Schiavi delle discariche se la differenziata non decolla
Rifiuti, impietosa radiografia di Colangelo di Legambiente. «Il ciclo dei rifiuti in Puglia è ancora fermo ad una gestione antiecologica»
venerdì 22 giugno 2012
10.49
«La notizia del conferimento dei rifiuti nella discarica di Trani da parte dei comuni ricadenti nell'Ato Ba2 e nell'Ato Ba4 conferma sempre più il consolidarsi dell'insostenibile ciclo dei rifiuti nel Nord barese ed in gran parte della Puglia». A dirlo è Pierluigi Colangelo, presidente del circolo di Trani di Legambiente.
«Appare evidente - scrive Colangelo - che ulteriori 350 tonnellate al giorno, sommate all'equivalente quantitativo derivante dal bacino Ba1, rischiano di accorciare rapidamente anche la durata di colmamento del terzo lotto della discarica ubicata in contrada Puro Vecchio nel Comune di Trani. Il ciclo dei rifiuti in Puglia è ancora fermo ad una gestione antiecologica che vede disperdersi in discarica giganteschi quantitativi di risorse recuperabili comprendenti materiali plastici, carta, vetro, alluminio e frazione organica. Tutti questi surplus di materiali recuperabili che finiscono in discarica contribuiscono a gonfiare le tasche dei gestori, pubblici e privati, che intorno al ciclo dei rifiuti ed alla gestione di discariche in crisi foraggiano un pericolo traffico di rifiuti, rischioso per l'impatto ecosanitario».
«La situazione - prosegue l'esponente di Legambiente - si alimenta con le continue emergenze legate a discariche che scoppiano ma che funzionano in deroga, rappresentando delle vere e proprie bombe ecologiche che inquinano gravemente le componenti suolo, acqua ed aria. Ancora una volta ci tocca affermare una linea di saggezza ecologica che prescinde da posizioni campanilistiche sulle specifiche situazioni ma che cerca di avere una visione razionale e lungimirante della problematica. Purtroppo le percentuali di raccolta differenziata in Puglia sono spesso ferme a valori sotto il 10% al punto da meritare un pesante maglia nera nell'annuale classifica Legambiente sui comuni ricicloni. Basterebbe raggiungere una raccolta differenziata del 50% per prolungare considerevolmente la vita delle discariche e migliorare nettamente la qualità ambientale del territorio pugliese».
«In Puglia - dice Colangelo - le esperienze positive dovute a Comuni che superano il 50% di raccolta differenziata si limitano ancora a poche realtà. Il confronto con la limitrofa Regione Campania è assolutamente penalizzante per i pugliesi. Per voltare pagina definitivamente si dovranno replicare le buone pratiche gestionali di raccolta domiciliare in tutte le Ato, iniziando dai Comuni capoluogo, sul modello di quanto fatto in altre grandi città del meridione d'Italia come Salerno o Avellino che grazie al porta a porta hanno raggiunto il 70% di raccolta differenziata. Un obiettivo che potrà essere raggiunto solo penalizzando economicamente lo smaltimento in discarica, come già fatto in Sardegna negli ultimi anni, approvando quanto prima la nuova legge sull'ecotassa. Tornando alla specifica situazione che coinvolge la discarica di Trani si assiste ad un tragico gioco al massacro dettato dalla non applicazione del porta a porta da parte delle amministrazioni comunali che conferiscono nella discarica in contrada Puro Vecchio».
«Appare evidente - scrive Colangelo - che ulteriori 350 tonnellate al giorno, sommate all'equivalente quantitativo derivante dal bacino Ba1, rischiano di accorciare rapidamente anche la durata di colmamento del terzo lotto della discarica ubicata in contrada Puro Vecchio nel Comune di Trani. Il ciclo dei rifiuti in Puglia è ancora fermo ad una gestione antiecologica che vede disperdersi in discarica giganteschi quantitativi di risorse recuperabili comprendenti materiali plastici, carta, vetro, alluminio e frazione organica. Tutti questi surplus di materiali recuperabili che finiscono in discarica contribuiscono a gonfiare le tasche dei gestori, pubblici e privati, che intorno al ciclo dei rifiuti ed alla gestione di discariche in crisi foraggiano un pericolo traffico di rifiuti, rischioso per l'impatto ecosanitario».
«La situazione - prosegue l'esponente di Legambiente - si alimenta con le continue emergenze legate a discariche che scoppiano ma che funzionano in deroga, rappresentando delle vere e proprie bombe ecologiche che inquinano gravemente le componenti suolo, acqua ed aria. Ancora una volta ci tocca affermare una linea di saggezza ecologica che prescinde da posizioni campanilistiche sulle specifiche situazioni ma che cerca di avere una visione razionale e lungimirante della problematica. Purtroppo le percentuali di raccolta differenziata in Puglia sono spesso ferme a valori sotto il 10% al punto da meritare un pesante maglia nera nell'annuale classifica Legambiente sui comuni ricicloni. Basterebbe raggiungere una raccolta differenziata del 50% per prolungare considerevolmente la vita delle discariche e migliorare nettamente la qualità ambientale del territorio pugliese».
«In Puglia - dice Colangelo - le esperienze positive dovute a Comuni che superano il 50% di raccolta differenziata si limitano ancora a poche realtà. Il confronto con la limitrofa Regione Campania è assolutamente penalizzante per i pugliesi. Per voltare pagina definitivamente si dovranno replicare le buone pratiche gestionali di raccolta domiciliare in tutte le Ato, iniziando dai Comuni capoluogo, sul modello di quanto fatto in altre grandi città del meridione d'Italia come Salerno o Avellino che grazie al porta a porta hanno raggiunto il 70% di raccolta differenziata. Un obiettivo che potrà essere raggiunto solo penalizzando economicamente lo smaltimento in discarica, come già fatto in Sardegna negli ultimi anni, approvando quanto prima la nuova legge sull'ecotassa. Tornando alla specifica situazione che coinvolge la discarica di Trani si assiste ad un tragico gioco al massacro dettato dalla non applicazione del porta a porta da parte delle amministrazioni comunali che conferiscono nella discarica in contrada Puro Vecchio».