«Sant'Angelo: i prezzi delle case sono quelli, nessuno sta chiedendo di più»

Per il lotto non aggiudicato si torna in Consiglio

giovedì 4 novembre 2010
«I prezzi di cessione degli alloggi da realizzarsi col Contratto di Quartiere sono quelli pubblicizzati sul sito Internet del Comune, non ci sono altri oneri aggiuntivi a carico dei cittadini né tantomeno le imprese aggiudicatrici dei lotti li hanno mai richiesti». Giuseppe Affatato, dirigente dell'ufficio tecnico comunale, scansa subito il campo da equivoci nel corso del convegno organizzato dai Verdi per discutere sullo stato d'attuazione del programma di riqualificazione urbanistica del quartiere Sant'Angelo. Il prezzo di cessione (da assumersi obbligatoriamente come limite massimo) è dunque quello di 1.641,30 euro al metro quadrato di superficie complessiva. «Stiamo dando luogo ai processi espropriativi, i tempi in questo caso si abbreviano o si dilatano a seconda della risposta dei proprietari dei suoli. C'è chi ha già accettato l'indennità di esproprio e c'è chi invece ritiene più conveniente ricorrere all'arbitrato. La sostanza alla fine non cambierà. Chi è partito con i cantieri aveva già l'intera disponibilità dei suoli».



Davanti ad una platea essenzialmente composta da tecnici e politici, Affatato, insieme all'architetto Michele Sgobba (consulente del procedimento) ha risposto alle domande sullo stato dell'arte del procedimento, partito nel 2004 e giunto a maturazione il 12 agosto del 2010 con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia del decreto attuativo dell'accordo di programma tra Ministero, Comune e Regione. Sei anni di iter burocratico che ha prodotto un inevitabile aggiornamento dei quadri economici e finanziari.

Cambiano i tempi e cambiano le strategie a causa della lievitazione dei costi, come nel caso della piscina comunale che, nelle intenzioni iniziali, doveva essere realizzata per intero dal Comune con una consistente tranche (circa 3 milioni e mezzo di euro) dei 5 milioni che il Ministero stanzierà in favore del Comune. «Quell'opera oggi costa non meno di 5 milioni e mezzo – spiega Sgobba – e per questo motivo si è trovata una nuova soluzione, ossia la formula del partenariato tra pubblico e privato. La metà dell'opera sarà finanziata dall'impresa aggiudicataria del lotto, l'altra metà invece sarà a carico del promotore privato che dovrà realizzarla beneficiando, di contro, di una gestione trentennale».



All'appello del Contratto di Quartiere c'è un lotto non ancora assegnato e che nessuno ha voluto perché ritenuto evidentemente poco appetibile. La soluzione del problema è dietro l'angolo. «A giorni – spiega Affatato – verrà sottoposta all'attenzione dei consiglieri comunali una variante planovolumetrica del piano particolare del quartiere da portare all'attenzione del Consiglio comunale». Tradotto in parole povere, una variante al piano che permetterebbe di aggiungere all'area residenziale pubblica un complesso commerciale di 1262 metri quadrati (da realizzarsi vicino la piscina) per rendere più attraente agli investitori il lotto non aggiudicato (e senza aumento di volumetrie). Se questo passaggio in Consiglio dovesse andare a buon fine, subito dopo si procederebbe all'indizione della gara d'appalto per l'aggiudicazione.

Sarà possibile garantire la concomitanza di realizzazione di fabbricati e opere di urbanizzazione secondaria? Domanda ricorrente su cui nessuno ha voluto sbilanciarsi: «Una soluzione ci sarebbe – ha spiegato Sgobba – se le imprese decidessero, attraverso la costituzione di un consorzio, di fungere da stazione appaltante per l'esecuzione degli interventi ma non so se all'amministrazione possa piacere questa ipotesi».