Termovalorizzatore Trani, avviata procedura di revoca
Il commento del presidente Mangione sull’iniziativa intrapresa da Vendola
venerdì 26 maggio 2006
Il commissario regionale per l'emergenza ambientale nella Regione Puglia ha dato avvio alla procedura per la revoca all'Associazione Temporanea di Imprese (Ati) composta da Amet Trani, NoyVallesina e Gea, dell'aggiudicazione della gara per l'affidamento del servizio di gestione del sistema impiantistico per il recupero energetico dei rifiuti urbani nel bacino Ba/1.
Il commissario Nichi Vendola, alla luce della sentenza del Tar Puglia n. 3408 del 26 luglio scorso, che riammise alla gara il consorzio Cogeam di Massafra, aggiudicò la gara a quest'ultimo, ma la sesta sezione del Consiglio di Stato ha riformato il provvedimento del Tar, dunque la Rea Trani (società consortile costituita dall'Ati) è nuovamente il legittimo aggiudicatario della gara. Di qui la procedura di revoca avviata da Vendola, che si fonda sul contrasto tra l'impianto progettato dalla Rea Trani (termovalorizzazione dei rifiuti) e il nuovo piano dei rifiuti, che non prevede la realizzazione in Puglia di nuovi termovalorizzatori.
"Il commissario avrebbe potuto revocare la gara quando il Tar ha riammesso Cogeam", sottolinea il presidente di Amet Alfonso Mangione, "e invece lo fa oggi, a pochi giorni dalla fine del suo commissariamento e dopo che il Consiglio di Stato ha dichiarato legittima l'esclusione del consorzio Cogeam dalla gara. Senza considerare il fatto che la Rea ha già impugnato il nuovo piano dei rifiuti". "Un'eventuale revoca dell'aggiudicazione alla Rea", aggiunge Mangione, "ci costringerà inevitabilmente a chiedere il risarcimento dei danni: soprattutto in considerazione del fatto che la normativa italiana ha prorogato a 12 anni il beneficio dei certificati verdi, la Rea avrebbe fatto registrare utili per circa 120 milioni di euro in 15 anni, di cui oltre 60 milioni a vantaggio di Amet, che è una società pubblica, questo è bene ricordarlo".
"In verità", continua il presidente dell'Amet, "dopo la sentenza del Consiglio di Stato ci saremmo aspettati l'immediata sottoscrizione del contratto. Ci eravamo anche resi disponibili ad incontrare i tecnici della Regione per valutare eventuali miglioramenti ad una macchina che comunque noi consideriamo già perfetta". "Naturalmente faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per scongiurare la revoca dell'aggiudicazione", conclude Mangione, "ma quello che auspichiamo è soprattutto un ripensamento della Regione. Il nostro impianto di termovalorizzazione è un vero gioiello tecnologico, rappresenterebbe una grande occasione di sviluppo per la città di Trani, ma anche una seria soluzione al problema rifiuti in Puglia, un'opportunità che la Regione dovrebbe cogliere".
"In verità", continua il presidente dell'Amet, "dopo la sentenza del Consiglio di Stato ci saremmo aspettati l'immediata sottoscrizione del contratto. Ci eravamo anche resi disponibili ad incontrare i tecnici della Regione per valutare eventuali miglioramenti ad una macchina che comunque noi consideriamo già perfetta". "Naturalmente faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per scongiurare la revoca dell'aggiudicazione", conclude Mangione, "ma quello che auspichiamo è soprattutto un ripensamento della Regione. Il nostro impianto di termovalorizzazione è un vero gioiello tecnologico, rappresenterebbe una grande occasione di sviluppo per la città di Trani, ma anche una seria soluzione al problema rifiuti in Puglia, un'opportunità che la Regione dovrebbe cogliere".