Rifiuti, Amet: “Sta venendo a galla la necessità degli inceneritori”

Intervento del presidente Alfonso Mangione sul CDR

mercoledì 18 ottobre 2006
"Vorrei che fossero Enel, Edipower ed Enipower e non i Verdi o la Sinistra Giovanile di Trani ad assicurarci che il Cdr prodotto nel nord barese, dopo aver viaggiato per circa 200 chilometri, sarà bruciato nelle centrali termoelettriche di Brindisi. Personalmente non ne sarei molto certo considerando l'anti-economicità, per quel genere di impianto, di tale opzione. Poi potrei anche essere smentito dai fatti, ma – ripeto – vorrei sentirlo dire direttamente dalle aziende proprietarie delle tre centrali". Il presidente di Amet Spa di Trani, Alfonso Mangione, interviene sulla questione emersa nel corso dell'ultima riunione dell'Ambito Territoriale Ottimale Ba/1 (nord barese): il Cdr (combustibile da rifiuto) che sarà prodotto in impianti che si intende realizzare presso le discariche di Trani e Andria – è stato comunicato al termine della riunione dell'Ato – potrebbe essere bruciato presso le centrali termoelettriche di Brindisi o, "in mancanza di una positiva conclusione delle trattative con le centrali di Brindisi, presso la cementeria di Barletta". "Sull'ipotesi di Barletta", aggiunge Mangione, "i partiti in questione si limitano a dire che la cementeria «dovrà dotarsi di tutti i dispositivi tecnici necessari previsti dalla legge» e che dovrà «fare la verifica di conformità ambientale». Ma come? A dieci chilometri dal centro di Trani non volevano un termovalorizzatore, un impianto progettato per bruciare rifiuti in sicurezza e con una percentuale di emissioni di dieci volte inferiori a quelle previste da una legge del vecchio governo di centrosinistra, e invece basta una verifica di conformità ambientale per l'incenerimento di rifiuti in un impianto non certo costruito con questa finalità e che si trova a dodici chilometri dal centro di Trani? Tutto questo dimostra che l'avversione al progetto di Amet aveva ed ha soltanto una matrice politica e non scientifica, com'è stato sempre sostenuto".
"La verità", conclude Mangione, "è che sta venendo a galla la necessità di bruciare i rifiuti per chiudere il ciclo ed uscire dall'emergenza, ma pur di non ammettere l'errore di aver bloccato un progetto all'avanguardia come il nostro si è deciso di percorrere strade più tortuose e, forse, anche più rischiose".