Sesta Provincia, la proposta del dott. Cuccovillo
«A Trani il diritto di "invocare" gli organi di giustizia tributaria»
mercoledì 20 febbraio 2008
«La nascita della nuova provincia Barletta-Andria-Trani costituisce occasione unica per la valorizzazione del territorio, la sua crescita ed il suo ordinato sviluppo e per la realizzazione di un apparato politico amministrativo il più vicino possibile alle esigenze e necessità dei suoi abitanti. Prima di ogni proposta di articolazione dei pubblici uffici sul territorio, però, è doveroso tener presente la peculiare posizione e situazione della città di Trani. Essa, con l'istituzione della nuova Provincia, paradossalmente, si trova ad essere penalizzata per l'inevitabile ridimensionamento di uffici pubblici e comandi di forze di polizia attualmente esistenti, per effetto del nuovo assetto territoriale che comporta la perdita di tutti i comuni a sud-est del nuovo confine provinciale, attualmente rientranti nell'area definita "nord-barese".
Fatta questa necessaria premessa, innanzitutto è doveroso favorire una allocazione degli uffici tra le città capoluogo in modo da evitare che la città di Trani venga addirittura danneggiata dall'istituzione della nuova provincia e dalla sua elevazione a capoluogo (unitamente a Barletta e Andria). Al fine di sfatare il luogo comune secondo cui, nell'ambito della dislocazione degli uffici tra le città capoluogo, Trani è stata individuata quale destinataria del c.d. "polo giudiziario", è opportuno tener presente che l'istituzione o la soppressione di uffici giudiziari, nonché la modificazione della loro circoscrizione, sono stabilite solo e unicamente da leggi dello Stato, né la legge istitutiva della nuova provincia pugliese prevede alcunchè rispetto all'organizzazione giudiziaria.
La cosiddetta intesa (o pseudo tale) dei Sindaci dei Comuni facenti parte del nuovo Ente sulle proposte da presentare al Governo circa la dislocazione degli uffici statali tra le città capoluogo, almeno per quelli di cui si proponeva l'istituzione in Trani, è stata superata dalle statuizioni della legge finanziaria per l'anno 2007 che ha vietato qualsiasi nuova realtà universitaria, ha addirittura previsto la soppressione di uffici provinciali del Ministero dell'Economia e delle Finanze, prevedendone l'istituzione, quantomeno, a livello interprovinciale. Allo stato attuale, pertanto, alla città di Trani non sarebbe assegnato alcun ufficio statale di interesse provinciale. Sembra quasi una beffa solo che si pensi che Trani ha già ricoperto il ruolo di Capoluogo di Provincia di Terra di Bari dal 1586 sino al 1809.
Preliminarmente, anche alla luce delle precedenti considerazioni, è irrinunciabile sostenere il principio che tutte le istituzioni attualmente esistenti nella città vengano confermate, assumendo, ove la legge richieda una trasformazione per il conferimento di ulteriori funzioni, la dimensione di ufficio provinciale. In tal modo, innanzitutto si consegue un risparmio di spesa, evitando l'attivazione in altre città di uffici esistenti da tempo immemorabile in Trani e si rispetterebbe la volontà del legislatore che ha statuito come la dislocazione dei pubblici uffici rispecchi le vocazioni territoriali delle città interessate.
L'esistenza di antichi uffici, istituiti agli inizi dell'800, tutti legati, per una serie di ragioni, alla presenza del Tribunale (rimasto unico per l'intera Provincia di Bari sino all'Unità d'Italia), deve essere inteso come vocazione della città interessata a mantenere la pubblica istituzione ivi insediata perché, nel tempo (si pensi alle istituzioni giudiziarie insediate sin dall' XI secolo), essa si è inserita nel tessuto economico-sociale del territorio cittadino e, in quanto tale, costituisce una delle espressioni delle vocazioni della città. E' incontrovertibile che Trani, oltre quelle culturali e turistiche, ha avuto sempre vocazioni ad essere sede di uffici statali. Nell'attuale assetto non vi è dubbio che la città ha vocazione ad ospitare istituzioni che disimpegnino i compiti tradizionali dello Stato sul territorio mentre le altre città capoluogo possono ospitare uffici le cui attribuzioni siano legate ad attività preminenti nelle proprie comunità, quali quelle commerciali, artigianali, agricole, rappresentando, in tal modo, i settori in cui lo Stato è intervenuto in maniera determinante nel corso degli ultimi decenni.
La presenza degli uffici giudiziari circondariali, degli Ordini professionali di avvocati e procuratori, dottori commercialisti ed il Collegio dei ragionieri e periti commerciali dà a Trani il diritto di "invocare" lo stretto collegamento di istituzioni omologhe quale gli organi di giustizia tributaria, attraverso l'istituzione della Commissione tributaria provinciale (ex Commissione tributaria di I grado), funzionante in città sino a qualche anno addietro. Per le sue vocazioni culturali e turistiche e per il suo patrimonio artistico e ambientale, si chiede con forza che la città di Trani ospiti istituzioni inerenti la promozione e la diffusione della cultura (non solo giuridica). E' da tenere in primaria considerazione, infatti, che la conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, unitamente all'incentivazione di forme di turismo culturale, costituiscono il volano dell'economia dell'intero territorio dell'istituenda provincia.
Si chiede, inoltre, un intervento del Comune di Trani presso la Regione Puglia affinchè, come assicurato in svariate occasioni dai consiglieri regionali di tutte le forze politiche, essa individui i propri uffici decentrati da attivare nella nuova provincia. Una concertazione organica e sinergica tra i vari soggetti istituzionali, attraverso l'individuazione di uffici ed enti pubblici diversi da quelli statali da allocare nelle città capoluogo, contribuirà a rasserenare i rapporti tra le comunità locali e valorizzare le potenzialità di cui ciascuna di esse è dotata. Si esprime l'auspicio che il Comune di Trani ribadisca con forza lo spirito policentrico cui deve ispirarsi, secondo la legge istitutiva, il nuovo Ente istituzionale e rivendichi la propria posizione paritaria con le altre città capoluogo attraverso la concreta istituzione di ben definiti pubblici uffici.
Contemporaneamente si invita l'intera municipalità ad avviare una fattiva opera di sensibilizzazione nei confronti delle altre città a nord di Bari affinchè, in forza delle comune radici culturali e identità territoriali, entrino a far parte della nuova provincia, assurgendo a rilevanti poli di riferimento industriale, commerciale, artigianale della nuova circoscrizione territoriale. Si auspica, infine, la costituzione di una Commissione che, in vario modo, possa supportare il cammino non facile di Sindaco, Giunta Municipale e Consiglio comunale verso il raggiungimento di questo traguardo, nell'interesse esclusivo dell'intero territorio e dei suoi abitanti.»
Dott. Nicola Cuccovillo
Presidente Circolo "Sandro Pertini"
Fatta questa necessaria premessa, innanzitutto è doveroso favorire una allocazione degli uffici tra le città capoluogo in modo da evitare che la città di Trani venga addirittura danneggiata dall'istituzione della nuova provincia e dalla sua elevazione a capoluogo (unitamente a Barletta e Andria). Al fine di sfatare il luogo comune secondo cui, nell'ambito della dislocazione degli uffici tra le città capoluogo, Trani è stata individuata quale destinataria del c.d. "polo giudiziario", è opportuno tener presente che l'istituzione o la soppressione di uffici giudiziari, nonché la modificazione della loro circoscrizione, sono stabilite solo e unicamente da leggi dello Stato, né la legge istitutiva della nuova provincia pugliese prevede alcunchè rispetto all'organizzazione giudiziaria.
La cosiddetta intesa (o pseudo tale) dei Sindaci dei Comuni facenti parte del nuovo Ente sulle proposte da presentare al Governo circa la dislocazione degli uffici statali tra le città capoluogo, almeno per quelli di cui si proponeva l'istituzione in Trani, è stata superata dalle statuizioni della legge finanziaria per l'anno 2007 che ha vietato qualsiasi nuova realtà universitaria, ha addirittura previsto la soppressione di uffici provinciali del Ministero dell'Economia e delle Finanze, prevedendone l'istituzione, quantomeno, a livello interprovinciale. Allo stato attuale, pertanto, alla città di Trani non sarebbe assegnato alcun ufficio statale di interesse provinciale. Sembra quasi una beffa solo che si pensi che Trani ha già ricoperto il ruolo di Capoluogo di Provincia di Terra di Bari dal 1586 sino al 1809.
Preliminarmente, anche alla luce delle precedenti considerazioni, è irrinunciabile sostenere il principio che tutte le istituzioni attualmente esistenti nella città vengano confermate, assumendo, ove la legge richieda una trasformazione per il conferimento di ulteriori funzioni, la dimensione di ufficio provinciale. In tal modo, innanzitutto si consegue un risparmio di spesa, evitando l'attivazione in altre città di uffici esistenti da tempo immemorabile in Trani e si rispetterebbe la volontà del legislatore che ha statuito come la dislocazione dei pubblici uffici rispecchi le vocazioni territoriali delle città interessate.
L'esistenza di antichi uffici, istituiti agli inizi dell'800, tutti legati, per una serie di ragioni, alla presenza del Tribunale (rimasto unico per l'intera Provincia di Bari sino all'Unità d'Italia), deve essere inteso come vocazione della città interessata a mantenere la pubblica istituzione ivi insediata perché, nel tempo (si pensi alle istituzioni giudiziarie insediate sin dall' XI secolo), essa si è inserita nel tessuto economico-sociale del territorio cittadino e, in quanto tale, costituisce una delle espressioni delle vocazioni della città. E' incontrovertibile che Trani, oltre quelle culturali e turistiche, ha avuto sempre vocazioni ad essere sede di uffici statali. Nell'attuale assetto non vi è dubbio che la città ha vocazione ad ospitare istituzioni che disimpegnino i compiti tradizionali dello Stato sul territorio mentre le altre città capoluogo possono ospitare uffici le cui attribuzioni siano legate ad attività preminenti nelle proprie comunità, quali quelle commerciali, artigianali, agricole, rappresentando, in tal modo, i settori in cui lo Stato è intervenuto in maniera determinante nel corso degli ultimi decenni.
La presenza degli uffici giudiziari circondariali, degli Ordini professionali di avvocati e procuratori, dottori commercialisti ed il Collegio dei ragionieri e periti commerciali dà a Trani il diritto di "invocare" lo stretto collegamento di istituzioni omologhe quale gli organi di giustizia tributaria, attraverso l'istituzione della Commissione tributaria provinciale (ex Commissione tributaria di I grado), funzionante in città sino a qualche anno addietro. Per le sue vocazioni culturali e turistiche e per il suo patrimonio artistico e ambientale, si chiede con forza che la città di Trani ospiti istituzioni inerenti la promozione e la diffusione della cultura (non solo giuridica). E' da tenere in primaria considerazione, infatti, che la conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, unitamente all'incentivazione di forme di turismo culturale, costituiscono il volano dell'economia dell'intero territorio dell'istituenda provincia.
Si chiede, inoltre, un intervento del Comune di Trani presso la Regione Puglia affinchè, come assicurato in svariate occasioni dai consiglieri regionali di tutte le forze politiche, essa individui i propri uffici decentrati da attivare nella nuova provincia. Una concertazione organica e sinergica tra i vari soggetti istituzionali, attraverso l'individuazione di uffici ed enti pubblici diversi da quelli statali da allocare nelle città capoluogo, contribuirà a rasserenare i rapporti tra le comunità locali e valorizzare le potenzialità di cui ciascuna di esse è dotata. Si esprime l'auspicio che il Comune di Trani ribadisca con forza lo spirito policentrico cui deve ispirarsi, secondo la legge istitutiva, il nuovo Ente istituzionale e rivendichi la propria posizione paritaria con le altre città capoluogo attraverso la concreta istituzione di ben definiti pubblici uffici.
Contemporaneamente si invita l'intera municipalità ad avviare una fattiva opera di sensibilizzazione nei confronti delle altre città a nord di Bari affinchè, in forza delle comune radici culturali e identità territoriali, entrino a far parte della nuova provincia, assurgendo a rilevanti poli di riferimento industriale, commerciale, artigianale della nuova circoscrizione territoriale. Si auspica, infine, la costituzione di una Commissione che, in vario modo, possa supportare il cammino non facile di Sindaco, Giunta Municipale e Consiglio comunale verso il raggiungimento di questo traguardo, nell'interesse esclusivo dell'intero territorio e dei suoi abitanti.»
Dott. Nicola Cuccovillo
Presidente Circolo "Sandro Pertini"