Rifiuti, Legambiente Trani frusta gli aspiranti sindaco
«Avviliti dal loro silenzio sulla discarica Ekobat». Il movimento ambientalista preannuncia battaglia
sabato 24 settembre 2011
A Trani c'è il rischio concreto dell'apertura di una nuova discarica per rifiuti e gli aspiranti candidati sindaco restano in silenzio. E' l'accusa mossa dal circolo di Legambiente Trani. «La nostra – scrivono - è la città di conquista per lo smaltimento dei rifiuti, è la città del tutto consentito e del tutto possibile, è la città dei silenzi, è la città dell'abbattimento dei beni storici e della mancata indignazione. Trani, è la città in cui neanche i candidati sindaco, chiunque essi siano, si esprimono su qualsivoglia problematica della città. Quest'ultima rilevazione, forse, è quella che ci lascia più avviliti e sconcertati. Sapere che chi vuole governare la città nei futuri cinque anni, non ha neanche la più lontana idea di città ecocompatibile, ci infonde un senso di costernazione che ci avvilisce forse ancor più dell'iniziativa della Ekobat».
Come si ricorderà la Ekobat (sede societaria a Calenzano in provincia di Firenze) ha avviato presso la Provincia Bat il procedimento per la richiesta del parere sulla valutazione d'impatto ambientale per l'apertura di una discarica di rifiuti speciali in Contrada Casa Rossa. Il progetto riguarda lo smaltimento in una cava dismessa di calcare e consiste nella realizzazione di un impianto della potenzialità di 3.735.000 metri cubi.
Legambiente invita i cittadini a perlustrare dall'alto lo spicchio di territorio individuato, flagellato dall'incuria e dall'insensibilità umana. «Il territorio – scrivono da Legambiente - si caratterizza per un ricamo devastante di fosse di cava, discariche, impianti di betonaggio ed altro. Osservandolo si scoprirebbe così che la tristemente nota discarica Ecoerre e l'impianto di bacino dell'Ato gestito dall'Amiu ricadono a pochi passi dal sito prescelto per incrementare il volume d'affari della Ekobat».
Il movimento ambientalista preannuncia battaglia: «Il procedimento ormai avviato ci impone il doveroso impegno nelle azioni di contrasto che attueremo presentando le dovute ed opportune osservazioni tecniche. D'altro canto, ci inquieta sapere che la commissione tecnica chiamata ad esprimersi, e più in generale l'assessorato all'ambiente della Provincia Bat, difficilmente rilascia pareri negativi agli impianti proposti. I presupposti sconfortanti ci sono tutti, visto anche il parere positivo rilasciato dalla Provincia per incrementare la combustione di rifiuti nella cementeria di Barletta».
Come si ricorderà la Ekobat (sede societaria a Calenzano in provincia di Firenze) ha avviato presso la Provincia Bat il procedimento per la richiesta del parere sulla valutazione d'impatto ambientale per l'apertura di una discarica di rifiuti speciali in Contrada Casa Rossa. Il progetto riguarda lo smaltimento in una cava dismessa di calcare e consiste nella realizzazione di un impianto della potenzialità di 3.735.000 metri cubi.
Legambiente invita i cittadini a perlustrare dall'alto lo spicchio di territorio individuato, flagellato dall'incuria e dall'insensibilità umana. «Il territorio – scrivono da Legambiente - si caratterizza per un ricamo devastante di fosse di cava, discariche, impianti di betonaggio ed altro. Osservandolo si scoprirebbe così che la tristemente nota discarica Ecoerre e l'impianto di bacino dell'Ato gestito dall'Amiu ricadono a pochi passi dal sito prescelto per incrementare il volume d'affari della Ekobat».
Il movimento ambientalista preannuncia battaglia: «Il procedimento ormai avviato ci impone il doveroso impegno nelle azioni di contrasto che attueremo presentando le dovute ed opportune osservazioni tecniche. D'altro canto, ci inquieta sapere che la commissione tecnica chiamata ad esprimersi, e più in generale l'assessorato all'ambiente della Provincia Bat, difficilmente rilascia pareri negativi agli impianti proposti. I presupposti sconfortanti ci sono tutti, visto anche il parere positivo rilasciato dalla Provincia per incrementare la combustione di rifiuti nella cementeria di Barletta».