Termina il periodo di fermo pesca: il bilancio
La Capitaneria di Molfetta delinea un quadro non incoraggiante. Elevate numerose sanzioni amministrative e denunce penali
lunedì 3 ottobre 2011
Termina il periodo di fermo pesca e la Capitaneria di porto di Molfetta delinea un quadro certamente non incoraggiante. L'attività di controllo in materia di pesca marittima perpetrata dai militari della Guardia costiera ed incentrata al monitoraggio di eventuali motopesca, intenti in attività illecita di strascico, ha prodotto svariate sanzioni amministrative e denunce penali.
L'attività condotta nei periodi di agosto e settembre nelle acque del compartimento (dal Comune di Barletta a quello di Giovinazzo) ha prodotto l'elevazione di 17 notizie di reato con 12 sequestri di attrezzi da pesca, 2 arresti di persone già note alle forze di polizia e 14 verbali amministrativi. Numeri assolutamente negativi se pesi pensa che questo periodo di inattività nasce dall'esigenza di preservare una zona di mare interessata dalla riproduzione di specie ittiche e soprattutto perché in questo periodo chi aderisce al fermo pesca viene retribuito con fondi europei e statali.
In barba a quanto imposto dalla legge, secondo la Capitaneria viene svolta un'attività di pesca con piccole imbarcazioni, denominata strascichino, ed un'attività svolta con i pescherecci che, con il pretesto dell'utilizzo di sistemi di pesca più selettivi (autorizzati) continuano invece a strascicare.
La Guardia costiera ritiene di essere riuscita ad arginare questo fenomeno, nonostante i trasgressori, alla vista dei mezzi nautici del corpo, abbandonino le reti in mare. Questi stratagemmi non sono comunque sufficienti ad evitare le sanzioni amministrative, fra cui, tra l'altro, l'impedire il controllo delle autorità (multa di 2000 euro) più la denuncia per danno ambientale.
La Capitaneria di porto di Molfetta annuncia di continuare il contrasto alla pesca illegale effettuando altre operazioni mirate, in quanto ildecreto ministeriale inerente il fermo obbligatorio temporaneo prevede che fino al prossimo 13 novembre la pesca a strascico o volante possa essere effettuata a quattro miglia di distanza dalla costa ovvero con una profondità d'acqua non inferiore ai sessanta metri.
L'attività condotta nei periodi di agosto e settembre nelle acque del compartimento (dal Comune di Barletta a quello di Giovinazzo) ha prodotto l'elevazione di 17 notizie di reato con 12 sequestri di attrezzi da pesca, 2 arresti di persone già note alle forze di polizia e 14 verbali amministrativi. Numeri assolutamente negativi se pesi pensa che questo periodo di inattività nasce dall'esigenza di preservare una zona di mare interessata dalla riproduzione di specie ittiche e soprattutto perché in questo periodo chi aderisce al fermo pesca viene retribuito con fondi europei e statali.
In barba a quanto imposto dalla legge, secondo la Capitaneria viene svolta un'attività di pesca con piccole imbarcazioni, denominata strascichino, ed un'attività svolta con i pescherecci che, con il pretesto dell'utilizzo di sistemi di pesca più selettivi (autorizzati) continuano invece a strascicare.
La Guardia costiera ritiene di essere riuscita ad arginare questo fenomeno, nonostante i trasgressori, alla vista dei mezzi nautici del corpo, abbandonino le reti in mare. Questi stratagemmi non sono comunque sufficienti ad evitare le sanzioni amministrative, fra cui, tra l'altro, l'impedire il controllo delle autorità (multa di 2000 euro) più la denuncia per danno ambientale.
La Capitaneria di porto di Molfetta annuncia di continuare il contrasto alla pesca illegale effettuando altre operazioni mirate, in quanto ildecreto ministeriale inerente il fermo obbligatorio temporaneo prevede che fino al prossimo 13 novembre la pesca a strascico o volante possa essere effettuata a quattro miglia di distanza dalla costa ovvero con una profondità d'acqua non inferiore ai sessanta metri.