Trani#aCapo denuncia l'"affittopoli" tranese
Il Comune perde ogni anno milioni di euro in canoni di locazione non riscossi
sabato 20 febbraio 2016
10.27
Una "affittopoli" in salsa tranese. Ovvero canoni ridotti e ridicoli, molti dei quali mai saldati, proprietà occupate abusivamente e contratti di locazione scaduti e mai rinnovati. Lo ha denunciato, questa mattina, in una conferenza stampa il movimento Trani#aCapo. L'indagine è partita dalle visure sulle proprietà del Comune e il conto dei fitti non incassati sarebbe di almeno quattro milioni di euro.
Il Comune di Trani è proprietario di innumerevoli beni, come risulta dai tantissimi documenti raccolti: un noto ristorante, ad esempio, dovrebbe a palazzo di città 213.874 euro. Debito per il quale, a maggio 2015, è stato avviato un procedimento di rescissione del contratto. Altra situazione ambigua riguarda una nota attività commerciale trasferitasi sulla Trani-Andria, che avrebbe dovuto cedere parte della propria proprietà al Comune in cambio del permesso a costruire. Un'altra situazione balzata all'attenzione della cittadinanza riguarda la mancanza di spazi dei circoli didattici cittadini. In via Tasselgardo, all'interno del condominio "Verdemare", sei locali di proprietà comunale potrebbero colmare il bisogno di aule, ad esempio, della vicina scuola "De Amicis".
Oltre a queste situazioni, risulta che molti immobili abbiano contratti "in itinere" da anni e che i conduttori approfittino dell'inerzia del Comune per non pagare. Altri non hanno contratto e sono occupati sine titulo; la gran parte ha canoni ridicoli neppure pagati. Il caso più emblematico - secondo quanto denunciano ancora gli esponenti di Trani#aCapo - è quello di un'intera palazzina in via Papa Giovanni XXIII da cui il Comune non ricava nulla e paga finanche gli oneri condominiali. In piazza Marconi vi è un'altra palazzina occupata senza titolo e nessuno paga e tra questi vi è un sindacato che occupa due immobili comunali gratuitamente.
La Dogana occupa immobili comunali in prossimità del Tribunale (i cui problemi logistici sono ormai noti a tutti) al ridicolo canone annuo di euro 1.800 - dicono ancora da Trani#aCapo - con contratto del 2002, rinnovato senza alcun aumento del canone. Tali locali sono sul porto di Trani e non valgono certamente 150 euro al mese. I privati che locano gli immobili in quella stessa zona recuperano 1.800 euro ma al mese e non all'anno (se ne può fornire prova).
«Vorremmo - affermano in coro il gruppo consiliare e il portavoce di Trani#aCapo - che questa amministrazione non procedesse a macchia di leopardo e che si avviino azioni di responsabilità, perché tutte queste mancanze dovranno pur ricadere sulle spalle di qualcuno. Nel 2015, tre milioni di euro di crediti sono stati cancellati, in quanto dichiarati inesegibili: basta regali. Se il Comune di Trani non è in grado di gestire i propri immobili, proponiamo di affidare la gestione attraverso un bando di property management. Nel giro di cinque anni, potremo renderlo una vera e propria risorsa».
Il Comune di Trani è proprietario di innumerevoli beni, come risulta dai tantissimi documenti raccolti: un noto ristorante, ad esempio, dovrebbe a palazzo di città 213.874 euro. Debito per il quale, a maggio 2015, è stato avviato un procedimento di rescissione del contratto. Altra situazione ambigua riguarda una nota attività commerciale trasferitasi sulla Trani-Andria, che avrebbe dovuto cedere parte della propria proprietà al Comune in cambio del permesso a costruire. Un'altra situazione balzata all'attenzione della cittadinanza riguarda la mancanza di spazi dei circoli didattici cittadini. In via Tasselgardo, all'interno del condominio "Verdemare", sei locali di proprietà comunale potrebbero colmare il bisogno di aule, ad esempio, della vicina scuola "De Amicis".
Oltre a queste situazioni, risulta che molti immobili abbiano contratti "in itinere" da anni e che i conduttori approfittino dell'inerzia del Comune per non pagare. Altri non hanno contratto e sono occupati sine titulo; la gran parte ha canoni ridicoli neppure pagati. Il caso più emblematico - secondo quanto denunciano ancora gli esponenti di Trani#aCapo - è quello di un'intera palazzina in via Papa Giovanni XXIII da cui il Comune non ricava nulla e paga finanche gli oneri condominiali. In piazza Marconi vi è un'altra palazzina occupata senza titolo e nessuno paga e tra questi vi è un sindacato che occupa due immobili comunali gratuitamente.
La Dogana occupa immobili comunali in prossimità del Tribunale (i cui problemi logistici sono ormai noti a tutti) al ridicolo canone annuo di euro 1.800 - dicono ancora da Trani#aCapo - con contratto del 2002, rinnovato senza alcun aumento del canone. Tali locali sono sul porto di Trani e non valgono certamente 150 euro al mese. I privati che locano gli immobili in quella stessa zona recuperano 1.800 euro ma al mese e non all'anno (se ne può fornire prova).
«Vorremmo - affermano in coro il gruppo consiliare e il portavoce di Trani#aCapo - che questa amministrazione non procedesse a macchia di leopardo e che si avviino azioni di responsabilità, perché tutte queste mancanze dovranno pur ricadere sulle spalle di qualcuno. Nel 2015, tre milioni di euro di crediti sono stati cancellati, in quanto dichiarati inesegibili: basta regali. Se il Comune di Trani non è in grado di gestire i propri immobili, proponiamo di affidare la gestione attraverso un bando di property management. Nel giro di cinque anni, potremo renderlo una vera e propria risorsa».