Rifiuti, il Consiglio di Stato dà ragione all'Amet
«Ora Vendola firmi subito il contratto per il termovalorizzatore a Trani»
mercoledì 22 marzo 2006
"L'accoglimento del ricorso conferma le nostre tesi e, soprattutto, l'inopportuna aggiudicazione della gara alla Cogeam da parte del Commissario per l'emergenza rifiuti. Ora ci attendiamo un'immediata revoca di quel provvedimento e la conseguente aggiudicazione del servizio alla nostra azienda". E' il commento del presidente dell'Amet di Trani Alfonso Mangione al dispositivo della sesta sezione del Consiglio di Stato che, anche in virtù delle motivazioni esposte dagli avvocati Franco Gagliardi Lagala e Maria Giovanna Turi, ha riformato la sentenza n. 3408 del Tar Puglia del 26 luglio scorso che riammise la Cogeam di Massafra alla gara bandita dall'ex commissario per l'emergenza rifiuti Raffaele Fitto per l'affidamento del servizio di gestione del sistema impiantistico per il recupero energetico dei rifiuti urbani nel bacino Ba/1. La Cogeam era stata esclusa dalla commissione di gara, decisione che il Consiglio di Stato ha ritenuto fondata.
L'unica offerta ammessa era stata quella presentata dall'Associazione temporanea di imprese (Ati) composta dall'Amet Trani e dalle società Noy Vallesina e Gea, che aveva progettato un termovalorizzatore da costruire in territorio di Trani. "Un progetto all'avanguardia", spiega Mangione, "che può permetterci di chiudere il ciclo dei rifiuti e al tempo stesso di tornare a produrre energia. Per la Regione Puglia sarà un vero e proprio fiore all'occhiello: l'impianto di Dalmine (Bg), gemello a quello che sarà realizzato a Trani, che invitiamo il presidente Vendola a visitare, fa registrare il livello di emissioni più basso d'Europa, con un impatto ambientale quasi inesistente". "Procedendo all'apertura dell'offerta di Cogeam e aggiudicando il servizio all'azienda tarantina", aggiunge il presidente di Amet, "il commissario per l'emergenza rifiuti ha dato seguito alla gara bandita dal suo predecessore ed ora, quindi, è impensabile, ancorché illegittima, un'eventuale revoca della gara stessa: ecco perché ci aspettiamo l'immediata aggiudicazione alla nostra Ati e la conseguente sottoscrizione del contratto con la società consortile Rea Trani, già costituita, che provvederà ad avviare i lavori di realizzazione dell'impianto. Ad ogni modo siamo disponibili ad incontrare i tecnici della Regione per valutare eventuali miglioramenti ad una macchina già perfetta".
Il progetto del termovalorizzatore a Trani, lo ricordiamo, prevede un investimento complessivo pari a 100 milioni di euro. L'impianto, che sarà messo in moto in circa due anni dalla sottoscrizione del contratto, produrrà circa 160 milioni di kwh annue di energia e smaltirà i rifiuti dell'intero bacino Ba/1. I comuni pagheranno alla Rea Trani 71 euro a tonnellata per i rifiuti conferiti, un costo decisamente conveniente per le comunità del bacino. Da questa operazione l'Amet (società pubblica di proprietà del Comune di Trani) ricaverà un utile di circa 2 milioni di euro all'anno. Sono previste 40 assunzioni dirette e un impiego notevole di manodopera, rigorosamente locale, per la costruzione dell'impianto.
L'unica offerta ammessa era stata quella presentata dall'Associazione temporanea di imprese (Ati) composta dall'Amet Trani e dalle società Noy Vallesina e Gea, che aveva progettato un termovalorizzatore da costruire in territorio di Trani. "Un progetto all'avanguardia", spiega Mangione, "che può permetterci di chiudere il ciclo dei rifiuti e al tempo stesso di tornare a produrre energia. Per la Regione Puglia sarà un vero e proprio fiore all'occhiello: l'impianto di Dalmine (Bg), gemello a quello che sarà realizzato a Trani, che invitiamo il presidente Vendola a visitare, fa registrare il livello di emissioni più basso d'Europa, con un impatto ambientale quasi inesistente". "Procedendo all'apertura dell'offerta di Cogeam e aggiudicando il servizio all'azienda tarantina", aggiunge il presidente di Amet, "il commissario per l'emergenza rifiuti ha dato seguito alla gara bandita dal suo predecessore ed ora, quindi, è impensabile, ancorché illegittima, un'eventuale revoca della gara stessa: ecco perché ci aspettiamo l'immediata aggiudicazione alla nostra Ati e la conseguente sottoscrizione del contratto con la società consortile Rea Trani, già costituita, che provvederà ad avviare i lavori di realizzazione dell'impianto. Ad ogni modo siamo disponibili ad incontrare i tecnici della Regione per valutare eventuali miglioramenti ad una macchina già perfetta".
Il progetto del termovalorizzatore a Trani, lo ricordiamo, prevede un investimento complessivo pari a 100 milioni di euro. L'impianto, che sarà messo in moto in circa due anni dalla sottoscrizione del contratto, produrrà circa 160 milioni di kwh annue di energia e smaltirà i rifiuti dell'intero bacino Ba/1. I comuni pagheranno alla Rea Trani 71 euro a tonnellata per i rifiuti conferiti, un costo decisamente conveniente per le comunità del bacino. Da questa operazione l'Amet (società pubblica di proprietà del Comune di Trani) ricaverà un utile di circa 2 milioni di euro all'anno. Sono previste 40 assunzioni dirette e un impiego notevole di manodopera, rigorosamente locale, per la costruzione dell'impianto.