Torna oggi il Caffè Filosofico: è tempo di Amore
La rassegna curata dal professor De Iuliis celebra un nuovo appuntamento
sabato 14 febbraio 2015
6.59
Torna oggi uno degli appuntamenti più seguiti di Tranilibri, il Caffè Filosofico. In coincidenza con San Valentino, tema portante sarà proprio l'amore. L'evento si dividerà in due parti: la prima parte vedrà l'introduzione di De Iuliis e l'intervento di alcune personalità del mondo della cultura locale. Questa prima parte presenterà una tesi, elaborerà alcune domande e sarà propedeutica al dibattito. La seconda parte sarà dedicata al dibattito, in cui tutti i partecipanti potranno esprimere la propria opinione sulla tesi presentata o esprimere altre tesi. Obiettivo è giungere a una nozione finale di Amore il più possibile condivisa.
Si partirà innanzi tutto da un'analisi etimologica del termine, quindi si presenterà il significato della nozione di Amore in Filosofia. In particolare si affronterà il "miracolo platonico": Platone ha analizzato in maniera sistematica la nozione di Amore, in particolare nel Simposio (ove l'attenzione è focalizzata sull'oggetto dell'Amore, ossia la bellezza) e nel Fedro (ove l'Amore è considerato nella sua dimensione soggettiva, ossia come aspirazione verso la bellezza e come elevazione progressiva dell'anima al mondo dell'assoluto). Nel Simposio, prendendo le mosse dal mito degli esseri primitivi composti di uomo e donna (androgini), divisi dagli dei per punizione in due metà, di cui l'una va incessantemente in cerca dell'altra per ricostituire l'unità primitiva, Platone arriva a individuare uno dei caratteri fondamentali dell'Amore: esso è in primo luogo mancanza, bisogno, aspirazione dell'imperfetto verso il perfetto. Secondo il mito difatti Eros è figlio di Penia (Povertà) e Poros (Acquisto, Opportunità, Espediente). Non è un dio ma si trova a metà strada tra dio e uomo. Non ha la bellezza ma la desidera, non ha la sapienza ma aspira a possederla, e in questo senso è la personificazione del filosofo, che ama appassionatamente ciò di cui manca, ossia la sapienza (Eros non è ignorante, ma non è sapiente).
Stimolato dalla visione delle forme belle presenti nel mondo corporeo, il filosofo ascende gradualmente alla contemplazione della bellezza in sé. Tale bellezza suprema, che può essere colta da un «affetto» puramente intellettuale, è trascendente rispetto al mondo sensibile, e tuttavia si manifesta in esso attraverso la comunicazione dell'Eros. Sentito e realizzato nella sua vera natura, l'Amore si fa guida dell'anima verso il mondo dell'assoluto: i suoi caratteri passionali (desiderio, impulso, delirio) rimangono intatti, ma sono ora subordinati alla ricerca dell'essere in sé, dell'idea. Se declinassimo Platone nel 2015, adattandolo alla nostra civiltà e sensibilità, ci renderemmo conto che dopo Platone l'Amore non è stato più realmente pensato. Che cosa è Amore per Platone? Con Platone i caratteri dell'Amore sessuale sono conservati e contemporaneamente generalizzati e sublimati.
L'Amore è bisogno, ma anche desiderio di conquistare ciò che non si possiede; l' Amore ha per oggetto il Bello, che è la chiave d'accesso al Bene, all'Assoluto; l' Amore è desiderio di sconfiggere la morte, mediante l'istinto della procreazione; l' Amore è declinato in tante dimensioni, quante sono le forme del Bello; l' Amore carnale diventa Amor di Sapienza (Filosofia), la forma più alta di Bello, elevando il delirio erotico a virtù divina, che impegna l'uomo alla ricerca continua.
In ultima analisi L 'Amore è una forza che consente all'individuo d'incontrare simultaneamente se stesso nell'altro: sia l'Io che il Tu si fondono rimanendo autonomi, costruendo un progetto comune che soddisfi ogni bisogno, proiettandoli in una dimensione di totale armonia con il cosmo e con la comunità politica e sociale in cui sono inseriti.
Dopo Platone l'Amore si disperde in tanti rivoli (oggetto di speculazioni cosmologico-metafisiche e teologiche, riflessioni etiche, teorizzazioni psicologiche e sociologiche), che possono spaziare da una forma più generale di affetto a un'attrazione interpersonale, da una dedizione appassionata tra persone a un'inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa. Ma solo il pensatore greco ci tramanda una metafisica dell'Amore. Dopo Platone, nella storia della filosofia il tema dell'Amore è uno dei più analizzati. Quasi tutti i filosofi ne hanno parlato.
Nell'analisi propedeutica al dibattito si considererà il Romanticismo, la rivoluzione freudiana e l'amore nella contemporanea società occidentale, tecnocratica e dominata dalla ragione strumentale. Oggi sembra che l'Amore sia principalmente un'affermazione del sé; in un mondo in cui l'individuo è solo parte di un apparato l'Amore è l'unico spazio di affermazione individuale, in cui l'individuo è se stesso e cerca la realizzazione del sé, anche a scapito dell'altro. Nel caffè si analizzerà tale degenerazione dell'Amore, con un focus sul delitto passionale e sulla crisi del matrimonio.
Si partirà innanzi tutto da un'analisi etimologica del termine, quindi si presenterà il significato della nozione di Amore in Filosofia. In particolare si affronterà il "miracolo platonico": Platone ha analizzato in maniera sistematica la nozione di Amore, in particolare nel Simposio (ove l'attenzione è focalizzata sull'oggetto dell'Amore, ossia la bellezza) e nel Fedro (ove l'Amore è considerato nella sua dimensione soggettiva, ossia come aspirazione verso la bellezza e come elevazione progressiva dell'anima al mondo dell'assoluto). Nel Simposio, prendendo le mosse dal mito degli esseri primitivi composti di uomo e donna (androgini), divisi dagli dei per punizione in due metà, di cui l'una va incessantemente in cerca dell'altra per ricostituire l'unità primitiva, Platone arriva a individuare uno dei caratteri fondamentali dell'Amore: esso è in primo luogo mancanza, bisogno, aspirazione dell'imperfetto verso il perfetto. Secondo il mito difatti Eros è figlio di Penia (Povertà) e Poros (Acquisto, Opportunità, Espediente). Non è un dio ma si trova a metà strada tra dio e uomo. Non ha la bellezza ma la desidera, non ha la sapienza ma aspira a possederla, e in questo senso è la personificazione del filosofo, che ama appassionatamente ciò di cui manca, ossia la sapienza (Eros non è ignorante, ma non è sapiente).
Stimolato dalla visione delle forme belle presenti nel mondo corporeo, il filosofo ascende gradualmente alla contemplazione della bellezza in sé. Tale bellezza suprema, che può essere colta da un «affetto» puramente intellettuale, è trascendente rispetto al mondo sensibile, e tuttavia si manifesta in esso attraverso la comunicazione dell'Eros. Sentito e realizzato nella sua vera natura, l'Amore si fa guida dell'anima verso il mondo dell'assoluto: i suoi caratteri passionali (desiderio, impulso, delirio) rimangono intatti, ma sono ora subordinati alla ricerca dell'essere in sé, dell'idea. Se declinassimo Platone nel 2015, adattandolo alla nostra civiltà e sensibilità, ci renderemmo conto che dopo Platone l'Amore non è stato più realmente pensato. Che cosa è Amore per Platone? Con Platone i caratteri dell'Amore sessuale sono conservati e contemporaneamente generalizzati e sublimati.
L'Amore è bisogno, ma anche desiderio di conquistare ciò che non si possiede; l' Amore ha per oggetto il Bello, che è la chiave d'accesso al Bene, all'Assoluto; l' Amore è desiderio di sconfiggere la morte, mediante l'istinto della procreazione; l' Amore è declinato in tante dimensioni, quante sono le forme del Bello; l' Amore carnale diventa Amor di Sapienza (Filosofia), la forma più alta di Bello, elevando il delirio erotico a virtù divina, che impegna l'uomo alla ricerca continua.
In ultima analisi L 'Amore è una forza che consente all'individuo d'incontrare simultaneamente se stesso nell'altro: sia l'Io che il Tu si fondono rimanendo autonomi, costruendo un progetto comune che soddisfi ogni bisogno, proiettandoli in una dimensione di totale armonia con il cosmo e con la comunità politica e sociale in cui sono inseriti.
Dopo Platone l'Amore si disperde in tanti rivoli (oggetto di speculazioni cosmologico-metafisiche e teologiche, riflessioni etiche, teorizzazioni psicologiche e sociologiche), che possono spaziare da una forma più generale di affetto a un'attrazione interpersonale, da una dedizione appassionata tra persone a un'inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa. Ma solo il pensatore greco ci tramanda una metafisica dell'Amore. Dopo Platone, nella storia della filosofia il tema dell'Amore è uno dei più analizzati. Quasi tutti i filosofi ne hanno parlato.
Nell'analisi propedeutica al dibattito si considererà il Romanticismo, la rivoluzione freudiana e l'amore nella contemporanea società occidentale, tecnocratica e dominata dalla ragione strumentale. Oggi sembra che l'Amore sia principalmente un'affermazione del sé; in un mondo in cui l'individuo è solo parte di un apparato l'Amore è l'unico spazio di affermazione individuale, in cui l'individuo è se stesso e cerca la realizzazione del sé, anche a scapito dell'altro. Nel caffè si analizzerà tale degenerazione dell'Amore, con un focus sul delitto passionale e sulla crisi del matrimonio.