Tarantini: «Trani non è perfetta ma ha bisogno di persone che ci mettono il cuore»
Il Sindaco di Trani commenta un recente reportage di Repubblica
mercoledì 6 febbraio 2008
«Trani, la città della bellezza e della mollezza estatica, adagiata su un passato di glorie ormai trascorse». «Questa è una città snob e decdente in cui si dilapidano intere fortune giocando a poker e a baccarat». «Forse l'unico modo per dare una scossa a Trani è far saltare per aria la Cattedrale». Queste frasi sono contenute e riassumono efficacemente un articolo-reportage, a firma di di Franco Marcoaldi, apparso su "La Repubblica" di Lunedi 4 Febbraio.
L'articolo contiene tutta una serie di valutazioni e giudizi, positivi e negativi, sulla nostra Città formulati sulla base di indicazioni personali e sulle impressioni scambiate, a pranzo, con interlocutori indigeni. Quasi superfluo precisare che i giudizi positivi riguardano l'estetica della Città, dei suoi monumenti e del centro storico, gli aspetti negativi invece riguardano lo stile di vita e il "carattere" dei Tranesi. Credo che quando si è chiamati a pronunciarsi su un qualsiasi argomento si corrano essenzialmente due tipi di rischio, opposti, agli antipodi l'uno dell'altro: il non distaccarsi da un consolidato clichè, la tentazione dell'omologazione a basso rischio...in una parola lo stereotipo da un lato; la frase ad effetto, il paradosso eccessivamente forzato, l'atteggiamento che appaia iconoclasta dall'altro. Entrambi i difetti provocano in chi legge o chi ascolta una sensazione di sostanziale conformismo e, comunque, non lasciano trasparire nessun elemento di costruttività, nessuna concreta prospettiva per uscire o superare la criticità di cui si sta discutendo. Confesso di aver provato, leggendo l'articolo, la stessa sensazione che avrei avuto se avessi letto che Napoli è tutta pizza, mandolino e camorra o che Roma è una Città di parassiti dipendenti dei Ministeri o che a Milano tutti corrono e nessuno passeggia. Un reportage, insomma, alla Totò e Peppino a Milano con il colbacco che alterna il conformismo del "priscio" davanti ad un piatto di orecchiette e una frittura di paranza alla solita suonata del "Gruppo di giovani che sono tornati per far risorgere la città della decadenza" come se a Trani ci fosse sempre da impartire lezioni e mai nulla da imparare. Dire che "Forse l'unico modo per dare una scossa a Trani è far saltare per aria la Cattedrale" è come riempire di vernice rossa la fontana di Trevi, salvo rendersi conto che quel tipo di vernice era stata scelta per provocare e per non danneggiare in alcun modo il celeberrimo monumento, mentre queste frasi sembrano pronunciate apposta e riportate per far del male a chi invece alla Cattedrale ci è affezionato per davvero. Niente di nuovo insomma sotto il sole di "Repubblica", con la solita "collaborazione" di testimonianze locali che davanti al giornalista di una testata nazionale non sanno resistere alla tentazione, questa sì molto snob, di parlare di Trani con un distacco molto tranchant, condito da un pizzico di moralismo a tanto al chilo. Trani non è perfetta, certo, ma ha bisogno di persone che per il suo bene ci mettano il cuore, la faccia e le mani, pur sapendo di rischiare, come minimo, l'ingratitudine oltre alla noia di dover subire il clichè culturale di chi, venuto da lontano, sforzandosi il meno possibile di conoscere le cose per davvero, cerca sempre e comunque di dipingere il solito quadro del Sud imbelle e sfaticato, vizioso e goloso, indegno del suo passato e privo di futuro pregno di antica cultura e prestigio, ma oggi preda alla barbarie dell'ignoranza... A proposito d'ignoranza, sig. Marcoaldi, la biblioteca comunale non avrà ancora i libri di immediata consultazione ma non si chiama Giuseppe bensì notoriamente Giovanni Bovio (dedicata all'illustre personaggio del quale, evidentemente, non ha mai sentito parlare). Dr. Giuseppe Tarantini Sindaco di Trani
L'articolo contiene tutta una serie di valutazioni e giudizi, positivi e negativi, sulla nostra Città formulati sulla base di indicazioni personali e sulle impressioni scambiate, a pranzo, con interlocutori indigeni. Quasi superfluo precisare che i giudizi positivi riguardano l'estetica della Città, dei suoi monumenti e del centro storico, gli aspetti negativi invece riguardano lo stile di vita e il "carattere" dei Tranesi. Credo che quando si è chiamati a pronunciarsi su un qualsiasi argomento si corrano essenzialmente due tipi di rischio, opposti, agli antipodi l'uno dell'altro: il non distaccarsi da un consolidato clichè, la tentazione dell'omologazione a basso rischio...in una parola lo stereotipo da un lato; la frase ad effetto, il paradosso eccessivamente forzato, l'atteggiamento che appaia iconoclasta dall'altro. Entrambi i difetti provocano in chi legge o chi ascolta una sensazione di sostanziale conformismo e, comunque, non lasciano trasparire nessun elemento di costruttività, nessuna concreta prospettiva per uscire o superare la criticità di cui si sta discutendo. Confesso di aver provato, leggendo l'articolo, la stessa sensazione che avrei avuto se avessi letto che Napoli è tutta pizza, mandolino e camorra o che Roma è una Città di parassiti dipendenti dei Ministeri o che a Milano tutti corrono e nessuno passeggia. Un reportage, insomma, alla Totò e Peppino a Milano con il colbacco che alterna il conformismo del "priscio" davanti ad un piatto di orecchiette e una frittura di paranza alla solita suonata del "Gruppo di giovani che sono tornati per far risorgere la città della decadenza" come se a Trani ci fosse sempre da impartire lezioni e mai nulla da imparare. Dire che "Forse l'unico modo per dare una scossa a Trani è far saltare per aria la Cattedrale" è come riempire di vernice rossa la fontana di Trevi, salvo rendersi conto che quel tipo di vernice era stata scelta per provocare e per non danneggiare in alcun modo il celeberrimo monumento, mentre queste frasi sembrano pronunciate apposta e riportate per far del male a chi invece alla Cattedrale ci è affezionato per davvero. Niente di nuovo insomma sotto il sole di "Repubblica", con la solita "collaborazione" di testimonianze locali che davanti al giornalista di una testata nazionale non sanno resistere alla tentazione, questa sì molto snob, di parlare di Trani con un distacco molto tranchant, condito da un pizzico di moralismo a tanto al chilo. Trani non è perfetta, certo, ma ha bisogno di persone che per il suo bene ci mettano il cuore, la faccia e le mani, pur sapendo di rischiare, come minimo, l'ingratitudine oltre alla noia di dover subire il clichè culturale di chi, venuto da lontano, sforzandosi il meno possibile di conoscere le cose per davvero, cerca sempre e comunque di dipingere il solito quadro del Sud imbelle e sfaticato, vizioso e goloso, indegno del suo passato e privo di futuro pregno di antica cultura e prestigio, ma oggi preda alla barbarie dell'ignoranza... A proposito d'ignoranza, sig. Marcoaldi, la biblioteca comunale non avrà ancora i libri di immediata consultazione ma non si chiama Giuseppe bensì notoriamente Giovanni Bovio (dedicata all'illustre personaggio del quale, evidentemente, non ha mai sentito parlare). Dr. Giuseppe Tarantini Sindaco di Trani