Statuti marittimi, esaltazione della nostra maturità civile
Così Piracci nel 1978 esaltò il codice. Da oggi Trani lo celebra. La biblioteca storica del Consiglio dell’Ordine forense ospita due giorni di dbattito
giovedì 30 maggio 2013
10.26
Iniziano le manifestazioni per la celebrazione del 950mo anniversario degli Statuti marittimi di Trani. La biblioteca storica del Consiglio dell'Ordine forense di Trani ospite una due giorni internazionale che intende approfondire i profili storico-giuridici e scientifici dei complessi normativi maturati nel Medioevo attraverso i traffici e gli scambi mercantili delle comunità marinare del Mediterraneo, che hanno segnato momenti fondamentali della storia del Diritto commerciale, con riflessi su tutte le moderne legislazioni europee. Com'è noto, questi testi raccolgono antiche consuetudini marinare, ma affondano le radici anche nella tradizione giuridica delle epoche precedenti, recando tracce dell'influsso esercitato dal diritto longobardo, da quello romano- bizantino e da altri diritti dei popoli del mediterraneo. Durante le due giornate del convegno (programma in agenda) relazioneranno docenti universitari provenienti da atenei italiani e stranieri.
Trani, dunque, comincia quel percorso di riscoperta dei presupposti operativi degli Statuti marittimi, definiti da Raffaello Piracci «il massimo avvenimento di tutta la storia del progresso civile della comunità tranese». Su un numero del Tranesiere del 1978, Piracci approfondì i significati più incisivi dell'importante carta legislativa tranese. Il nostro portale affida alle sue parole l'apertura delle celebrazioni degli Ordinamenta maris: «Gli Statuti marittimi – scriveva Piracci - costituiscono il massimo avvenimento di tutta la storia di Trani, l'avvenimento più prestigioso di quanti ne abbia potuti vivere questa nostra comunità tranese, un evento che, pur prestandosi a manifestazioni coreografiche esteriori, va soprattutto guardato in quegli aspetti che possano essere ancora incisivi nell'odierno progresso civile e che rappresentino un momento di verifica tra il passato e il presente e non soltanto motivo di iattanza nei confronti di altre città vicine o anche lontane. Le memorie del passato non devono esaurirsi nella sterile o accademica rievocazione di fatti o personaggi ormai ritenuti, non sempre a torto, avulsi dalla realtà contemporanea, ma da esse deve attingersi lo stimolo per impostare un presente che si adegui al glorioso passato. Il passato risulta glorioso e degno della memoria dei posteri tutte le volte che ha segnato una tappa di progresso nella evoluzione civile, indicando inequivocabilmente che gli uomini di quel tempo sono stati animati da ansia e tensione di progresso. Sotto questo aspetto, quei ricordi ci stimolano ad andare avanti, a riscoprire nel nostro animo le risorse che hanno spinto i nostri progenitori sulla via del progresso. In tale prospettiva, come momento di verifica e di spinta ad un costruttivo progresso coerente con l'evoluzione civile di cui Trani è stata protagonista nel passato, pare opportuno inquadrare una celebrazione degli Statuti marittimi».
La grandezza degli Ordinamenta maris viene così spiegata da Piracci: «La massima espressione di maturità civile che una comunità possa raggiungere si verifica sempre quando essa avverte il senso del diritto nel bisogno di darsi delle leggi. E' questo l'aspetto più particolare, l'aspetto che più ci deve rendere orgogliosi di quello che vantiamo come il massimo evento storico di Trani: questo evento non consiste in sfarzose nozze regali, che pure si sono svolte a Trani, non in sanguinose battaglie sia pure onorevolmente conclusesi, non in un trattato scaturito da non sempre leali raggiri diplomatici. Siamo in presenza di una carta legislativa, si tratta della massima espressione di maturità civile che mai possa offrire una comunità. Da Trani, nel 1063, è scaturita una carta legislativa, una espressione di diritto tutta improntata al senso della giustizia e dell'equità, espressione del più alto livello civile del cittadino tranese, la cui dignità ne risulta inequivocabilmente esaltata. L'attenta lettura, uno per uno, dei 32 articoli che compongono gli Statuti marittimi di Trani evidenzia norme che non hanno molto da invidiare ad analoga legislazione del nostro tempo ed a cui noi moderni abbiamo ben poco da aggiungere. La responsabilità del capitano (et de la nave sia bono guardiano et faccia quello che deve) ed i suoi limiti, il rispetto della proprietà, la preminenza del diritto alla vita ed all'incolumità dell'equipaggio, l'intoccabilità dei salari dei marinai: sono norme suggerite da un senso tuttora valido di giustizia ed equità. Si rispecchia altresì il radicato senso religioso del Medioevo, superiore alle capziosità rituali fra Chiesa orientale e Chiesa romana, in alcune norme, le uniche, che consentono l'immediato licenziamento del marinaio (se bestemmia Dio, se è attaccabrighe, se è ladro o lussurioso) ed in quelle che consentono l'interruzione dell'ingaggio se il marinaio ha fatto voto di recarsi in pellegrinaggio a San Giacomo in Compostela o in Terrasanta o a Roma alla tomba di San Pietro. Ma la parte per noi più esaltante degli Statuti marittimi è in quell'articolo in cui è previsto che, se il padrone sta per batterlo, il marinaio, per difendersi dalle verberazioni, può pronunciare tre volte la frase "Da la parte de la mia signoria non me toccare". E' come dire "In nome della mia signoria, in nome della città cui appartengo, in nome di Trani! Io sono cittadino tranese e non posso essere maltrattato, non posso essere vessato"».
Per una giusta commemorazione degli Statuti marittimi possiamo trovare proprio in questo passo il significato più incisivo, assimilandoci alla consapevolezza della dignità del tranese che viene consacrata nel prestigioso documento normativo che andiamo a celebrare.
Trani, dunque, comincia quel percorso di riscoperta dei presupposti operativi degli Statuti marittimi, definiti da Raffaello Piracci «il massimo avvenimento di tutta la storia del progresso civile della comunità tranese». Su un numero del Tranesiere del 1978, Piracci approfondì i significati più incisivi dell'importante carta legislativa tranese. Il nostro portale affida alle sue parole l'apertura delle celebrazioni degli Ordinamenta maris: «Gli Statuti marittimi – scriveva Piracci - costituiscono il massimo avvenimento di tutta la storia di Trani, l'avvenimento più prestigioso di quanti ne abbia potuti vivere questa nostra comunità tranese, un evento che, pur prestandosi a manifestazioni coreografiche esteriori, va soprattutto guardato in quegli aspetti che possano essere ancora incisivi nell'odierno progresso civile e che rappresentino un momento di verifica tra il passato e il presente e non soltanto motivo di iattanza nei confronti di altre città vicine o anche lontane. Le memorie del passato non devono esaurirsi nella sterile o accademica rievocazione di fatti o personaggi ormai ritenuti, non sempre a torto, avulsi dalla realtà contemporanea, ma da esse deve attingersi lo stimolo per impostare un presente che si adegui al glorioso passato. Il passato risulta glorioso e degno della memoria dei posteri tutte le volte che ha segnato una tappa di progresso nella evoluzione civile, indicando inequivocabilmente che gli uomini di quel tempo sono stati animati da ansia e tensione di progresso. Sotto questo aspetto, quei ricordi ci stimolano ad andare avanti, a riscoprire nel nostro animo le risorse che hanno spinto i nostri progenitori sulla via del progresso. In tale prospettiva, come momento di verifica e di spinta ad un costruttivo progresso coerente con l'evoluzione civile di cui Trani è stata protagonista nel passato, pare opportuno inquadrare una celebrazione degli Statuti marittimi».
La grandezza degli Ordinamenta maris viene così spiegata da Piracci: «La massima espressione di maturità civile che una comunità possa raggiungere si verifica sempre quando essa avverte il senso del diritto nel bisogno di darsi delle leggi. E' questo l'aspetto più particolare, l'aspetto che più ci deve rendere orgogliosi di quello che vantiamo come il massimo evento storico di Trani: questo evento non consiste in sfarzose nozze regali, che pure si sono svolte a Trani, non in sanguinose battaglie sia pure onorevolmente conclusesi, non in un trattato scaturito da non sempre leali raggiri diplomatici. Siamo in presenza di una carta legislativa, si tratta della massima espressione di maturità civile che mai possa offrire una comunità. Da Trani, nel 1063, è scaturita una carta legislativa, una espressione di diritto tutta improntata al senso della giustizia e dell'equità, espressione del più alto livello civile del cittadino tranese, la cui dignità ne risulta inequivocabilmente esaltata. L'attenta lettura, uno per uno, dei 32 articoli che compongono gli Statuti marittimi di Trani evidenzia norme che non hanno molto da invidiare ad analoga legislazione del nostro tempo ed a cui noi moderni abbiamo ben poco da aggiungere. La responsabilità del capitano (et de la nave sia bono guardiano et faccia quello che deve) ed i suoi limiti, il rispetto della proprietà, la preminenza del diritto alla vita ed all'incolumità dell'equipaggio, l'intoccabilità dei salari dei marinai: sono norme suggerite da un senso tuttora valido di giustizia ed equità. Si rispecchia altresì il radicato senso religioso del Medioevo, superiore alle capziosità rituali fra Chiesa orientale e Chiesa romana, in alcune norme, le uniche, che consentono l'immediato licenziamento del marinaio (se bestemmia Dio, se è attaccabrighe, se è ladro o lussurioso) ed in quelle che consentono l'interruzione dell'ingaggio se il marinaio ha fatto voto di recarsi in pellegrinaggio a San Giacomo in Compostela o in Terrasanta o a Roma alla tomba di San Pietro. Ma la parte per noi più esaltante degli Statuti marittimi è in quell'articolo in cui è previsto che, se il padrone sta per batterlo, il marinaio, per difendersi dalle verberazioni, può pronunciare tre volte la frase "Da la parte de la mia signoria non me toccare". E' come dire "In nome della mia signoria, in nome della città cui appartengo, in nome di Trani! Io sono cittadino tranese e non posso essere maltrattato, non posso essere vessato"».
Per una giusta commemorazione degli Statuti marittimi possiamo trovare proprio in questo passo il significato più incisivo, assimilandoci alla consapevolezza della dignità del tranese che viene consacrata nel prestigioso documento normativo che andiamo a celebrare.