Riordino ospedaliero, Nenna: «Sì al potenziamento del 118 a Trani»
La consigliera del Pd spinge sulla nuova destinazione del San Nicola Pellegrino
venerdì 4 marzo 2016
11.39
Marina Nenna, consigliera comunale del Pd, interviene sull'attuale situazione dell'ospedale tranese dopo la proposta di Rino Negrogno (poi sposata dall'assessore regionale Mimmo Santorsola) di potenziare il 118 con la creazione di una centrale operativa che si occupi unicamente della Bat. «Quando si parla di territorio, ci si riferisce tanto al post-acuzie ed alle cronicità, quanto al servizio di emergenza ed urgenza», dice Nenna. «Si paventa la chiusura del pronto soccorso e la conversione a punto di primo intervento, rientrante nella rete 118, ma se, con esso, continuassimo ad avere un'unica ambulanza disponibile, l'allungamento dei tempi di intervento, lascerebbe la città scoperta nei casi in cui quell'unica unità fosse impegnata, e renderebbe necessario, laddove dovesse esserci la necessità di un secondo intervento, l'impiego di un'ambulanza proveniente dal circondario».
«Inoltre - prosegue Nenna - con la creazione del Ppi, ben potrebbe, altresì, rendersi indispensabile il trasferimento di un paziente presso altri ospedali, con conseguente impegno dell'unica ambulanza. A ciò si aggiunga l'incremento delle esigenze nel periodo estivo. Avendo, quindi la Regione individuato Trani come presidio di riferimento territoriale, impiantare la centrale operativa del 118 nel nostro ospedale potrebbe, non solo, riqualificare la struttura con quello che è il vero fulcro e punto di riferimento per la gestione della rete di emergenza e della maggior parte delle acuzie della popolazione, ma anche snellire il lavoro, pur eccellente, delle centrali di Bari e Foggia, che già servono due territori vastissimi».
E ancora: «L'asl Bat è l'unica della Regione a non gestire direttamente lo smistamento delle proprie ambulanze e, difatti, il territorio risulta oggi suddiviso in due parti: una, gestita da Bari, l'altra da Foggia. La creazione della centrale operativa comporterebbe un efficientamento delle risorse, in particolare delle ambulanze, sia quelle medicalizzate che India con a bordo linfermiere, tale da sgravare notevolmente le centrali di Foggia e Bari per arrivare a fornire un servizio ancor più pronto e consapevole delle distanze e dei tempi di spostamento».
«Avere una centrale operativa residente nella stessa asl e nella stessa provincia, assicurerebbe, infatti, una conoscenza più approfondita del territorio, elemento determinante nella rete di emergenza, soprattutto, per le patologie per le quali la catena della sopravvivenza è tanto più efficace quanto è più celere. La stessa centrale operativa diventerebbe, quindi, punto di riferimento per gli operatori sanitari coinvolti».
«Si potrebbe - conclude Marina Nenna - pensare di adibire i tanti spazi a disposizione a centro di studi e aggiornamento per il servizio di emergenza territoriale, aprendo anche queste risorse alla cittadinanza "laica", così da organizzare corsi di primo soccorso direttamente lì, con l'ausilio delle tante eccellenti professionalità locali. Il tema è, infatti, oggi particolarmente sentito, alla luce di recenti nefasti avvenimenti, che hanno acceso i riflettori su quanto possa rivelarsi determinante per le patologie succitate il primo soccorso: un vero salvavita, ancor prima dell'arrivo dei team di 118. Credo sia questa la strada per dare nuova vita al nostro ospedale, sfruttando le opportunità nuove che vengono dal riordino e tracciando una nuova rotta».
«Inoltre - prosegue Nenna - con la creazione del Ppi, ben potrebbe, altresì, rendersi indispensabile il trasferimento di un paziente presso altri ospedali, con conseguente impegno dell'unica ambulanza. A ciò si aggiunga l'incremento delle esigenze nel periodo estivo. Avendo, quindi la Regione individuato Trani come presidio di riferimento territoriale, impiantare la centrale operativa del 118 nel nostro ospedale potrebbe, non solo, riqualificare la struttura con quello che è il vero fulcro e punto di riferimento per la gestione della rete di emergenza e della maggior parte delle acuzie della popolazione, ma anche snellire il lavoro, pur eccellente, delle centrali di Bari e Foggia, che già servono due territori vastissimi».
E ancora: «L'asl Bat è l'unica della Regione a non gestire direttamente lo smistamento delle proprie ambulanze e, difatti, il territorio risulta oggi suddiviso in due parti: una, gestita da Bari, l'altra da Foggia. La creazione della centrale operativa comporterebbe un efficientamento delle risorse, in particolare delle ambulanze, sia quelle medicalizzate che India con a bordo linfermiere, tale da sgravare notevolmente le centrali di Foggia e Bari per arrivare a fornire un servizio ancor più pronto e consapevole delle distanze e dei tempi di spostamento».
«Avere una centrale operativa residente nella stessa asl e nella stessa provincia, assicurerebbe, infatti, una conoscenza più approfondita del territorio, elemento determinante nella rete di emergenza, soprattutto, per le patologie per le quali la catena della sopravvivenza è tanto più efficace quanto è più celere. La stessa centrale operativa diventerebbe, quindi, punto di riferimento per gli operatori sanitari coinvolti».
«Si potrebbe - conclude Marina Nenna - pensare di adibire i tanti spazi a disposizione a centro di studi e aggiornamento per il servizio di emergenza territoriale, aprendo anche queste risorse alla cittadinanza "laica", così da organizzare corsi di primo soccorso direttamente lì, con l'ausilio delle tante eccellenti professionalità locali. Il tema è, infatti, oggi particolarmente sentito, alla luce di recenti nefasti avvenimenti, che hanno acceso i riflettori su quanto possa rivelarsi determinante per le patologie succitate il primo soccorso: un vero salvavita, ancor prima dell'arrivo dei team di 118. Credo sia questa la strada per dare nuova vita al nostro ospedale, sfruttando le opportunità nuove che vengono dal riordino e tracciando una nuova rotta».