Sversamenti per la lavorazione del marmo, risarcimento atteso da 14 anni
Non si quantifica ancora la multa a carico delle segherie, il Comune cambia avvocato
mercoledì 16 dicembre 2015
10.01
La città di Trani e lo Stato Italiano attendono da oltre 14 anni il risarcimento, da parte degli operatori lapidei operanti nella zona costiera di ponente, a causa dello sversamento di detriti abusivo che, dal 1976, sono proseguite per decine di anni. La sentenza della Cassazione, che accertò definitivamente la questione, risale al 2002 e da allora la macchina amministrativa tranese cerca di quantificare, non riuscendoci, il totale del danno cagionato. L'incarico, inizialmente affidato all'avvocato Costantino Ventura del foro di Bari, è stato rifiutato da parte del suddetto a causa dell'impossibilità di essere messo in condizione di predisporre il totale della domanda risarcitoria da promuovere davanti all'autorità giudiziaria civile.
L'avvocato Ventura, infatti, aveva chiesto il supporto tecnico di biologi marini, ingegneri ambientali e altri professionisti che avrebbero dovuto supportare lo studio legale nella corretta quantificazione del danno morale e ambientale patito dal Comune. Dal 2005, però, nonostante l'emanazione di un preciso atto di indirizzo del 2005 da parte dei dirigenti della seconda, terza e quarta ripartizione, non sono mai stati nominati i periti necessari alle operazioni di calcolo della somma spettante alle casse pubbliche. Nel 2010, il legale barese ha sostanzialmente rinunciato all'incarico e, solo ora, a fine 2015, è stato nominato un sostituto, quantomeno per il primo grado di giudizio. Si tratta dell'avvocato Sebastiano e Feudis, a cui è stato dato mandato di verificare finalmente l'entità del danno, a fronte di un riconoscimento economico di 5.500 euro per l'attività che si andrà a svolgere.
Da quasi quarant'anni, Trani aspetta giustizia e il Comune, che con le somme in questione potrebbe avviare parte dei futuri piani di risanamento costiero, forse si è deciso a dargliela.
L'avvocato Ventura, infatti, aveva chiesto il supporto tecnico di biologi marini, ingegneri ambientali e altri professionisti che avrebbero dovuto supportare lo studio legale nella corretta quantificazione del danno morale e ambientale patito dal Comune. Dal 2005, però, nonostante l'emanazione di un preciso atto di indirizzo del 2005 da parte dei dirigenti della seconda, terza e quarta ripartizione, non sono mai stati nominati i periti necessari alle operazioni di calcolo della somma spettante alle casse pubbliche. Nel 2010, il legale barese ha sostanzialmente rinunciato all'incarico e, solo ora, a fine 2015, è stato nominato un sostituto, quantomeno per il primo grado di giudizio. Si tratta dell'avvocato Sebastiano e Feudis, a cui è stato dato mandato di verificare finalmente l'entità del danno, a fronte di un riconoscimento economico di 5.500 euro per l'attività che si andrà a svolgere.
Da quasi quarant'anni, Trani aspetta giustizia e il Comune, che con le somme in questione potrebbe avviare parte dei futuri piani di risanamento costiero, forse si è deciso a dargliela.