"Caso Gal-Ponte Lama", la replica di Franco Altamura
Il consigliere: «Ecco la mia verità»
lunedì 27 ottobre 2014
10.18
Riceviamo e volentieri pubblichiamo – nel rispetto della legittima facoltà di replica – la nota del dott. Franco Altamura, cui riserviamo doverosamente la stessa rilevanza e lo stesso spazio dell'articolo apparso venerdì su questa testata.
Ciò a dimostrazione di quanto sia estraneo alla nostra cultura ogni intento di aggressione personale, che pure il dott. Altamura ci rivolge. Sorvoliamo pure, sulle affermazioni di "bieca strategia criminale" e di "violenta azione di delegittimazione politica" che esulano evidentemente dalle nostre valutazioni e dai nostri intenti.
Su una cosa però concordiamo con il dott. Altamura: l'ignoto ed anonimo mittente avrebbe potuto dimostrare un po' più di co…raggio e rivolgersi puntualmente all'autorità giudiziaria. Quanto all'articolista di TraniViva, va fatta salva la sua assoluta buona fede: una volta verificati i fatti oggetto dello "scomodo" plico, ha optato per la "notiziabilità" degli stessi e quindi per la pubblicazione. Stesso metodo utilizzato per la pubblicazione "integrale" del testo che segue a firma del dott. Franco Altamura.
«Appena ho letto l'articolo apparso su Traniviva.it, ho avuto un momento di scoramento e di tristezza perché sono stato oggetto di false accuse insieme a persone legate a me da rapporti di parentela, dalla indiscussa professionalità, dipinte come disoneste e corrotte. Subito dopo però ho realizzato che questa violenta quanto ingiustificata aggressione alla mia persona è il risultato di una bieca strategia criminale, ormai nitida nei suoi contorni, tesa a delegittimare di fronte all'opinione pubblica le iniziative politiche ed istituzionali avviate qualche giorno addietro.
Voglio però soffermarmi sull'articolo che avete pubblicato chiarendo che io non ho mai vissuto di politica, ma da due lustri svolgo la libera professione con ragguardevoli risultati anche nel settore della finanza agevolata, che consiste nell'avviare lo start-up di attività commerciali e progetti imprenditoriali avvalendosi di fondi pubblici messi a disposizione del territorio dall'Unione Europea, dalla Regione o da altri Enti. Nel corso della mia ventennale attività sono orgoglioso di poter affermare, senza tema di smentita, di aver prestato la mia professionalità consentendo a tantissime aziende, dei più svariati settori, di avviare progetti imprenditoriali che altrimenti non avrebbero realizzato con evidenti positive ricadute sul tessuto lavorativo locale.
I fatti oggetto dell'accusa riguardano proposte di finanziamento, andate a buon fine, presentate a valere su di un bando regionale, con la previsione di punteggi che si riferivano a requisiti oggettivi (età, sesso ecc.) e criteri tabellari non suscettibili di valutazioni discrezionali; che, sia chiaro, coprono solo una parte dell'investimento finanziario necessario alla realizzazione dei progetti. Invito la testata giornalistica a verificare preventivamente e puntualmente le notizie, soprattutto quando provengono da fonti anonime, che verosimilmente utilizzano il giornale, strumentalizzando questo canale mediatico per procurare discredito a buon mercato, anziché rivolgersi, doverosamente, all'Autorità Giudiziaria; non basta prendere formalmente le distanze da questa tecnica comunicativa per esimersi da responsabilità.
A prescindere da accostamenti suggestivi e all'uso improprio di parole come "parentopoli" e "facile concessione di finanziamenti", è incontestabile che il mio ruolo di Consigliere Comunale non abbia alcuna attinenza con l'attività del GAL né, tantomeno, possa aver influito sulle valutazione tecniche effettuate dagli Organi Tecnici di indiscussa competenza e professionalità, interni al GAL o nominati dallo stesso. E' evidente che mi riservo ogni doverosa iniziativa per la tutela del mio decoro personale e professionale, avendo già affidato ad un legale il compito di effettuare una più approfondita verifica delle notizie pubblicate al fine di smascherare i reali intenti perseguiti dall'anonimo esponente».
Franco Altamura
Ciò a dimostrazione di quanto sia estraneo alla nostra cultura ogni intento di aggressione personale, che pure il dott. Altamura ci rivolge. Sorvoliamo pure, sulle affermazioni di "bieca strategia criminale" e di "violenta azione di delegittimazione politica" che esulano evidentemente dalle nostre valutazioni e dai nostri intenti.
Su una cosa però concordiamo con il dott. Altamura: l'ignoto ed anonimo mittente avrebbe potuto dimostrare un po' più di co…raggio e rivolgersi puntualmente all'autorità giudiziaria. Quanto all'articolista di TraniViva, va fatta salva la sua assoluta buona fede: una volta verificati i fatti oggetto dello "scomodo" plico, ha optato per la "notiziabilità" degli stessi e quindi per la pubblicazione. Stesso metodo utilizzato per la pubblicazione "integrale" del testo che segue a firma del dott. Franco Altamura.
«Appena ho letto l'articolo apparso su Traniviva.it, ho avuto un momento di scoramento e di tristezza perché sono stato oggetto di false accuse insieme a persone legate a me da rapporti di parentela, dalla indiscussa professionalità, dipinte come disoneste e corrotte. Subito dopo però ho realizzato che questa violenta quanto ingiustificata aggressione alla mia persona è il risultato di una bieca strategia criminale, ormai nitida nei suoi contorni, tesa a delegittimare di fronte all'opinione pubblica le iniziative politiche ed istituzionali avviate qualche giorno addietro.
Voglio però soffermarmi sull'articolo che avete pubblicato chiarendo che io non ho mai vissuto di politica, ma da due lustri svolgo la libera professione con ragguardevoli risultati anche nel settore della finanza agevolata, che consiste nell'avviare lo start-up di attività commerciali e progetti imprenditoriali avvalendosi di fondi pubblici messi a disposizione del territorio dall'Unione Europea, dalla Regione o da altri Enti. Nel corso della mia ventennale attività sono orgoglioso di poter affermare, senza tema di smentita, di aver prestato la mia professionalità consentendo a tantissime aziende, dei più svariati settori, di avviare progetti imprenditoriali che altrimenti non avrebbero realizzato con evidenti positive ricadute sul tessuto lavorativo locale.
I fatti oggetto dell'accusa riguardano proposte di finanziamento, andate a buon fine, presentate a valere su di un bando regionale, con la previsione di punteggi che si riferivano a requisiti oggettivi (età, sesso ecc.) e criteri tabellari non suscettibili di valutazioni discrezionali; che, sia chiaro, coprono solo una parte dell'investimento finanziario necessario alla realizzazione dei progetti. Invito la testata giornalistica a verificare preventivamente e puntualmente le notizie, soprattutto quando provengono da fonti anonime, che verosimilmente utilizzano il giornale, strumentalizzando questo canale mediatico per procurare discredito a buon mercato, anziché rivolgersi, doverosamente, all'Autorità Giudiziaria; non basta prendere formalmente le distanze da questa tecnica comunicativa per esimersi da responsabilità.
A prescindere da accostamenti suggestivi e all'uso improprio di parole come "parentopoli" e "facile concessione di finanziamenti", è incontestabile che il mio ruolo di Consigliere Comunale non abbia alcuna attinenza con l'attività del GAL né, tantomeno, possa aver influito sulle valutazione tecniche effettuate dagli Organi Tecnici di indiscussa competenza e professionalità, interni al GAL o nominati dallo stesso. E' evidente che mi riservo ogni doverosa iniziativa per la tutela del mio decoro personale e professionale, avendo già affidato ad un legale il compito di effettuare una più approfondita verifica delle notizie pubblicate al fine di smascherare i reali intenti perseguiti dall'anonimo esponente».
Franco Altamura