Scuola San Paolo e Amministrazione, quel pasticciaccio brutto del contratto disdetto
Un buco nell'acqua in tempi di emergenza aule?
giovedì 3 settembre 2020
In tempi di normalità, un risparmio su di un contratto di locazione a carico del Comune sarebbe stato un toccasana per le casse cittadine. Ma, col senno di poi e visto il caos e la emergenza aule per le scuole, scatenata dal mostro Covid, un "porto sicuro", un punto di riferimento cui fare capo, come la scuola San Paolo, con aule larghe e a norma, a 360 gradi, antincendio compreso avrebbe fatto comodo.
Il contratto del Comune di Trani nei confronti della scuola San Paolo da un anno è stato però disdetto; nel frattempo lo stesso Comune ha continuato ad usufruire di sole sei aule per l'asilo ( ma ora, come da contratto, le suore rivendicano il pagamento per l'intero stabile, poiché lo stesso contratto prevede l'utilizzo di tutte le aule) - mentre si sono utilizzate solo 6 aule, dicevamo, e, lo ribadiamo, perché qui c'è il vulnus e la beffa, si dovrà pagare come se le si fossero occupate tutte-.
Nel frattempo il Ministero ha emanato un bando, come avete letto su Traniviva, per usufruire di aule attinte da enti ecclesiastici, tipo scuole private o enti di formazione. Nel caso rientrebbero proprio le aule del San Paolo che però al momento risentono ancora dell'occupazione del Comune per quelle famose sei aule, che se non liberate dall'Amministrazione, non potrebbero rientrare in quel bando.
Un doppio nodo con cane che si morde una doppia coda, con il Comune debitore ed a rischio sfratto, e le suore che da una parte vantano un credito verso la Casa Comunale, la nostra Casa, e dall'altra si vedono impedite nel poter contribuire in pieno nel far fronte all'emergenza. È un aspetto che la opposizione "cinquepallesca" ha messo in rilievo nei giorni scorsi e, dato il momento delicato per le scuole, mi è sembrato giusto dargli risalto. Meditiamo su contraddizioni come queste, in tempi difficili per la scuola e l'amministrazione della Cosa Pubblica.
Il contratto del Comune di Trani nei confronti della scuola San Paolo da un anno è stato però disdetto; nel frattempo lo stesso Comune ha continuato ad usufruire di sole sei aule per l'asilo ( ma ora, come da contratto, le suore rivendicano il pagamento per l'intero stabile, poiché lo stesso contratto prevede l'utilizzo di tutte le aule) - mentre si sono utilizzate solo 6 aule, dicevamo, e, lo ribadiamo, perché qui c'è il vulnus e la beffa, si dovrà pagare come se le si fossero occupate tutte-.
Nel frattempo il Ministero ha emanato un bando, come avete letto su Traniviva, per usufruire di aule attinte da enti ecclesiastici, tipo scuole private o enti di formazione. Nel caso rientrebbero proprio le aule del San Paolo che però al momento risentono ancora dell'occupazione del Comune per quelle famose sei aule, che se non liberate dall'Amministrazione, non potrebbero rientrare in quel bando.
Un doppio nodo con cane che si morde una doppia coda, con il Comune debitore ed a rischio sfratto, e le suore che da una parte vantano un credito verso la Casa Comunale, la nostra Casa, e dall'altra si vedono impedite nel poter contribuire in pieno nel far fronte all'emergenza. È un aspetto che la opposizione "cinquepallesca" ha messo in rilievo nei giorni scorsi e, dato il momento delicato per le scuole, mi è sembrato giusto dargli risalto. Meditiamo su contraddizioni come queste, in tempi difficili per la scuola e l'amministrazione della Cosa Pubblica.