Rischio chiusura per la Vittorio Emanuele II. Scrive in redazione il presidente Catino.

Tra gli sforzi del CdA e i bilanci in perdita, manca anche la volontà politica.

domenica 21 gennaio 2007
«Spett.le Redazione, ci sembra opportuno, a questo punto della oramai secolare storia della nostra Casa di Riposo, portare a conoscenza della cittadinanza che, nella indifferenza più totale dell'attuale terna Commissariale prefettizia che regge le sorti del comune di Trani, e della Regione Puglia, ente preposto alla vigilanza ed al controllo degli Enti socio-assistenziali della regione, si va entro breve termine verso la inevitabile chiusura.
Il sottoscritto, insieme a tutto il Consiglio di Amministrazione, ha profuso tutti gli sforzi possibili per razionalizzare al massimo le spese dell'Ente, riducendole al minimo indispensabile ed economizzando su tutto, ferma restando la necessità di non privare gli ospiti, molto anziani e bisognosi di continua assistenza, del minimo indispensabile per trascorrere una vita quantomeno decorosa: vitto (tre pasti al giorno tramite un buon servizio mensa esterno che già serve le mense scolastiche del comune), assistenza 24 ore su 24, riscaldamento ( è cosa recente la trasformazione del vecchio impianto a gasolio in un moderno impianto a gas metano), servizio infermieristico (questo purtroppo sospeso dall'annoin corso per carenza di fondi).
Tutti questi sforzi però a nulla possono servire in mancanza di una volontà politica di proseguire un'attività che, lo ricordiamo, non ha scopi di lucro e le cui entrate, che rivengono totalmente dal comune ai sensi dello Statuto vigente(approvato nel lontano 1907), a malapena servono a coprire oggi la metà delle spese necessarie per pagare personale, vitto, luce, manutenzione, riscaldamento ecc.. Tutto ciò ha portato ad un continuo indebitamento della Casa di Riposo che, purtroppo, non retribuisce il suo personale dal mese di novembre 2006 (10 unità), i suoi fornitori e tutti i servizi quali luce, acqua, gas ecc.. E' noto a tutti che l'anno 2005 si è chiuso il bilancio con una perdita di esercizio di oltre 91.000.00 euro, di cui nessuno vuol farsi carico, ed il 2006 ha inevitabilmente raddoppiato tale esposizione debitoria. Ci si chiederà perchè si è giunti a tale situazione. La risposta è semplice: perché, negli anni, è progressivamente diminuito il numero degli anziani ospitati i quali, dai circa 35 del 2004, si sono ridotti agli attuali 18 e, poiché le uniche entrate della Casa di Riposo sono costituite dalle rette assegnate dal comune per ogni ospite più una parte delle pensioni sociali degli stessi, quando percepita, il dimezzamento del numero degli anziani ha inevitabilmente provocato, come conseguenza, il dimezzamento delle entrate stesse.
La causa della drastica riduzione del numero degli anziani ospitati non è nota, ma è sicuramente riconducibile anche al fatto che l'immobile che li ospita (ex convento dei monaci Cappuccini) versa ormai in pietose condizioni, sia negli aspetti strutturali che in quelli relativi agli arredi, vecchi di decenni, e che lo stesso immobile necessita di lavori di ristrutturazione ed ammodernamento; tali lavori sono molto onerosi, ma indispensabili per rendere la struttura adeguata ai moderni standard dettati per tali esercizi, oltre che obbligatori ai sensi delle più recenti normative in materia, anche regionali. Ed è in questa direzione che l'attuale Consiglio di Amministrazione si è mosso: in primis, verificando la possibilità di finanziamenti comunali e regionali che, però, non sono mai stati concessi; successivamente decidendo di alienare alcuni dei beni lasciati in donazione alla Casa di Riposo da benefattori tranesi (al fine di consentire all' Ente la possibilità di proseguire il suo meritevole scopo: l'assistenza ed il ricovero degli anziani della città bisognosi ed indigenti), individuando quelli che non producevano alcuna rendita o quelli scarsamente utili alla stessa Casa di Riposo, perchè fuori dal territorio tranese.
Sulla base del valore di questi beni è stato redatto un progetto esecutivo che prevede la completa ristrutturazione dell'immobile della Casa, al fine di consentire l'adeguamento della stessa a tutti gli attuali standard previsti dalle vigenti normative, con la realizzazione di oltre 30 camere da letto (tra singole e doppie) complete di tutti i confort moderni, oltre che servizi di vario genere quali palestra di riabilitazione, sala di ricreazione, sala riunioni, sala tv, un' ampia sala ristorante, cucina e giardini per le passeggiate, sufficienti per ospitare al meglio oltre 45 anziani. Molto probabilmente, però, questo indispensabile progetto non potrà essere realizzato. Da un lato, infatti, il Comune non mette a disposizione dell'Ente i fondi necessari per poter proseguire la conduzione ordinaria della Casa di Riposo, consentendo il pagamento del personale e dei servizi minimi necessari, tra i quali prioritario è il vitto (fornito da una cooperativa che non percepisce il suo compenso sin dal mese di novembre 2006 e che potrebbe quindi, legittimamente, interrompere la fornitura in qualunque momento); dall'altro la Regione non fornisce il necessario consenso per concludere nella maniera più veloce possibile le procedure di alienazione dei beni, il cui ricavato è indispensabile per la ristrutturazione della Casa. Non riteniamo corretto, pertanto, fruire ulteriormente del servizio dei dipendenti della Casa di Riposo, senza poter fornire ad essi alcuna retribuzione. A tali operatori và il doveroso plauso e ringraziamento dell'intero Consiglio di Amministrazione per aver continuato, nella piena fiducia nel Nostro operato, a svolgere diligentemente i propri compiti di assistenza agli anziani (molti dei quali non autosufficienti) senza alcuna lamentela e disservizio, nonostante il mancato rilascio degli stipendi. Non riteniamo altresì corretto continuare ad avvalerci di servizi e prestazioni senza avere, nostro malgrado, la certezza di poterne sostenere le dovute spese. Anticipiamo, pertanto che, in mancanza di risposte concrete e precise da parte delle autorità competenti (comune e Regione), entro poco tempo non si potrà che procedere alla estinzione dell'Ente nel rispetto comunque delle procedure previste per tale caso.» Vincenzo Catino
Presidente della Casa di Riposo Vittorio Emanuele II