Agguato vicino al carcere, assolto in Appello Salvatore Patruno
In primo grado "Bambocc" era stato condannato a 8 anni
martedì 23 febbraio 2016
16.39
Rimane senza un colpevole il tentato omicidio del terlizzese Gianluca De Simine, contro il quale il 24 ottobre 2013 vennero esplosi alcuni colpi di pistola mentre si trovava nei pressi del supercarcere di Trani. La Corte d'Appello di Bari (presidente Cesarea Carone) ha assolto dall'accusa di tentato omicidio il quarantacinquenne tranese Salvatore Patruno, noto alle Forze dell'ordine coi nomignoli "Bambocc" e "Bambola Assassina". In primo grado Patruno - sempre difeso dall'avvocato Aldo Torelli - era stato condannato ad 8 anni di reclusione con giudizio abbreviato celebrato davanti al gup del Tribunale di Trani, Francesco Messina.
In secondo grado invece è stato ritenuto ritenuto colpevole solo del reato di detenzione illegale d'arma da fuoco. Di qui la pena di due anni e due mesi di reclusione, che in buona parte Patruno ha già scontato; possibile, dunque, che il suo legale formuli a breve istanza di scarcerazione. Il movente della pistolettata ai danni di De Simine (che si trovava nei pressi del carcere per prendere un amico che usciva dal penitenziario per passare ai domiciliari) si sarebbe annidato nell'ambito della malavita dedita al controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti. De Simine scampò alla morte solo per caso.
Per quanto ricostruirono carabinieri e polizia coordinati dal pubblico ministero tranese Luigi Scimè, la vendetta al tentato omicidio di De Simine sarebbe giunta il 29 ottobre 2013. A cadere sotto i colpi d'arma da fuoco fu Otello Bagli che si sarebbe trovato in compagnia di Patruno, ritenuto il vero bersaglio della sparatoria nei pressi di via Andria. Le indagini sull'omicidio Bagli non sono ancora giunte ad identificare i responsabili del delitto. Tra 90 giorni la Corte d'Appello depositerà le motivazioni della sentenza che ha assolto Patruno dall'accusa dei tentato omicidio ai danni di De Simine.
In secondo grado invece è stato ritenuto ritenuto colpevole solo del reato di detenzione illegale d'arma da fuoco. Di qui la pena di due anni e due mesi di reclusione, che in buona parte Patruno ha già scontato; possibile, dunque, che il suo legale formuli a breve istanza di scarcerazione. Il movente della pistolettata ai danni di De Simine (che si trovava nei pressi del carcere per prendere un amico che usciva dal penitenziario per passare ai domiciliari) si sarebbe annidato nell'ambito della malavita dedita al controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti. De Simine scampò alla morte solo per caso.
Per quanto ricostruirono carabinieri e polizia coordinati dal pubblico ministero tranese Luigi Scimè, la vendetta al tentato omicidio di De Simine sarebbe giunta il 29 ottobre 2013. A cadere sotto i colpi d'arma da fuoco fu Otello Bagli che si sarebbe trovato in compagnia di Patruno, ritenuto il vero bersaglio della sparatoria nei pressi di via Andria. Le indagini sull'omicidio Bagli non sono ancora giunte ad identificare i responsabili del delitto. Tra 90 giorni la Corte d'Appello depositerà le motivazioni della sentenza che ha assolto Patruno dall'accusa dei tentato omicidio ai danni di De Simine.