Sono dieci le piccole province che rischiano di sparire
Sotto la scure della manovra finanziaria finiscono anche Isernia e Matera
giovedì 27 maggio 2010
«Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, mi ha assicurato che nella manovra finanziaria non ci saranno norme sull'abolizione delle Province». Lo ha detto il Presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, nel corso della Conferenza Stampa che si è tenuta oggi al termine dell'Ufficio di Presidenza dell'Upi, convocato per discutere dell'impatto della manovra finanziaria sui bilanci delle Province.
L'Ufficio di Presidenza ha approvato un ordine del giorno nel quale si sottolineano gli sforzi che le Province in questi anni hanno sostenuto nel contenimento della loro spese correnti e di investimento in un contesto di peggioramento complessivo dei conti pubblici del Paese. «Le Province italiane - si legge nel testo - sono consapevoli della grave congiuntura economica che l'Italia e l'Europa devono affrontare e sono pronte a dare il loro contributo allo sforzo che il Governo sta chiedendo per il risanamento delle finanze pubbliche e per il rilancio del Paese. In questa prospettiva, le Province condividono l'esigenza che tutto il sistema politico ed istituzionale contribuisca a questo sforzo, attraverso un serio processo di riordino e di semplificazione del sistema istituzionale che porti a sensibili riduzioni della spesa pubblica e che affronti anche, in modo adeguato, il tema dei costi della politica».
Sono dieci piccole province minacciate dalla scure della manovra finanziaria: Biella e Vercelli (Piemonte), Rieti (Lazio), Isernia (Molise), Matera (Basilicata), Vibo Valentia e Crotone (Calabria), Ascoli Piceno e Fermo (Marche), Massa Carrara (Toscana), tutte al di sotto della fatidica soglia dei 220mila abitanti. Sarebbe comunque salva la Bat con 391.180 abitanti (al 31 agosto 2009, fonte Wikipedia). «Per quanto riguarda l'abolizione delle Province - si legge nel testo - l'Unione delle Province d'Italia ribadisce la sua assoluta contrarietà all'inserimento di queste disposizioni nel decreto legge recante la manovra finanziaria e sottolinea la loro incostituzionalità rispetto alle procedure di modifica delle circoscrizioni provinciali previste dall'articolo 133, comma 1, della Costituzione che recita "Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione."»
L'Ufficio di Presidenza ha approvato un ordine del giorno nel quale si sottolineano gli sforzi che le Province in questi anni hanno sostenuto nel contenimento della loro spese correnti e di investimento in un contesto di peggioramento complessivo dei conti pubblici del Paese. «Le Province italiane - si legge nel testo - sono consapevoli della grave congiuntura economica che l'Italia e l'Europa devono affrontare e sono pronte a dare il loro contributo allo sforzo che il Governo sta chiedendo per il risanamento delle finanze pubbliche e per il rilancio del Paese. In questa prospettiva, le Province condividono l'esigenza che tutto il sistema politico ed istituzionale contribuisca a questo sforzo, attraverso un serio processo di riordino e di semplificazione del sistema istituzionale che porti a sensibili riduzioni della spesa pubblica e che affronti anche, in modo adeguato, il tema dei costi della politica».
Sono dieci piccole province minacciate dalla scure della manovra finanziaria: Biella e Vercelli (Piemonte), Rieti (Lazio), Isernia (Molise), Matera (Basilicata), Vibo Valentia e Crotone (Calabria), Ascoli Piceno e Fermo (Marche), Massa Carrara (Toscana), tutte al di sotto della fatidica soglia dei 220mila abitanti. Sarebbe comunque salva la Bat con 391.180 abitanti (al 31 agosto 2009, fonte Wikipedia). «Per quanto riguarda l'abolizione delle Province - si legge nel testo - l'Unione delle Province d'Italia ribadisce la sua assoluta contrarietà all'inserimento di queste disposizioni nel decreto legge recante la manovra finanziaria e sottolinea la loro incostituzionalità rispetto alle procedure di modifica delle circoscrizioni provinciali previste dall'articolo 133, comma 1, della Costituzione che recita "Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione."»