Riflessioni sul PDL, la risposta del Consigliere Regionale Laurora

«Altro che forza "centripeta", si è scatenata una devastante forza "centrifuga"»

mercoledì 21 gennaio 2009
«Caro Pinuccio, l'invito da Te formulato a fornire spunti di riflessione sulla vicenda del "nascituro PDL" non poteva, evidentemente, lasciarmi indifferente. Conosci bene tutte le mie perplessità e le incertezze manifestateTi, con largo anticipo, in tempi non sospetti e nelle molteplici occasioni di incontro, durante le settimane intercorse dal fatidico annuncio di Piazza S. Babila fino a tutto il periodo che ci condusse, poi, alle politiche dell'Aprile dello scorso anno. I nostri percorsi politici, in tutti questi anni, distinti ma pur sempre paralleli sino a quel momento non ci avevano mai consentito, per i motivi più svariati, di soffermarci sulle ragioni per le quali, proprio noi due, stessimo per congiuntura generazionale e politica guidando ed interpretando un processo politico, naturalmente di tipo locale che, mi piace ricordarlo, ci ha riservato non poche soddisfazioni. L'occasione che mi fornisci è propizia e non mi lascerò, naturalmente, sfuggire questa ghiotta opportunità. Non so cosa debba fare, nel 2009, un giovane desideroso di "entrare in politica", di iscriversi ad un Partito, per contribuire alla stabilità o alla crescita del suo Paese e della sua Comunità. Non credo che riuscirebbe a farlo cercando per strada o in una piazza una sezione a cui iscriversi: non ce ne sono quasi più e quelle rimaste aperte appartengono alle formazioni maggiori e maggiormente insediate. In altre parole non sono più aperte - o se ci sono, sono pochissime – le vecchie sezioni che si dovevano frequentare quando si decideva di contribuire al bene del Paese facendo politica e scegliendo un Partito.

Tu stesso ricordavi che, proprio lì, iniziava normalmente un lungo percorso fatto di tempo disponibile e di sacrifici; si discuteva nelle assemblee e si votava e magari poi si andava, gratuitamente, a fare le campagne elettorali, a diffondere la domenica i giornali, ad organizzare manifestazioni pubbliche e a promuovere iniziative sociali. Le "carriere" dei singoli militanti venivano, quasi sempre, decise dalla quantità e dalla qualità dell'impegno che veniva profuso, dalla preparazione culturale e dalle capacità di far politica che si avevano. I partiti, in altre parole, sono stati per decenni una vera e propria scuola di formazione per le persone che volevano, partecipando democraticamente alla loro vita interna, contribuire al bene della Comunità di appartenenza. I dirigenti, cioè i migliori, venivano eletti, spesso anche a scrutinio segreto e la preferenza, per una lunga stagione, è stato lo strumento per far in modo che le rappresentanze nelle assemblee elettive fossero composte da persone conosciute e competenti.

Tutto questo è finito da tempo. I vecchi Partiti, non solo in Italia ma in tutta l'Europa, avevano cominciato ad entrare in crisi da tempo. Non c'è stata alcuna resistenza: l'era del leaderismo, del capo incontrastato, proprietario e padrone dei voti e del consenso, ha avuto la meglio. Il caso emblematico di questa anomalia, quello di cui maggiormente si parla, riguarda, proprio il Popolo delle Libertà, cioè il maggiore Partito Italiano, quello che ha vinto le ultime elezioni dopo esser stato improvvisamente fondato da Silvio Berlusconi una sera di novembre a Piazza S. Babila a Milano, di fronte ad un gazebo di Forza Italia. Il PDL, la cui nascita formale avverrà tra breve (anche su questo, permettimi, nutro intatti ancora i miei dubbi), sorge, come sappiamo, soprattutto dall'incontro tra Forza Italia e Alleanza Nazionale e la sua costituzione è al centro di polemiche proprio per questa contaminazione: da un lato il Partito i cui dirigenti sono nominati dall'alto e non eletti dal basso; dall'altro, un Partito con una lunga storia (Tu stesso lo ricordavi) in cui le contese hanno molto pesato.

Vedremo come finirà questa partita, tra chi chiede più regole democratiche e chi si affida invece al "Potere del Capo". Ma quel che già si può dire è che quel che succede con il PDL sta andando in direzione nettamente contraria alla ricostruzione del sistema democratico dei Partiti, cioè nella direzione opposta a quella necessaria per ridare un po' di ossigeno alla dialettica democratica. Se esistesse per davvero una forza "centripeta", come Tu l'hai definita, capace realmente di traghettare verso il Partito Unico, non avremmo assistito, in tutti questi mesi, alla illogica proliferazione di schieramenti minori (Alleanza di Centro, Popolari Liberali, Puglia per le Libertà, Lega per il Sud, Democrazia Cristiana di Rotondi, Democrazia Cristiana di Pizza etc. etc.) che mal celandosi dietro l'ipotetica transizione verso il Partito Unico, nascondono con difficoltà un diffuso malcontento, un disagio oramai dilagante. Altro che forza "centripeta", mi sa tanto che si è scatenata una devastante forza "centrifuga"!»

Carlo Laurora
Consigliere Regionale UDC