Recuperiamo l'epitaffio della Disfida

Appello dell'associazione Fare verde di Trani. Il tredici febbraio si celebra l'anniversario della Disfida di Barletta, tenutasi nel 1503

sabato 12 febbraio 2011
Il tredici febbraio si celebra l'anniversario della Disfida, tenutasi nel 1503 nella piana tra Corato ed Andria, in territorio di Trani (all'epoca dei fatti sotto la giurisdizione di Venezia) fra tredici cavalieri italiani ed altrettanti cavalieri francesi, durante l'assedio di Barletta. L'associazione tranese Fare Verde ha voluto celebrare la ricorrenza posando sotto il monumento che ricorda l'evento, situato a Trani, in contrada Sant'Elia. Il monumento fu eretto nel 1583 per volontà del duca d'Airola Ferrante Caracciolo, prefetto delle province di Bari e Otranto. Successivamente, furono aggiunti (nella metà dell' 800) i versi di Giovanni Bovio.

L'epitaffio versa in stato di totale abbandono. L'associazione Fare verde, in questi anni ha cercato di porre in evidenza la questione. Per farlo, annualmente provvede alla sua pulizia, sradicando le erbe infestanti che lo aggrediscono. Necessiterrebbe di una riqualificazione che possa prevedere sia il restauro lapideo del manufatto e sia delle soluzioni adatte per rendere fruibile il sito.

«Mai come quest'anno - spiega Andrea Moselli, referente di Fare Verde - nella ricorrenza della Disfida va colto un sottile messaggio che puo essere spunto di riflessione. In un'Italia lontana dal concetto di stato unitario, cavalieri italiani scesero in campo per dimostrare il proprio valore, difendendo l'onore della loro terra. Mentre ci apprestiamo a compiere i 150 anni dell'unità Italia fra giusti approfondimenti e pericolose distanze che alcuni vorrebbero o hanno espresso in questi giorni, i versi di Bovio sono carichi di un significato profondo quasi emozionante». Sul monumento si legge: «Tredici di ogni terra italiana, nell'unità nell'amore antico e tra due invasori provarono che dove l'animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono».

«Siamo tornati a rendere omaggio al dimenticato Epitaffio - prosegue Moselli - ritenendolo una testimonianza importante per la nostra storia locale ma sopratutto un'autentico simbolo della fratellanza, del sentirsi italiani».