Stop alla cementeria, depositata una proposta di delibera
I Verdi chiedono ufficialmente la revoca della variante urbanistica per realizzare l’impianto. Dopo le formali sollecitazioni, il partito ambientalista traccia un iter da percorrere
venerdì 17 maggio 2013
13.48
Questa mattina, facendo seguito ad alcune sollecitazioni formali, il gruppo dei Verdi di Trani ha depositato e protocollato una proposta di delibera di Consiglio comunale, con allegata relazione illustrativa, avente ad oggetto la revoca della variante urbanistica concessa il 16 giugno del 2010, su richiesta dal legale rappresentante di due società produttrici di clinker (materia utile alla produzione del cemento) e proprietarie di una serie di suoli in agro di Trani, sulla strada provinciale Trani – Andria, per la realizzazione di una cementeria.
«La proposta – spiegano Michele Di Gregorio e Franco Laurora - tende anche a cautelare il nostro Comune che deve valutare con attenzione gli possibili scenari derivanti dalla scelta di revoca, anche se, per quanto ci riguarda, riteniamo che il diritto ad un ambiente salubre e la salvaguardia della nostra economia agricola debbano avere sempre la priorità nelle scelte dell'amministrazione collettiva».
Nella proposta di delibera i Verdi spiegano i motivi che potrebbero indurre il Comune alla revoca: «A distanza di circa tre anni dalla adozione della variante urbanistica, i soggetti beneficiari non hanno avviato nessun iter procedimentale per la realizzazione dell'impianto. L'adottata variante urbanistica, inoltre, potrebbe costituire un precedente di fatto che potrebbe utilizzarsi per eventuali ulteriori richieste di varianti urbanistiche. Appare opportuno ripristinare la originaria destinazione delle particelle sopra descritte anche per motivi di equità di trattamento con tutti gli altri proprietari di suoli attigui».
«La crisi economica generalizzata – spiega il partito ambientalista - ha portato alla chiusura di numerosi impianti Italiani che effettuavano la stessa produzione prevista per l'impianto progettato nell'agro di Trani. Non va trascurato l'impatto ambientale negativo, per le emissioni atmosferiche e per l'aumento del traffico veicolare pesante, che lo stesso comporterebbe in una zona già gravemente compromessa per la presenza della discarica Amiu e della discarica Ecoerre, nonchè della ricicleria. Per questo motivo l'impianto è stato sempre osteggiato sia da numerose associazioni cittadine, sia dalle associazioni di categoria degli agricoltori che con la realizzazione dell'impianto vedevano compromessa la qualità dei prodotti che nella zona vengono coltivati con gravi ripercussioni negative in termini di perdita di profitto e occupazione. A tali motivazioni si aggiunga anche il fatto che, almeno nelle dichiarazioni programmatiche, l'amministrazione sembra voglia ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica, per l'avvio della raccolta differenziata spinta, con la conseguente possibilità di bonifica, sia pure in prospettiva molto lunga, dell'intera zona».
«La proposta – spiegano Michele Di Gregorio e Franco Laurora - tende anche a cautelare il nostro Comune che deve valutare con attenzione gli possibili scenari derivanti dalla scelta di revoca, anche se, per quanto ci riguarda, riteniamo che il diritto ad un ambiente salubre e la salvaguardia della nostra economia agricola debbano avere sempre la priorità nelle scelte dell'amministrazione collettiva».
Nella proposta di delibera i Verdi spiegano i motivi che potrebbero indurre il Comune alla revoca: «A distanza di circa tre anni dalla adozione della variante urbanistica, i soggetti beneficiari non hanno avviato nessun iter procedimentale per la realizzazione dell'impianto. L'adottata variante urbanistica, inoltre, potrebbe costituire un precedente di fatto che potrebbe utilizzarsi per eventuali ulteriori richieste di varianti urbanistiche. Appare opportuno ripristinare la originaria destinazione delle particelle sopra descritte anche per motivi di equità di trattamento con tutti gli altri proprietari di suoli attigui».
«La crisi economica generalizzata – spiega il partito ambientalista - ha portato alla chiusura di numerosi impianti Italiani che effettuavano la stessa produzione prevista per l'impianto progettato nell'agro di Trani. Non va trascurato l'impatto ambientale negativo, per le emissioni atmosferiche e per l'aumento del traffico veicolare pesante, che lo stesso comporterebbe in una zona già gravemente compromessa per la presenza della discarica Amiu e della discarica Ecoerre, nonchè della ricicleria. Per questo motivo l'impianto è stato sempre osteggiato sia da numerose associazioni cittadine, sia dalle associazioni di categoria degli agricoltori che con la realizzazione dell'impianto vedevano compromessa la qualità dei prodotti che nella zona vengono coltivati con gravi ripercussioni negative in termini di perdita di profitto e occupazione. A tali motivazioni si aggiunga anche il fatto che, almeno nelle dichiarazioni programmatiche, l'amministrazione sembra voglia ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica, per l'avvio della raccolta differenziata spinta, con la conseguente possibilità di bonifica, sia pure in prospettiva molto lunga, dell'intera zona».