Tangenti nei controlli sul lavoro, seconda fase per "workmarket".
16 ordinanze di misure cautelari a Trani e in tutta la provincia
venerdì 3 aprile 2009
I militari della Compagnia di Barletta della Guardia di Finanza hanno portato a termine una complessa attività di polizia giudiziaria diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani nell'ambito dell'operazione "workmarket" che, già il 15 gennaio scorso, portò all'arresto di 16 persone per gravi fatti di concussione e corruzione messi in piedi da alcuni funzionari della Direzione Provinciale del Lavoro di Bari (addetti al servizio ispezione sul lavoro) nel capoluogo di regione e nel nordbarese con la complicità e l'ausilio di liberi professionisti (consulenti del lavoro e commercialisti), imprenditori e taluni appartenenti alle Forze dell'Ordine.
In questa seconda e conclusiva fase della complessa indagine, le fiamme gialle hanno dato esecuzione ad ulteriori n. 16 ordinanze di misure cautelari (di cui 14 restrittive della libertà personale, tra carcere e arresti domiciliari, e n. 2 applicative di misure interdittive dalle pubbliche funzioni) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica tranese dopo mesi e mesi di articolate indagini condotte nel nordbarese e nel capoluogo dalla Compagnia di Barletta della Guardia di Finanza.
Gli arresti hanno interessato, a vario titolo, soggetti residenti nei Comuni di Bari, Barletta, Trani, Andria, Canosa di Puglia, Bitonto, Corato, Bisceglie, Grumo Appula, Sannicandro e Castellana Grotte, e hanno riguardato ulteriori fatti di concussione e corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico, tutti reati contro la Pubblica Amministrazione, aventi come specifica finalità quella di "ammorbidire" e/o "azzerare" gli effetti di controlli ed ispezioni sul "lavoro nero" condotti dalla D.P.L. di Bari.
Le misura cautelari oggi eseguite hanno riguardato altri ed ulteriori Ispettori del Lavoro in servizio presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Bari nonché tre soggetti - già noti nell'ambito degli arresti condotti il 15 gennaio scorso - nuovamente attinti da custodia cautelare in carcere.
I diversi casi "investigati" dalla fiamme gialle di Barletta hanno posto in luce una "gestione" dei pubblici poteri conferiti agli Ispettori del lavoro, sempre oggetto di "mercificazione", anche grazie al coinvolgimento di talune figure del mondo professionale (consulenti del lavoro, commercialisti, addetti alle Associazioni di categoria degli Agricoltori e addetti al Centro per l'impiego) che si frappongono tra gli imprenditori soggetti ad ispezioni e gli stessi pubblici ufficiali.
Dopo gli arresti del 15 gennaio scorso e l'appello alla "collaborazione" lanciato dal sig. Procuratore della Repubblica si è registrata una significativa risposta di imprenditori e cittadini che a vario titolo hanno denunziato episodi di interesse per l'indagine. Così, dal gennaio scorso, risulta incrementato il numero degli indagati (circa 50, di cui 30 destinatari di misure cautelari) nell'ambito dell'odierno procedimento penale in merito al quale va ricordato che la prima tranche dell'indagine ha fatto registrare una pressochè totale conferma da parte del Tribunale della Libertà di Bari.
In questa seconda e conclusiva fase della complessa indagine, le fiamme gialle hanno dato esecuzione ad ulteriori n. 16 ordinanze di misure cautelari (di cui 14 restrittive della libertà personale, tra carcere e arresti domiciliari, e n. 2 applicative di misure interdittive dalle pubbliche funzioni) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica tranese dopo mesi e mesi di articolate indagini condotte nel nordbarese e nel capoluogo dalla Compagnia di Barletta della Guardia di Finanza.
Gli arresti hanno interessato, a vario titolo, soggetti residenti nei Comuni di Bari, Barletta, Trani, Andria, Canosa di Puglia, Bitonto, Corato, Bisceglie, Grumo Appula, Sannicandro e Castellana Grotte, e hanno riguardato ulteriori fatti di concussione e corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico, tutti reati contro la Pubblica Amministrazione, aventi come specifica finalità quella di "ammorbidire" e/o "azzerare" gli effetti di controlli ed ispezioni sul "lavoro nero" condotti dalla D.P.L. di Bari.
Le misura cautelari oggi eseguite hanno riguardato altri ed ulteriori Ispettori del Lavoro in servizio presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Bari nonché tre soggetti - già noti nell'ambito degli arresti condotti il 15 gennaio scorso - nuovamente attinti da custodia cautelare in carcere.
I diversi casi "investigati" dalla fiamme gialle di Barletta hanno posto in luce una "gestione" dei pubblici poteri conferiti agli Ispettori del lavoro, sempre oggetto di "mercificazione", anche grazie al coinvolgimento di talune figure del mondo professionale (consulenti del lavoro, commercialisti, addetti alle Associazioni di categoria degli Agricoltori e addetti al Centro per l'impiego) che si frappongono tra gli imprenditori soggetti ad ispezioni e gli stessi pubblici ufficiali.
Dopo gli arresti del 15 gennaio scorso e l'appello alla "collaborazione" lanciato dal sig. Procuratore della Repubblica si è registrata una significativa risposta di imprenditori e cittadini che a vario titolo hanno denunziato episodi di interesse per l'indagine. Così, dal gennaio scorso, risulta incrementato il numero degli indagati (circa 50, di cui 30 destinatari di misure cautelari) nell'ambito dell'odierno procedimento penale in merito al quale va ricordato che la prima tranche dell'indagine ha fatto registrare una pressochè totale conferma da parte del Tribunale della Libertà di Bari.