Spostamento sede AMET, la replica di Giangualano e Mastromauro
«Costosissima da abbattere e con spazi limitati per un teatro»
giovedì 28 maggio 2009
«Ci fa piacere che il Presidente dell'AMET abbia, con grande celerità, raccolto il nostro spunto critico sulla gara per l'acquisizione di una nuova sede dell'Azienda. E tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti anche per il tono diplomatico usato, fatta piccola eccezione per riferimenti a "vecchi legami" di cui, sinceramente, non riusciamo a capirne il significato e fatta eccezione su lezioni statutarie di cui non abbiamo bisogno (conosciamo benissimo le competenze del Consiglio di amministrazione, dell'Assemblea e del Consiglio Comunale) e su lezioni fiscali ormai vetuste (da molti anni è stato eliminato il vantaggio fiscale del leasing).
Non si vuole nemmeno contestare che la costruzione di un teatro comunale non sia stato uno dei punti cardine del programma del Sindaco, eletto con suffragio indiscutibile: quello che non si è mai esplicitato chiaramente è che tale scelta debba per forza ricadere sulla sede dell'AMET, costosissima da abbattere e con spazi limitati per ricavarne un teatro, con numero di posti insufficiente al ritorno degli investimenti o almeno delle spese di gestione. Ma anche queste valutazioni vogliamo lasciarle al Consiglio Comunale, così come il pericolo di un distacco affettivo dei cittadini da un'Azienda relegata in periferia, sembrandoci troppo poco una targa ricordo, come si fa per i defunti, per ricordare che, una volta, in quel posto c'era l'Azienda Elettrica. Però, il cardine del nostro intervento, per cui ci aspettavamo ringraziamenti e non repliche, era incentrato su un problema essenziale su cui la nota del Presidente ha glissato: come è possibile trovare sul territorio di Trani un immobile concepito con le tecniche antisismiche per soddisfare le richieste delle normali attività industriali e terziarie che sia stato anche dimensionato con le maggiorazioni di calcolo (notoriamente molto più costose) previste dalla legge per i servizi di pubblica utilità? Delle due l'una: o il proprietario/costruttore è stato assistito da qualche indovino che aveva previsto la gara dell'AMET e la sua aggiudicazione, oppure inconsapevolmente è stata bandita una inutile gara che, senza previo indirizzo del Consiglio Comunale e, se pur con una generica clausola di conformità tecnica, non aveva previsto tale inghippo.
Ritenendo di essere stati utili (in Abruzzo sono sotto inchiesta penale gli artefici delle strutture che dovevano essere conformi alle maggiorazioni di calcolo) e proprio per evitare incidenti di percorso nella fase irreversibile del procedimento, auguriamo all'AMET di centrare quegli obiettivi di benessere ed efficienza nel campo energetico (diverso da quello immobiliare) per cui tifiamo.»
Ing. Giuseppe Mastromauro
Dott. Francesco Giangualano
Non si vuole nemmeno contestare che la costruzione di un teatro comunale non sia stato uno dei punti cardine del programma del Sindaco, eletto con suffragio indiscutibile: quello che non si è mai esplicitato chiaramente è che tale scelta debba per forza ricadere sulla sede dell'AMET, costosissima da abbattere e con spazi limitati per ricavarne un teatro, con numero di posti insufficiente al ritorno degli investimenti o almeno delle spese di gestione. Ma anche queste valutazioni vogliamo lasciarle al Consiglio Comunale, così come il pericolo di un distacco affettivo dei cittadini da un'Azienda relegata in periferia, sembrandoci troppo poco una targa ricordo, come si fa per i defunti, per ricordare che, una volta, in quel posto c'era l'Azienda Elettrica. Però, il cardine del nostro intervento, per cui ci aspettavamo ringraziamenti e non repliche, era incentrato su un problema essenziale su cui la nota del Presidente ha glissato: come è possibile trovare sul territorio di Trani un immobile concepito con le tecniche antisismiche per soddisfare le richieste delle normali attività industriali e terziarie che sia stato anche dimensionato con le maggiorazioni di calcolo (notoriamente molto più costose) previste dalla legge per i servizi di pubblica utilità? Delle due l'una: o il proprietario/costruttore è stato assistito da qualche indovino che aveva previsto la gara dell'AMET e la sua aggiudicazione, oppure inconsapevolmente è stata bandita una inutile gara che, senza previo indirizzo del Consiglio Comunale e, se pur con una generica clausola di conformità tecnica, non aveva previsto tale inghippo.
Ritenendo di essere stati utili (in Abruzzo sono sotto inchiesta penale gli artefici delle strutture che dovevano essere conformi alle maggiorazioni di calcolo) e proprio per evitare incidenti di percorso nella fase irreversibile del procedimento, auguriamo all'AMET di centrare quegli obiettivi di benessere ed efficienza nel campo energetico (diverso da quello immobiliare) per cui tifiamo.»
Ing. Giuseppe Mastromauro
Dott. Francesco Giangualano