Sport e sesso sono compatibili?
Una nuova pagina della rubrica "Salute d'asporto" di Giuseppe Labianca
sabato 12 settembre 2020
Da numerosi anni si cerca di dare una risposta a questa domanda e sono numerosi gli studi che offrono uno spunto su cui ragionare. Questo dibattito inizia in tempi remoti, infatti già nel 77 a.C. Plinio il vecchio stabilisce un legame sesso-sport con valenze positive:" Gli atleti se poco reattivi dovrebbero rivitalizzarsi facendo l'amore". Inoltre i gladiatori rimani trascorrevano la notte precedente ai giochi con la propria partner. È probabile, quindi, che il rapporto sessuale pre-performance venisse considerato benefico. Attualmente molti atleti agonisti sono costretti dai loro allenatori e dalle società sportive ad una rigorosa astinenza sessuale.
Il sesso, secondo numerosi studi, funzionerebbe come doping naturale, sia per gli uomini che per le donne, poiché durante l'attività sessuale aumentano i livelli di testosterone, che garantisce un maggior vigore durante la performance. Nei primi anni 70, all'Università di Maryland, Warenjohnson aveva sottoposto 14 atleti sposati a test di forza e di resistenza prima a distanza di 12 ore, poi a distanza di 6 ore da un rapporto sessuale, senza rilevare differenze significative nei loro comportamenti.
Un'altra recente indagine americana ha evidenziato che l'attività sessuale non è più stressante sull'apparato cardiocircolatorio di molte altre attività quotidiane, come il camminare o il salire le scale. Infatti, la quantità di energia necessaria per svolgere un atto sessuale si è dimostrata equivalente a quella spesa per salire due rampe di scala in un minuto, e cioè tra le 150 e le 300 calorie. Un dispendio, perciò, tranquillamente compensato da una buona dormita di almeno otto ore. Nel 1995 all'Università del Minnesota è stata misurata la performance atletica in 11 uomini sia dopo che avevano avuto un rapporto sessuale la notte precedente, sia dopo un periodo di astinenza. I risultati hanno evidenziato un'ottima prestazione in entrambe le occasioni, chiara conferma della mancata interferenza negativa della prestazione sessuale. Un gruppo di scienziati italiani, inoltre, nel 1999 ha riscontrato che i livelli maschili di testosterone crescono di pari passo con l'attività sessuale, conferendo così un maggior tasso di aggressività che può avere adeguato sfogo nella prestazione sportiva.
La psicologia mette in evidenza come la repressione sessuale e l'astinenza sessuale forzata provochino più danni di una moderata attività sessuale, poiché turbano l'equilibrio dell'atleta, che prima di essere atleta è un essere umano.
Il sesso, secondo numerosi studi, funzionerebbe come doping naturale, sia per gli uomini che per le donne, poiché durante l'attività sessuale aumentano i livelli di testosterone, che garantisce un maggior vigore durante la performance. Nei primi anni 70, all'Università di Maryland, Warenjohnson aveva sottoposto 14 atleti sposati a test di forza e di resistenza prima a distanza di 12 ore, poi a distanza di 6 ore da un rapporto sessuale, senza rilevare differenze significative nei loro comportamenti.
Un'altra recente indagine americana ha evidenziato che l'attività sessuale non è più stressante sull'apparato cardiocircolatorio di molte altre attività quotidiane, come il camminare o il salire le scale. Infatti, la quantità di energia necessaria per svolgere un atto sessuale si è dimostrata equivalente a quella spesa per salire due rampe di scala in un minuto, e cioè tra le 150 e le 300 calorie. Un dispendio, perciò, tranquillamente compensato da una buona dormita di almeno otto ore. Nel 1995 all'Università del Minnesota è stata misurata la performance atletica in 11 uomini sia dopo che avevano avuto un rapporto sessuale la notte precedente, sia dopo un periodo di astinenza. I risultati hanno evidenziato un'ottima prestazione in entrambe le occasioni, chiara conferma della mancata interferenza negativa della prestazione sessuale. Un gruppo di scienziati italiani, inoltre, nel 1999 ha riscontrato che i livelli maschili di testosterone crescono di pari passo con l'attività sessuale, conferendo così un maggior tasso di aggressività che può avere adeguato sfogo nella prestazione sportiva.
La psicologia mette in evidenza come la repressione sessuale e l'astinenza sessuale forzata provochino più danni di una moderata attività sessuale, poiché turbano l'equilibrio dell'atleta, che prima di essere atleta è un essere umano.