Supercinema, è ancora paura amianto tra i residenti della zona

L'esperto: «Tetto pericoloso per la salute pubblica»

venerdì 8 settembre 2017 8.28
Le coperture in cemento-amianto appaiono sgretolate in più punti, mentre c'è materiale sotto forma di polvere in corrispondenza dei tubi delle grondaie e degli scoli dell'acqua. La situazione del tetto dell'ex Supercinema è in continuo peggioramento a sentire i residenti della zona di via delle Crociate, via Calatafimini, via Lambertini e via Mausoleo, che già avevano presentato una denuncia alla Procura.

Per il fascicolo venne proposta archiviazione e dopo un primo rigetto dell'istanza di opposizione, il Giudice per l'udienza preliminare è chiamato di nuovo a decidere fra qualche mese. Alla già corposa denuncia presentata a suo tempo, è stata ora allegata la relazione di un medico specializzato in Medicina del lavoro e dottore di ricerca in Ambiente e Salute. Il quadro che viene fuori è drammatico, perché la situazione sarebbe sostanzialmente peggiorata rispetto a quella fotografata quattro anni fa per l'immobile dell'ex Supercinema dichiarato dalla Soprintendenza (nel 2012) "bene di interesse culturale particolarmente importante".

La relazione ora chiarisce che le coperture in eternit sono "in cattivo stato di conservazione e rappresentano un concreto pericolo per la salute pubblica", con un "livello di rischio alto". Quanto alla possibilità, avanzata dai proprietari, di procedere a una bonifica mediante incapsulamento, la relazione chiarisce che questa non rappresenta "un presidio a tutela della salute, data la elevata tendenza allo sgretolamento e rottura del materiale ormai deteriorato".

Eppure di bonifica si parla già dal 2012 e a ordinarla fu l'allora sindaco di Trani, Gigi Riserbato; e poi di nuovo nel 2013. Era stata, peraltro, l'Arpa Puglia nell'aprile 2012 a chiedere al Comune di attivarsi affinché la società proprietaria dell'immobile procedesse agli interventi di manutezione previsti dal decreto ministeriale (6 settembre 1994) sulla bonifica da amianto e fornisse la documentazione sull'incapsulamento (decreto del 20 agosto 1999).

Nel giugno scorso, dopo aver inutilmente atteso la bonifica da parte del Comune (da eseguirsi in danno dei proprietari), i residenti hanno deciso di interpellare (supportati dal comitato Bene Comune), oltre al Comune e all'ufficio Ambiente, anche Prefettura e Provincia Bat, Arpa Puglia, dipartimento di Ecologia della Regione, servizio Igiene della Asl Bat e carabinieri del Noe di Bari. Ora l'ultima speranza è riposta, di nuovo, nel Gip del Tribunale di Trani.