San Domenico, la verità sulla chiusura (repentina)

Ecco tutto quello che c'è da sapere spiegato da Giovanni Ronco

venerdì 12 gennaio 2018 9.44
A cura di Giovanni Ronco
Ora che tutto è compiuto e la teoria bizantineggiante di transenne è piazzata lì davanti la chiesa di San Domenico ad imbruttire e segnare una nuova stazione nella via crucis del degrado tranese, è tempo d'indagare perché si sia improvvisamente arrivati alla repentina chiusura. A maggior ragione subito dopo un periodo di intensa frequentazione della chiesa stessa, particolare ancor più inquietante, come avemmo modo di far notare. La nostra indagine giornalistica (ve l'avevo detto che ne avremmo fatte di più nel nuovo anno) parte da un intervento molto, forse troppo irruento in uno degli ultimi consigli comunali, da parte della consigliera indipendente Raffaella Merra. Col senno di poi, all'indomani di tutto il battage mediatico e dopo l'indignazione e mobilitazione dell'opinione pubblica, "Siamosolocustodi" compresi, con il duo Moselli – Reggio sugli scudi, capiamo e risaliamo attraverso la stradina irta e tenebrosa dei soldi e della burocrazia. Un vecchio comandamento di chi indaga, sia come giornalista, che come inquirente è sempre valido: segui la scia dei soldi ed arriverai di certo ad una meta. E' quello che abbiamo fatto, ed anche stavolta il motto non si smentisce.

In effetti la consigliera Merra, nel suo irruento intervento, evoca un problema di soldi, intorno alla chiesa di San Domenico: "Basta spendere soldi per la chiesa di San Domenico". Questa frase è una spia che ci spinge ad indagare. In effetti scopriamo che il Comune di Trani, pur non essendo proprietario della chiesa, che infatti nei giorni scorsi si "scopre" appartenere allo Stato, per installare l'impalcatura che campeggiava da tempo, ha speso fior di quattrini, circa quarantamila euro, come c'informa una nostra fonte, anticipati, dal Comune appunto, per la ditta che ha montato e mantenuto nel tempo, con eventuale supervisione per manutenzione, la stessa impalcatura. A suo tempo, anche altri consiglieri, compresi alcuni della maggioranza come lo stesso Tommaso Laurora, ora assurto al ruolo di assessore, non presero bene quell'esborso di danari pubblici per la chiesa stessa. Ora il problema è che il Comune di Trani dovrebbe letteralmente chiedere indietro quei soldi, anticipati a suo tempo, proprio allo Stato.

Proprio all'indomani del duro intervento della consigliera Merra, quando ci si accingeva ad elaborare un provvedimento da parte del Comune, per prolungare la permanenza dell'impalcatura e quindi il rapporto con la ditta e quindi l'esborso di denaro pubblico, ecco arrivare lo stop. Tecnicamente parlando c'è il rischio, da parte del Comune, di maturare un ulteriore debito fuori bilancio se non si procederà con la cosiddetta richiesta dei "lavori a danno", e quindi alla consequenziale domanda, nero su bianco, allo Stato, per la restituzione di quei soldi. Chiediamo ora allo stesso Tommaso Laurora se sia possibile "fare presto", in tal senso. Il percorso a ritroso della nostra indagine ci riporta all'intervento della consigliera Merra, come spartiacque per il mancato rinnovo della "collaborazione" tra ditta e Comune, un limite temporale che, rispetto all'accordo originario, era stato già superato e quindi si era in attesa solo del "rinnovo", che una volta non arrivato, avrebbe portato all'accelerazione della chiusura.

Ora a fine inchiesta, veniamo in possesso di un paio di ultim'ora che sicuramente interesseranno i nostri lettori; la prima è sicuramente una good news, tanto agognata di questi tempi: a detta del Ministero dei Beni culturali, i soldi per il restauro di San Domenico, una cifra vicina ai 350mila euro sarebbero già pronti e stanziati; l'informazione ci viene data all'indomani di una riunione tra rappresentanti della Sovrintendenza e dell'amministrazione (pare lo stesso Tommaso Laurora); ora bisogna attendere solo i tempi burocratici e i "raccordi" tra lo stesso Ministero, la Sovrintendenza ed il Comune. Un'altra ultim'ora riguarda una notizia trapelata da Palazzo: l'ingegner Di Donna, noto dirigente del Comune di Trani, avrebbe vinto un concorso che lo porterebbe a lasciare il suo ufficio tranese per quello di Putignano. Il trasferimento avverrà nei prossimi mesi, massimo entro aprile maggio. Ennesimo possibile addio da parte d'un dirigente. La "fuga" da Trani continua.
Chiesa di San Domenico
Chiesa di San Domenico