Refezione scolastica, Biancolillo (Ncd): «Basta proclami inutili»
L'esponente del partito: «Diamo una data certa alle famiglie»
martedì 14 ottobre 2014
16.55
«Ad ottobre inoltrato non è ancora partito il servizio di refezione scolastica, un problema non ancora risolto diversamente da quanto era stato proclamato da questa amministrazione». Esordisce così Claudio Biancolillo, esponente del Nuovo Centro Destra tranese, sulle recenti evoluzioni del problema relativo alla mensa negli istituti d'istruzione cittadini.
«L'amministrazione comunale - continua Biancolillo - aveva infatti annunciato che il servizio di refezione scolastica sarebbe cominciato il 10 ottobre, sia per la scuola primaria che per la scuola dell'infanzia; così non è stato ma questo era facilmente prevedibile tant'è che lo preannunciai già il 20 settembre scorso quando parlai di "effetto annuncio" dell'Amministrazione destinato a fallire. Il disservizio è grave per vari aspetti e segnalo nuovamente alcuni dei problemi derivanti da questa disorganizzazione: i bambini hanno dei programmi didattici e sono fortemente penalizzati mentre le famiglie sono gravate dalla necessità di pagare baby-sitter o similari, chi paga e provvede?».
«Il risultato per i genitori è quindi sempre lo stesso: mettere mano al portafoglio per fronteggiare una situazione che ancora non trova soluzione. Come si fa a non rendersi conto dei disagi e delle enormi spese che le famiglie devono affrontare? I genitori che non hanno la fortuna di poter contare sull'aiuto dei nonni o di una rete familiare di supporto sono inoltre costretti a chiedere permessi lavorativi e a fare i salti mortali per conciliare il lavoro con gli orari di scuola. Genitori che si ritrovano a dover combattere ogni giorno con i problemi dovuti ad una scarsa attenzione degli amministratori e ad una completa assenza di quella volontà e di quell'impegno concreto che potrebbero migliorare la qualità di vita delle persone. Partendo dal presupposto che chi ha scelto di poter usufruire del tempo pieno sono maggiormente famiglie che hanno entrambi i genitori lavoratori, o comunque famiglie che ne hanno necessità per svariati motivi, quello che si chiede a questa amministrazione è che sia stabilita una data certa per l'inizio del servizio e non inutili proclami che danneggerebbero ulteriormente le famiglie».
«L'amministrazione comunale - continua Biancolillo - aveva infatti annunciato che il servizio di refezione scolastica sarebbe cominciato il 10 ottobre, sia per la scuola primaria che per la scuola dell'infanzia; così non è stato ma questo era facilmente prevedibile tant'è che lo preannunciai già il 20 settembre scorso quando parlai di "effetto annuncio" dell'Amministrazione destinato a fallire. Il disservizio è grave per vari aspetti e segnalo nuovamente alcuni dei problemi derivanti da questa disorganizzazione: i bambini hanno dei programmi didattici e sono fortemente penalizzati mentre le famiglie sono gravate dalla necessità di pagare baby-sitter o similari, chi paga e provvede?».
«Il risultato per i genitori è quindi sempre lo stesso: mettere mano al portafoglio per fronteggiare una situazione che ancora non trova soluzione. Come si fa a non rendersi conto dei disagi e delle enormi spese che le famiglie devono affrontare? I genitori che non hanno la fortuna di poter contare sull'aiuto dei nonni o di una rete familiare di supporto sono inoltre costretti a chiedere permessi lavorativi e a fare i salti mortali per conciliare il lavoro con gli orari di scuola. Genitori che si ritrovano a dover combattere ogni giorno con i problemi dovuti ad una scarsa attenzione degli amministratori e ad una completa assenza di quella volontà e di quell'impegno concreto che potrebbero migliorare la qualità di vita delle persone. Partendo dal presupposto che chi ha scelto di poter usufruire del tempo pieno sono maggiormente famiglie che hanno entrambi i genitori lavoratori, o comunque famiglie che ne hanno necessità per svariati motivi, quello che si chiede a questa amministrazione è che sia stabilita una data certa per l'inizio del servizio e non inutili proclami che danneggerebbero ulteriormente le famiglie».