato vero del Natale così come preghiamo nella Divina liturgia: "O Dio che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rigenerati e redenti, fa' che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana" (Oremus della Messa del giorno di Natale).
L'augurio natalizio che parte dal mio cuore è che possiate dire con me in questo anno sacerdotale così come diceva S. Giovanni Maria Vianney, il santo curato d'Ars dinnanzi a questo grande mistero, presente nell'Eucaristia: "Mio Dio, vi amo, fate crescere sempre di più il mio amore per voi, da ora fino alla morte!".
Auguri di vero Natale e per un Anno davvero nuovo!».
Giovanni Battista Pichierri
Arcivescovo