Riapertura indagini morte di Pasolini, Notarangelo: "Un importante passo per la storia italiana"
ll Presidente dell'Associazione Pasolini Matera, che vive a Trani da anni, si è sempre battuto perché si facesse chiarezza
lunedì 6 marzo 2023
13.22
Peppe Notarangelo, atleta dei tempi di Mennea e Pavoni, oggi docente in scienze motorie, abita a Trani da più di vent'anni, a due passi dal mare. Ma la sua anima ha l'impronta dei Sassi di Matera, dove è vissuto e dove la sua formazione culturale si è impastata con la storia di quella città. Peppe è stato, bambino, tra le braccia di Pier Paolo Pasolini nei giorni in cui il grande regista, poeta, giornalista, intellettuale italiano, girava "Il Vangelo secondo Matteo", "scortato" e accompagnato sul set da suo padre Mimì, che ne fotografò e ne immortalò momenti di grande suggestione tra le riprese e che con Pasolini instaurò un rapporto di estrema stima e fiducia reciproca.
Da quelle memorabili fotografie esposte in tutto il mondo e dal patrimonio archivistico, fotografico, documentale e letterario di Mimì Notarangelo (oltre venti pubblicazioni e decine di migliaia di video e fotografie), sono nate la associazione "Pasolini Matera" e l'archivio di Mimì Notarangelo: espressioni queste di un impegno a diffondere, con la cultura del meridione d'Italia raccolta da suo padre, anche il pensiero e l'impatto culturale che Pier Paolo Pasolini ha realizzato nel secolo scorso. Ma anche, in particolare dopo l'incontro e l'amicizia con David Grieco, amico di Pasolini e autore del film denuncia "La macchinazione" un'azione in prima linea per riportare chiarezza sui fatti di quella notte all'Idroscalo di Roma in cui Pasolini fu ammazzato brutalmente.
Peppe, cosa significa per te questa riapertura delle indagini dopo tanto impegno rivolto a questa obiettivo e l'azione in prima linea accanto a David Grieco, che da anni cerca di far luce sull'omicidio che probabilmente coinvolge tutto un sistema politico italiano e che per questo ancora di più chiede giustizia?
È davvero prezioso e importante questa riapertura delle indagini, perché negli ultimi anni mi sono ancora più sentito vicino alla figura di Pasolini: al di là della collaborazione di mio padre con Pasolini durante le riprese del Vangelo, il fatto di essere stato tenuto più volte in braccio da lui quando mia madre raggiungeva papà sul set, l'amicizia con David Grieco ha creato un legame ancora più profondo. David è impegnato davvero in prima linea insieme alle persone che fanno parte di questa vicenda, Giovanetti, l'avvocato Maccioni, per fare qualche nome. Ho cercato di collaborare con lui attivamente nel supportare le azioni alla divulgazione di tutta la vicenda per far riemergere la verità storica così palesemente falsata dalla sentenza che riconosce Pelosi come unico responsabile. Mi sono sentito parte viva di questa faccenda negli ultimi anni e spero davvero che la riapertura delle indagini costituisca un reale punto di svolta di questo assassinio perpetrato per eliminare una delle persone più importanti che la cultura e la storia italiana abbiano avuto, evidentemente per volontà politiche aberranti: la cosiddetta macchinazione, come l'ha chiamata David Grieco nel film dedicato a Pasolini, quella che durante la guerra fredda tendeva ad annullare tutto ciò che andava contro il regime costituito.
Peppe, a centoun anni dalla sua morte, in che maniera l'associazione Pasolini Matera cerca di far conoscere a tutto tondo la figura di Pasolini, lui che comunque aveva denunciato con lungimiranza più di quarant' anni fa la deriva verso la quale stava andando la società, la sua spersonalizzazione, la perdita di anima delle città?
Abbiamo imparato tanto da lui e tanto ci sarebbe ancora da imparare ; e insieme a quello che ci ha lasciato mio padre stiamo continuando a portare in giro il suo pensiero, non solo delle semplici fotografie. Il nostro impegno è quello di divulgare e proporre il pensiero dell'opera di Pasolini, così attuale, così previsionale all'epoca e premonitore di ciò che stava avvenendo a livello globale, planetario, non solo italiano. Una fonte inesauribile di stimoli e bellezza, perché la poetica non solo cinematografica ma anche letteraria e in tutte le altre forme artistiche in cui si esprimeva Pasolini ha linguaggi che sono percepibili oggi dai giovani. Dobbiamo fare in modo che vengano ascoltati nella maniera giusta, non distorta, non deformata da pregiudizi e ghetti mentali in cui il pensiero di Pasolini è stato ridotto troppo spesso. Sono felice che anche la chiesa, a partire dall' aver definito il Vangelo secondo Matteo la più autentica espressione del Vangelo di Cristo abbia preso a vedere sotto una nuova luce lo spessore e la grandezza di Pasolini. E l'etica di cui è pregna la sua opera, altro che blasfemia.
Quali sono le prossime tappe dell'associazione Pasolini Matera?
Sono soprattutto la mostra al Maxxi di Roma e una serie di eventi che stiamo organizzando e proponendo insieme a David Grieco e Stefano Maccioni proprio sulla questione della sua morte; c'è l'organizzazione di ulteriori mostre sia per "Pasolini Matera" sia sulla fotografia di Domenico Notarangelo, già richiesta per Montreal e Toronto con le varie associazioni degli italiani nel mondo. Sono pagine di memoria che stiamo diffondendo attraverso il patrimonio documentale e archivistico che mio padre mi ha lasciato e sul quale stiamo lavorando per l'apertura di un centro studi e ricerche già collegato e relazionato con importanti attori del panorama culturale italiano come la Cineteca di Bologna, l'istituto Luce,il centro sperimentale di cinematografia, l'associazione Pasolini di Casarsa, una serie di intellettuali, autori artisti che fanno parte di quella schiera, chiamiamola così, di "Pasolinizzatori".
Da quelle memorabili fotografie esposte in tutto il mondo e dal patrimonio archivistico, fotografico, documentale e letterario di Mimì Notarangelo (oltre venti pubblicazioni e decine di migliaia di video e fotografie), sono nate la associazione "Pasolini Matera" e l'archivio di Mimì Notarangelo: espressioni queste di un impegno a diffondere, con la cultura del meridione d'Italia raccolta da suo padre, anche il pensiero e l'impatto culturale che Pier Paolo Pasolini ha realizzato nel secolo scorso. Ma anche, in particolare dopo l'incontro e l'amicizia con David Grieco, amico di Pasolini e autore del film denuncia "La macchinazione" un'azione in prima linea per riportare chiarezza sui fatti di quella notte all'Idroscalo di Roma in cui Pasolini fu ammazzato brutalmente.
Peppe, cosa significa per te questa riapertura delle indagini dopo tanto impegno rivolto a questa obiettivo e l'azione in prima linea accanto a David Grieco, che da anni cerca di far luce sull'omicidio che probabilmente coinvolge tutto un sistema politico italiano e che per questo ancora di più chiede giustizia?
È davvero prezioso e importante questa riapertura delle indagini, perché negli ultimi anni mi sono ancora più sentito vicino alla figura di Pasolini: al di là della collaborazione di mio padre con Pasolini durante le riprese del Vangelo, il fatto di essere stato tenuto più volte in braccio da lui quando mia madre raggiungeva papà sul set, l'amicizia con David Grieco ha creato un legame ancora più profondo. David è impegnato davvero in prima linea insieme alle persone che fanno parte di questa vicenda, Giovanetti, l'avvocato Maccioni, per fare qualche nome. Ho cercato di collaborare con lui attivamente nel supportare le azioni alla divulgazione di tutta la vicenda per far riemergere la verità storica così palesemente falsata dalla sentenza che riconosce Pelosi come unico responsabile. Mi sono sentito parte viva di questa faccenda negli ultimi anni e spero davvero che la riapertura delle indagini costituisca un reale punto di svolta di questo assassinio perpetrato per eliminare una delle persone più importanti che la cultura e la storia italiana abbiano avuto, evidentemente per volontà politiche aberranti: la cosiddetta macchinazione, come l'ha chiamata David Grieco nel film dedicato a Pasolini, quella che durante la guerra fredda tendeva ad annullare tutto ciò che andava contro il regime costituito.
Peppe, a centoun anni dalla sua morte, in che maniera l'associazione Pasolini Matera cerca di far conoscere a tutto tondo la figura di Pasolini, lui che comunque aveva denunciato con lungimiranza più di quarant' anni fa la deriva verso la quale stava andando la società, la sua spersonalizzazione, la perdita di anima delle città?
Abbiamo imparato tanto da lui e tanto ci sarebbe ancora da imparare ; e insieme a quello che ci ha lasciato mio padre stiamo continuando a portare in giro il suo pensiero, non solo delle semplici fotografie. Il nostro impegno è quello di divulgare e proporre il pensiero dell'opera di Pasolini, così attuale, così previsionale all'epoca e premonitore di ciò che stava avvenendo a livello globale, planetario, non solo italiano. Una fonte inesauribile di stimoli e bellezza, perché la poetica non solo cinematografica ma anche letteraria e in tutte le altre forme artistiche in cui si esprimeva Pasolini ha linguaggi che sono percepibili oggi dai giovani. Dobbiamo fare in modo che vengano ascoltati nella maniera giusta, non distorta, non deformata da pregiudizi e ghetti mentali in cui il pensiero di Pasolini è stato ridotto troppo spesso. Sono felice che anche la chiesa, a partire dall' aver definito il Vangelo secondo Matteo la più autentica espressione del Vangelo di Cristo abbia preso a vedere sotto una nuova luce lo spessore e la grandezza di Pasolini. E l'etica di cui è pregna la sua opera, altro che blasfemia.
Quali sono le prossime tappe dell'associazione Pasolini Matera?
Sono soprattutto la mostra al Maxxi di Roma e una serie di eventi che stiamo organizzando e proponendo insieme a David Grieco e Stefano Maccioni proprio sulla questione della sua morte; c'è l'organizzazione di ulteriori mostre sia per "Pasolini Matera" sia sulla fotografia di Domenico Notarangelo, già richiesta per Montreal e Toronto con le varie associazioni degli italiani nel mondo. Sono pagine di memoria che stiamo diffondendo attraverso il patrimonio documentale e archivistico che mio padre mi ha lasciato e sul quale stiamo lavorando per l'apertura di un centro studi e ricerche già collegato e relazionato con importanti attori del panorama culturale italiano come la Cineteca di Bologna, l'istituto Luce,il centro sperimentale di cinematografia, l'associazione Pasolini di Casarsa, una serie di intellettuali, autori artisti che fanno parte di quella schiera, chiamiamola così, di "Pasolinizzatori".