Traffico illecito di rifiuti ad Andria

Tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Trani

lunedì 4 agosto 2008
Il 04 agosto 2008, il comune di Andria è stato teatro di una importante operazione di polizia giudiziaria del nucleo operativo ecologico Carabinieri di Bari e del comando provinciale di Bari, convenzionalmente denominata "Fenice". Con l'operazione sono state eseguite 3 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Trani dott. Oliveri del Castillo, che, in accoglimento della richiesta formulata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale dott. Antonio Savasta, ha disposto la custodia cautelare per nr. 3 indagati nonche' il sequestro di 2 societa' e di 10 automezzi utilizzati dagli indagati. L'operazione odierna scaturisce da indagini eseguite da personale del noe di Bari e dell'arma di Andria finalizzate alla verifica della corretta gestione di rifiuti speciali da parte di societa' di trasporto e smaltimento ubicate in Andria. L'attività investigativa, iniziata nel 2006, si è sviluppata seguendo il flusso dei rifiuti conferiti dalla ditta trasportatrice "Ecologia Andriese", da sottoporre a sequestro unitamente agli automezzi utilizzati per la commissione dei reati contestati, consentendo di acquisire elementi penalmente rilevanti in quello che si appalesava essere un vero e proprio traffico di rifiuti. Infatti si e' accertato che i due indagati Colia Saverio e Giuseppe (padre e figlio ma titolari di due distinte società delle quali una, la "Natura Ambiente" già sottoposta a sequestro nell'ambito di questo stesso procedimento penale), hanno allestito un traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi e non, gestendo illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti provenienti da varie ditte pugliesi e campane, ma soprattutto dalla societa' "Olearia Cassano" di Andria, e dalla società "Di.bor. srl" di Corato trattandoli presso il proprio impianto, non autorizzato, (societa' natura ambiente) per, con il metodo del c.d. "giro bolla", successivamente conferirli ad impianto autorizzato sito nel cerignolano facendoli passare per rifiuti speciali non pericolosi provenienti da supermercati, mense e cucine, che pure prelevavano, in luogo di rifiuti pericolosi quali "polvere di lavorazione di poliestere" e le "farine fossili disoleate". I rifiuti speciali non pericolosi, dopo il "trattamento", al fine di "pareggiare" il bilancio venivano quindi smaltiti illecitamente tanto è vero che le investigazioni hanno consentito di accertarne un notevole ammanco ma non la loro individuazione.