Tempio di Giano, un luogo dimenticato e abbandonato
Nessuna traccia della manutenzione. Regna il degrado
mercoledì 22 aprile 2015
7.17
"Era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina. Non si poteva entrarci dentro perchè non c'era il pavimento. Ma era bella, bella davvero". Come in via dei matti numero zero, il patrimonio artistico della città di Trani, dalla suggestiva e straordinaria bellezza, sembra essere stato abbandonato e dimenticato dai cittadini, come un giocattolo che, con il passare degli anni, ha perso totalmente il suo fascino.
Costruito intorno all'anno mille, anche il tempio di Giano, lentamente, sta affogando in un mare di degrado e sporcizia. Si tratta di una chiesetta ad aula unica con cupola centrale, su piccola volta a botte e con un transetto costituito da due nicchie ricavate nelle murature laterali, coperte da arconi con uguale imposta. La copertura, sia sull'aula centrale, sia sull'abside è stata realizzata con le "chiancarelle", sottili lastre in pietra calcarea. Un costruzione così ben lavorata da sfiorare la perfezione.
Il tempio è stato acquistato e restaurato dal Comune negli anni '80. Da quella data in poi, sembrerebbe che il tempo si sia fermato. La parietaria, erba infestante, ha danneggiato la struttura in più punti, soprattutto le chiancarelle della copertura. Un vecchio e splendido albero di alloro necessita di una forte potatura e di una valutazione da parte di esperti, considerata la sua estrema vicinanza al plesso.
Internamente i muri sono molto rovinati e la zona absidale si presenta chiaramente annerita a causa di incendi. Nonostante la presenza delle reti inserite dal Comune, il pavimento, inoltre, è interamente ricoperto da disgustosi escrementi di piccioni. Almeno per quest'anno, tuttavia, sembrerebbe che non ci sia spazio per la manutenzione, ordinaria o straordinaria che sia. Peccato, perché era bello, bello davvero, in via dei matti numero zero.
Costruito intorno all'anno mille, anche il tempio di Giano, lentamente, sta affogando in un mare di degrado e sporcizia. Si tratta di una chiesetta ad aula unica con cupola centrale, su piccola volta a botte e con un transetto costituito da due nicchie ricavate nelle murature laterali, coperte da arconi con uguale imposta. La copertura, sia sull'aula centrale, sia sull'abside è stata realizzata con le "chiancarelle", sottili lastre in pietra calcarea. Un costruzione così ben lavorata da sfiorare la perfezione.
Il tempio è stato acquistato e restaurato dal Comune negli anni '80. Da quella data in poi, sembrerebbe che il tempo si sia fermato. La parietaria, erba infestante, ha danneggiato la struttura in più punti, soprattutto le chiancarelle della copertura. Un vecchio e splendido albero di alloro necessita di una forte potatura e di una valutazione da parte di esperti, considerata la sua estrema vicinanza al plesso.
Internamente i muri sono molto rovinati e la zona absidale si presenta chiaramente annerita a causa di incendi. Nonostante la presenza delle reti inserite dal Comune, il pavimento, inoltre, è interamente ricoperto da disgustosi escrementi di piccioni. Almeno per quest'anno, tuttavia, sembrerebbe che non ci sia spazio per la manutenzione, ordinaria o straordinaria che sia. Peccato, perché era bello, bello davvero, in via dei matti numero zero.