Terza commissione, Avantario: «Situazione economica in miglioramento»

«Le partecipate attendono i piani di razionalizzazione»

domenica 8 novembre 2015 5.21
A cura di Vincenzo Membola
Patrimonio, bilancio comunale e partecipate: questi sono solo alcuni degli importanti argomenti sul tavolo della terza commissione, presieduta da Carlo Avantario, consigliere comunale del Partito Democratico. Già sindaco della città di Trani, ai microfoni di VivaSveva24 ha commentato il primo mese di lavori: «Un tempo breve per un giudizio complessivo, però devo dire che si sta lavorando molto. Il piano di razionalizzazione, che è stato già presentato alla Corte dei Conti, sembra che sia stato accettato. Sono previsti sacrifici da parte della città, ma continuerà il nostro impegno per esaurire quella situazione di pre-dissesto trovata all'insediamento».

«Sulle partecipate - continua Avantario - persistono due tipi di preoccupazione: per quanto concerne l'Amet, considerate le potenzialità mai espresse, che in un altra situazione l'avrebbero già portata ad aggredire i mercati, siamo concentrati sulla situazione debitoria e su alcuni "rami secchi" che andranno senza dubbio tagliati, affinché vengano fatti ripartire in un'altra maniera. La darsena, ad esempio; l'Amiu, invece, ha una discarica che è ormai compromessa da punto di vista dell'impermeabilizzazione, situazione che ha portato all'inquinamento del terreno sottostante. Le difficoltà sono tante, nei tempi e nelle disponibilità economiche. È un'occasione per ripensare il processo di smaltimento, tendendo verso il modello Rifiuti Zero. Nella scorsa amministrazione è stata portata in consiglio comunale ma mai affrontata realmente. Credo sia la soluzione per garantire un ambiente davvero sicuro ai cittadini».

«Per fare questo - conclude l'esponente del Partito Democratico - bisogna avere un obiettivo: discariche zero. Non abbiamo bisogno di discariche e lo dico per i nostri terreni, per la storia della nostra terra, per le nostre culture. Forse è una politica che andava bene trenta o quaranta anni fa. Con una differenziata spinta e un residuo organico da lavorare. Un processo più sostenibile che non dovrà per forza esaurirsi nel territorio cittadino».