"Sistema Trani", dall'ordinanza del Gip spunta il nome di Fitto
Non risulta indagato ma ebbe un ruolo fondamentale nelle amministrative tranesi
sabato 20 dicembre 2014
17.20
Le dichiarazioni rese dal consigliere comunale Giuseppe Corrado nel corso delle indagini sfociate negli arresti di stamattina per il presunto sistema illecito che avrebbe imperato in città hanno portano l'inchiesta a scrivere i dietro le quinte della politica tranese, col ruolo di garante che avrebbe avuto l'onorevole del Pdl Raffaele Fitto, che, è bene sottolineare, è assolutamente estraneo a qualsiasi illecito contestato dal pubblico ministero Michele Ruggiero.
Interrogato lo scorso settembre dal pm, Corrado ha dichiarato: «Al momento delle primarie per la scelta del sindaco ho votato e fatto votare Riserbato, facendo campagna elettorale per lui. Dopo la sua vittoria alle primarie accadeva che Giuseppe Di Marzio del Pdl, da vecchio democristiano da prima Repubblica qual è, minacciava di candidarsi per un'area centrista che conglobava all'epoca Udc, Democrazia Cristiana di Triminì e varie liste civiche. A quel punto interveniva l'on. Fitto ed il tavolo della trattativa veniva spostato su Roma, dove Riserbato, nascondendolo un po' a tutti, concludeva l'accordo con Di Marzio, garante l'on. Fitto. Di Marzio voleva un garante politico, non si fidava di Riserbato. Conclusero un accordo politico in forza del quale Di Marzio assicurava di non candidarsi, ottenendo, in caso di vittoria di Riserbato, l'incarico di vicesindaco, di assessore e di commissario del Pdl di Trani, per modo di gestire tutte le nomine, tutto l'aspetto politico. Di Marzio otteneva, dopo quell'accordo, anche la mia testa sul piano politico. Io sono stato un avversario durissimo di Di Marzio e gli ho impedito, di fatto, di diventare il candidato unico del Pdl».
Interrogato lo scorso settembre dal pm, Corrado ha dichiarato: «Al momento delle primarie per la scelta del sindaco ho votato e fatto votare Riserbato, facendo campagna elettorale per lui. Dopo la sua vittoria alle primarie accadeva che Giuseppe Di Marzio del Pdl, da vecchio democristiano da prima Repubblica qual è, minacciava di candidarsi per un'area centrista che conglobava all'epoca Udc, Democrazia Cristiana di Triminì e varie liste civiche. A quel punto interveniva l'on. Fitto ed il tavolo della trattativa veniva spostato su Roma, dove Riserbato, nascondendolo un po' a tutti, concludeva l'accordo con Di Marzio, garante l'on. Fitto. Di Marzio voleva un garante politico, non si fidava di Riserbato. Conclusero un accordo politico in forza del quale Di Marzio assicurava di non candidarsi, ottenendo, in caso di vittoria di Riserbato, l'incarico di vicesindaco, di assessore e di commissario del Pdl di Trani, per modo di gestire tutte le nomine, tutto l'aspetto politico. Di Marzio otteneva, dopo quell'accordo, anche la mia testa sul piano politico. Io sono stato un avversario durissimo di Di Marzio e gli ho impedito, di fatto, di diventare il candidato unico del Pdl».