Si riaccende la polemica per la pista ciclabile di Via Martiri di Palermo
Un ciclista: “Devo fare una polizza infortuni prima di percorrerla?”
giovedì 22 agosto 2024
7.06
Si riaccende la polemica sulle pessime condizioni in cui versa la pista ciclabile di Via Martiri di Palermo. Rami sporgenti, piante incolte, pericolosi rialzi dell'asfalto. Cresce, conseguentemente, sempre di più il sentimento di rabbia degli amanti della bici che, già scontenti delle poche piste ciclabili, ne lamentano il cattivo stato di manutenzione.
«È bello – ha detto un ciclista - andare per le campagne tranesi, avverto il bisogno di respirare un po' di aria pulita, lontano dallo smog delle zone più trafficate. Mi capita, dunque, spesso di passare con la bici da Via Martiri di Palermo e ogni volta è un'impresa. Mi chiedo, dovrebbe chiederselo anche chi amministra la Città, che senso ha una pista ciclabile ridotta così? Si incentiva in questo modo la mobilità sostenibile? Per caso, - ha domandato sarcasticamente - devo fare una polizza infortuni prima di percorrerla? È ormai preferibile non percorrerla che percorrerla perché, paradossalmente, per un ciclista è meno pericolosa la strada che la pista ciclabile».
Per quanto tempo la situazione resterà così non è dato sapersi. Certo, non si può più tollerare l'assenza di transenne ad interdire l'accesso a strade, marciapiedi o piste ciclabili che costituiscono una minaccia per la pubblica incolumità. Possono mancare i denari per interventi di riqualificazione o ripristino, ma non può e non deve mai mancare almeno la buona volontà di mettere in sicurezza aree di pericolo come questa.
«È bello – ha detto un ciclista - andare per le campagne tranesi, avverto il bisogno di respirare un po' di aria pulita, lontano dallo smog delle zone più trafficate. Mi capita, dunque, spesso di passare con la bici da Via Martiri di Palermo e ogni volta è un'impresa. Mi chiedo, dovrebbe chiederselo anche chi amministra la Città, che senso ha una pista ciclabile ridotta così? Si incentiva in questo modo la mobilità sostenibile? Per caso, - ha domandato sarcasticamente - devo fare una polizza infortuni prima di percorrerla? È ormai preferibile non percorrerla che percorrerla perché, paradossalmente, per un ciclista è meno pericolosa la strada che la pista ciclabile».
Per quanto tempo la situazione resterà così non è dato sapersi. Certo, non si può più tollerare l'assenza di transenne ad interdire l'accesso a strade, marciapiedi o piste ciclabili che costituiscono una minaccia per la pubblica incolumità. Possono mancare i denari per interventi di riqualificazione o ripristino, ma non può e non deve mai mancare almeno la buona volontà di mettere in sicurezza aree di pericolo come questa.