«Sulla BAT serve un tavolo interistituzionale»
AN sprona il Governo a fare di più per risolvere la situazione della sesta provincia pugliese
martedì 26 settembre 2006
«Sebbene Alleanza Nazionale abbia sempre considerato l'ente Provincia, in generale, un'istituzione per certi versi inutile nell'abito del sistema istituzionale attuale, ricordo che pur non senza difficoltà abbiamo aderito a pieno titolo, quale componente del Governo di centrodestra, alla istituzione della nuova provincia Barletta-Andria-Trani. E questo in virtù della consapevole necessità di dotare questo territorio di una sua identità precisa e di uno strumento istituzionale funzionale al suo sviluppo».
È quanto dichiarato dal Commissario della federazione provinciale della Bat di Alleanza Nazionale, Giuseppe Tarantini, in seguito a una consultazione con la Giunta provinciale del partito e con i presidenti dei circoli delle città appartenenti alla Bat. Tarantini e il Coordinatore regionale di Alleanza Nazionale, Adriana Poli Bortone, esprimono quindi "grande preoccupazione per le recenti dichiarazioni fatte da alcuni rappresentanti del Governo in merito alla questione della nuova provincia Barletta-Andria-Trani".
«Fatta questa premessa – prosegue Tarantini a nome di tutto il partito di Alleanza Nazionale – ritengo necessario rilevare che se negli anni scorsi il Governo di centrodestra ha varato la legge istitutiva della BAT, per converso, oggi, il centrosinistra, pur essendo ubiquitario e quindi governando a tutti i livelli (nazionale, regionale e nelle due province madri), non riesce a fare nemmeno un passo avanti per la soluzione di una situazione che oggettivamente non è facile, data la sua complessità e considerato il policentrismo creato da tre comuni così importanti. Anzi, alcuni rappresentanti del Governo minacciano di revocare i fondi ‘se i sindaci non si mettono d'accordo'. Va da sé che se è vero che i sindaci si stanno sforzando da tempo per arrivare alla composizione di un quadro che se non fosse stato così complesso avrebbe trovato già una sua insita soluzione, è altrettanto vero che la legge assegna alla conferenza dei sindaci nemmeno una funzione consultiva, in quanto la proposta sulla dislocazione degli uffici periferici dello Stato deve provenire dal Commissario di governo ‘sentita' la conferenza dei sindaci».
«Da sempre abbiamo auspicato – sottolineano Tarantini e Poli Bortone - che un tavolo interistituzionale potesse affrontare con la dovuta serietà questo problema. Perché per chiudere il cerchio, oltre agli uffici periferici dello Stato, sarebbe stato necessario - con l'assenso del governo centrale e con quello dei presidenti delle due province madri e di tutti i soggetti qualificati - l'individuazione anche di tutte quelle strutture provinciali che asseconderebbero le ‘vocazioni' delle diverse città. Al contrario, in mancanza di accordi preventivi, si rischia di affidare alla roulette del futuro consiglio provinciale tutte le successive decisioni. Il che significherebbe lanciarsi senza rete verso un modo di risolvere le questioni in essere che ha già ha dimostrato ampiamente di risentire più di aspetti super localistici che di argomenti strategico-istituzionali. A tal proposito, come già detto in altre occasioni – conclude Giuseppe Tarantini - è necessario rilevare come l'attuale discussione verte quasi esclusivamente su questioni di rappresentanze e rappresentatività piuttosto che su temi di pianificazione strategica che pure sono stati avviati ma dei quali non si coglie l'effettiva importanza, nonostante l'oggettiva difficoltà economica dell'intera area che pure ha rappresentato un importante volano economico dell'ex provincia di Bari»