Termovalorizzatore, "l’esito del ricorso è tutt’altro che scontato!"
Le precisazioni del presidente di Amet Alfonso Mangione
mercoledì 14 dicembre 2005
"Il Consiglio di Stato, rigettando la richiesta di sospensiva avanzata dal Raggruppamento Temporaneo di Impresa, di cui Amet fa parte, nell'ambito dell'appello avverso la sentenza del Tar che ha riammesso il Consorzio Cogeam alla gara per la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti in Puglia, non ha «dato ragione all'operato del Tar», bensì ha deciso di accelerare la discussione nel merito del ricorso, il cui esito, al momento, anche alla luce delle decisioni prese dai giudici romani in riferimento ad altri analoghi ricorsi, appare tutt'altro che scontato, come si vorrebbe invece far credere". E' quanto precisa il presidente dell'Amet di Trani Alfonso Mangione in riferimento alla nota a firma del segretario cittadino e del capogruppo consiliare dei Socialisti Autonomisti avente per oggetto il progetto per la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti in territorio di Trani, inviata anche al sindaco e diffusa alla stampa.
"Negli ultimi mesi", aggiunge Mangione, "ho letto sui giornali di tutto a proposito del termovalorizzatore, non ultime alcune fantasiose considerazioni in merito all'operato della commissione esaminatrice dei progetti che hanno partecipato al bando regionale. La commissione ha valutato i progetti su basi tecniche e successivamente sulle caratteristiche economico-finanziarie: l'esclusione di Cogeam rinviene da carenze documentali e requisiti non idonei alla partecipazione al bando. Il Tar ha riammesso il consorzio, di cui fa parte Marcegaglia, n. 2 di Confindustria, con motivazioni che a noi e ai nostri legali sono apparse quantomeno discutibili. Il ricorso al Consiglio di Stato ci è sembrato dunque doveroso sotto il profilo tecnico-giuridico".
Nel merito dei progetti, il presidente di Amet spiega che l'eventuale vittoria della gara da parte di Cogeam ai danni del Raggruppamento Temporaneo di Imprese di cui Amet è socia provocherebbe la localizzazione di un impianto di produzione di Cdr (combustile da rifiuto) a Molfetta, "determinando ricadute economiche per quel territorio e un sicuro aggravio di costi in termini di tariffa ai cittadini per tutto il bacino Ba\1, in quanto il Cdr prodotto dovrebbe poi essere bruciato in qualche impianto, incrementando sia i costi di movimentazione sia quelli di incenerimento, a una tariffa sicuramente superiore a quella garantita da noi". "Io credo che sia su questi elementi che il presidente della Regione Nichi Vendola debba basare le sue scelte future", aggiunge Mangione. "Lo sconvolgimento del Piano Rifiuti Regionale farà perdere del tempo prezioso per rimediare all'annosa emergenza che ci attanaglia".
Tornando alla nota dei Socialisti Autonomisti, il presidente di Amet si dice infine sorpreso "che i vertici locali del partito, parlando dell'esito della gara, si dicano certi che «l'offerta dell'altra ditta ha un costo inferiore»". "Le offerte", evidenzia Mangione, "non sono state aperte, quindi mi chiedo come facciano loro a sapere che quella di Cogeam sia più vantaggiosa della nostra. Evidentemente c'è qualcosa che mi sfugge; sarebbe opportuno che le autorità competenti verificassero queste dichiarazioni".
"Negli ultimi mesi", aggiunge Mangione, "ho letto sui giornali di tutto a proposito del termovalorizzatore, non ultime alcune fantasiose considerazioni in merito all'operato della commissione esaminatrice dei progetti che hanno partecipato al bando regionale. La commissione ha valutato i progetti su basi tecniche e successivamente sulle caratteristiche economico-finanziarie: l'esclusione di Cogeam rinviene da carenze documentali e requisiti non idonei alla partecipazione al bando. Il Tar ha riammesso il consorzio, di cui fa parte Marcegaglia, n. 2 di Confindustria, con motivazioni che a noi e ai nostri legali sono apparse quantomeno discutibili. Il ricorso al Consiglio di Stato ci è sembrato dunque doveroso sotto il profilo tecnico-giuridico".
Nel merito dei progetti, il presidente di Amet spiega che l'eventuale vittoria della gara da parte di Cogeam ai danni del Raggruppamento Temporaneo di Imprese di cui Amet è socia provocherebbe la localizzazione di un impianto di produzione di Cdr (combustile da rifiuto) a Molfetta, "determinando ricadute economiche per quel territorio e un sicuro aggravio di costi in termini di tariffa ai cittadini per tutto il bacino Ba\1, in quanto il Cdr prodotto dovrebbe poi essere bruciato in qualche impianto, incrementando sia i costi di movimentazione sia quelli di incenerimento, a una tariffa sicuramente superiore a quella garantita da noi". "Io credo che sia su questi elementi che il presidente della Regione Nichi Vendola debba basare le sue scelte future", aggiunge Mangione. "Lo sconvolgimento del Piano Rifiuti Regionale farà perdere del tempo prezioso per rimediare all'annosa emergenza che ci attanaglia".
Tornando alla nota dei Socialisti Autonomisti, il presidente di Amet si dice infine sorpreso "che i vertici locali del partito, parlando dell'esito della gara, si dicano certi che «l'offerta dell'altra ditta ha un costo inferiore»". "Le offerte", evidenzia Mangione, "non sono state aperte, quindi mi chiedo come facciano loro a sapere che quella di Cogeam sia più vantaggiosa della nostra. Evidentemente c'è qualcosa che mi sfugge; sarebbe opportuno che le autorità competenti verificassero queste dichiarazioni".