Trani e i fatti del 1943: gli ostaggi furono 54 e non 50
Tre sono i sopravvisuti ancora viventi. Oggi il 64° anniversario.
martedì 18 settembre 2007
Martedì 18 settembre ricorre il 64° anniversario di quella tragica giornata che tanti traesi ricordano e che noi riproponiamo perché Trani non abbia mai a perdere la sua memoria storica. Ebbene, su quell'episodio c'è una interessante novità (che poi novità non è, ma che è sfuggita a tanti): gli ostaggi elencati sulla lapide apposta in via Andria prima da mons. Altobello e nel 2005 dall'Amm.ne Tarantini in piazza Repubblica sono 54 e non 50 come si è sempre detto e scritto.
Infatti, se scorrete attentamente l'elenco che qui a fianco riportiamo troverete che il totale è 54, ed il perché ce lo spiega il maresciallo Giusto,presidente dell'Associazione "Obiettivo Trani",studioso di storia locale e già componente della Comm.ne Comunale Toponomastica: "In quella tragica mattinata i tedeschi cercarono di rastrellare quanti più abitanti fosse possibile. L'ordine era di 50 ostaggi (10 per ciascuno dei 5 tedeschi rimasti uccisi su via Barletta), ma non aveva per loro alcuna importanza se fossero stati di più". Ed infatti così avvenne.
Quindi, da oggi in avanti si dovrà scrivere e parlare di 54 ostaggi, e non 50. Di questi – ci precisa ancora il mar. Giuseppe Giusto che è anche autore del pregevole volume "Trani, tante strade tanta storia" - sono oggi sopravvissuti tre ostaggi che lui conosce personalmente ed incontra spesso in giro per la città. C'è da aggiungere che sempre questa benemerita Associazione Culturale tranese "Obiettivo Trani" sta predisponendo un nuovo volume su tutti i fatti del '43: questo testo, che è un frutto di un serio e collettivo lavoro di gruppo, costituirà un valido aggiornamento di tutti i fatti del settembre '43 a Trani. Intanto, per questo anniversario sarebbe opportuno che la Giunta Comunale deliberasse l'intitolazione di quello spiazzo antistante la scuole elementare "Petronelli" ad Isabella Terrafino: proposta che fu già formulata dalla Commissione Comunale per la Toponomastica ma che non è poi mai stata formalizzata a causa delle note vicende amministrative. La Commissione propose quello spiazzo perché lì non soltanto ci sono una via ed una scuola intitolate a mons. Petronelli, ma poco distante c'è anche la via intitolata al podestà Giuseppe Pappolla. Al Vicario mons. Perrone non si è mai pensato di intitolare una strada cittadina.
Franco di Pinto
Infatti, se scorrete attentamente l'elenco che qui a fianco riportiamo troverete che il totale è 54, ed il perché ce lo spiega il maresciallo Giusto,presidente dell'Associazione "Obiettivo Trani",studioso di storia locale e già componente della Comm.ne Comunale Toponomastica: "In quella tragica mattinata i tedeschi cercarono di rastrellare quanti più abitanti fosse possibile. L'ordine era di 50 ostaggi (10 per ciascuno dei 5 tedeschi rimasti uccisi su via Barletta), ma non aveva per loro alcuna importanza se fossero stati di più". Ed infatti così avvenne.
Quindi, da oggi in avanti si dovrà scrivere e parlare di 54 ostaggi, e non 50. Di questi – ci precisa ancora il mar. Giuseppe Giusto che è anche autore del pregevole volume "Trani, tante strade tanta storia" - sono oggi sopravvissuti tre ostaggi che lui conosce personalmente ed incontra spesso in giro per la città. C'è da aggiungere che sempre questa benemerita Associazione Culturale tranese "Obiettivo Trani" sta predisponendo un nuovo volume su tutti i fatti del '43: questo testo, che è un frutto di un serio e collettivo lavoro di gruppo, costituirà un valido aggiornamento di tutti i fatti del settembre '43 a Trani. Intanto, per questo anniversario sarebbe opportuno che la Giunta Comunale deliberasse l'intitolazione di quello spiazzo antistante la scuole elementare "Petronelli" ad Isabella Terrafino: proposta che fu già formulata dalla Commissione Comunale per la Toponomastica ma che non è poi mai stata formalizzata a causa delle note vicende amministrative. La Commissione propose quello spiazzo perché lì non soltanto ci sono una via ed una scuola intitolate a mons. Petronelli, ma poco distante c'è anche la via intitolata al podestà Giuseppe Pappolla. Al Vicario mons. Perrone non si è mai pensato di intitolare una strada cittadina.
Franco di Pinto