Sequestro I.da.pro, i macellai di Trani si organizzano
Ossa e carcasse di animali nelle celle frigorifere. «Ma fra sette giorni sarà caos»
martedì 5 ottobre 2010
Dopo il sequestro preventivo dello stabilimento I.da.pro., i macellai non sanno più come smaltire i loro rifiuti (ossa e carcasse di animali). Traniweb ha provato ad ascoltarli. L'unica soluzione, nell'immediato, è conservare gli scarti nelle celle frigorifere. Ci fanno capire, però, che si vedranno costretti a gettare tutto nella spazzatura al termine di una settimana al massimo, causa il cattivo odore dovuto all'inevitabile deterioramento della carne.
La gestione aziendale dello stabilimento posto sotto sequestro è stata affidata in amministrazione giudiziaria alla Asl Bat che avrà il compito di proseguire l'attività con modalità ridotte. Ad oggi, però, i macellai non hanno ancora avuto indicazioni precise. «La maggior parte di noi – dice un macellaio – ha un contratto con la I.da.pro. a cui versiamo dai 700 ai 1000 euro all'anno per lo smaltimento. Inzialmente era la società a pagarci in base al peso dei rifiuti, da qualche anno invece accade il contrario. Chi non lo fa rischia la multa o la chiusura, a seguito di un eventuale controllo da parte della Asl. Adesso attendiamo di capire i risvolti di questa vicenda, ma siamo preoccupati».
Tutti sperano che la situazione si definisca nelle prossime settimane. L'azienda aveva già chiuso in passato per dieci giorni quando divampò il caso della mucca pazza, ma stavolta si teme che i tempi possano essere più lunghi. «Per adesso conserviamo i rifiuti nelle celle frigorifere. Aspettiamo il decorrere di questa settimana prima di parlare di un'emergenza ambientale a meno che la Asl non prenda provvedimenti prima».
Federica Porcelli
La gestione aziendale dello stabilimento posto sotto sequestro è stata affidata in amministrazione giudiziaria alla Asl Bat che avrà il compito di proseguire l'attività con modalità ridotte. Ad oggi, però, i macellai non hanno ancora avuto indicazioni precise. «La maggior parte di noi – dice un macellaio – ha un contratto con la I.da.pro. a cui versiamo dai 700 ai 1000 euro all'anno per lo smaltimento. Inzialmente era la società a pagarci in base al peso dei rifiuti, da qualche anno invece accade il contrario. Chi non lo fa rischia la multa o la chiusura, a seguito di un eventuale controllo da parte della Asl. Adesso attendiamo di capire i risvolti di questa vicenda, ma siamo preoccupati».
Tutti sperano che la situazione si definisca nelle prossime settimane. L'azienda aveva già chiuso in passato per dieci giorni quando divampò il caso della mucca pazza, ma stavolta si teme che i tempi possano essere più lunghi. «Per adesso conserviamo i rifiuti nelle celle frigorifere. Aspettiamo il decorrere di questa settimana prima di parlare di un'emergenza ambientale a meno che la Asl non prenda provvedimenti prima».
Federica Porcelli