San Giacomo, rifiuti e disegni osceni
I residenti protestano, i turisti rimangono indignati
mercoledì 7 ottobre 2015
07.00
Disegni osceni, firme varie, cuoricini e frasi inneggianti a improbabili amori. Così si presenta ai turisti il portale della chiesa di San Giacomo, già intitolata a Santa Maria de Russis e risalente all'XI-XII secolo. A questi piccoli e costanti danni, si aggiungono poi la sporcizia, l'incuria e l'abbandono della parte esterna. Così un piccolo gioiello del Romanico, incastonato tra il cuore del centro storico e via fra Diego Alvarez, diventa il simbolo del degrado.
A denunciare la situazione sono innanzitutto i residenti della zona, che hanno più volte chiesto alle guide turistiche di segnalare alla Diocesi e alla Soprintendenza gli scempi presenti sulla facciata della chiesa, già da anni pesantemente danneggiata sul portale: i due animali xilofori (che reggono le colonne) si presentano monchi di alcune parti. L'unico risultato finora ottenuto è che le guide preferiscono evitare questa tappa nel tour in zona. «Ma qualche turista ci arriva da solo – spiega una residente – e rimane indignato di fronte alle scritte e al grosso disegno osceno vicino alla porta. Si chiedono come sia possibile deturpare così un bene con mille anni di vita e, soprattutto, perché nessuno intervenga».
Pare che gli unici interventi per preservare San Giacomo, finora, siano stati attuati proprio dai residenti, che hanno spostato i bidoncini della differenziata sul palazzo di fronte. «Ma ogni mattina – spiega un'altra residente – siamo sempre noi a togliere cartacce e bottiglie di birra lasciate di notte sui gradini di ingresso». Ora si spera nel prossimo Natale, quando la chiesa viene aperta tutti i giorni per il presepe monumentale realizzato nel piano interrato. Forse, per allora, qualcuno avrà deciso di cancellare anche le scritte.
A denunciare la situazione sono innanzitutto i residenti della zona, che hanno più volte chiesto alle guide turistiche di segnalare alla Diocesi e alla Soprintendenza gli scempi presenti sulla facciata della chiesa, già da anni pesantemente danneggiata sul portale: i due animali xilofori (che reggono le colonne) si presentano monchi di alcune parti. L'unico risultato finora ottenuto è che le guide preferiscono evitare questa tappa nel tour in zona. «Ma qualche turista ci arriva da solo – spiega una residente – e rimane indignato di fronte alle scritte e al grosso disegno osceno vicino alla porta. Si chiedono come sia possibile deturpare così un bene con mille anni di vita e, soprattutto, perché nessuno intervenga».
Pare che gli unici interventi per preservare San Giacomo, finora, siano stati attuati proprio dai residenti, che hanno spostato i bidoncini della differenziata sul palazzo di fronte. «Ma ogni mattina – spiega un'altra residente – siamo sempre noi a togliere cartacce e bottiglie di birra lasciate di notte sui gradini di ingresso». Ora si spera nel prossimo Natale, quando la chiesa viene aperta tutti i giorni per il presepe monumentale realizzato nel piano interrato. Forse, per allora, qualcuno avrà deciso di cancellare anche le scritte.