Trani, ICI su aree fabbricabili.
Interrogazione del consigliere De Laurentis
lunedì 30 giugno 2008
«Egregia Amministrazione comunale, tra i tanti tormentoni estivi, quello che quest'anno più affligge i cittadini tranesi, ed è oggetto di tanta discussione, non fosse altro perché tocca direttamente le loro tasche, è la questione dell'Imposta ICI dovuta sulle cosiddette aree fabbricabili. La Giunta Comunale con delibera n. 89 del 24/04/2008 ha ritenuto, infatti, di definire i valori delle aree edificabili, ai fini del versamento dell'imposta ICI, alla luce del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) già adottato anche se non ancora approvato, determinando quindi "i valori venali in comune commercio".
In considerazione della notevole incertezza creatasi, e delle cifre spropositate che emergevano, la minoranza ha fatto richiesta di proroga del versamento della prima rata ICI, ed in pari data la G.C., opportunamente, ha deliberato il differimento al 16 luglio. In questi giorni, si svolgono incontri tra tecnici e proprietari, piccoli e grandi, ed anche delle zone definite "Agricole Speciali", ed è emersa con urgenza l'esigenza di far rivedere la decisione presa sui valori. Dalle parti interessate si apprende che nessuno ha intenzione di versare l'imposta sulla base dei nuovi valori, supportando nel merito tale comportamento considerando che, la delibera di G.C. mentre afferma di determinare "i valori venali di comune commercio", non chiarisce su quali presupposti arriva a tali determinazioni. Ossia, non è indicato alcun dato oggettivo come, ad esempio, la media dei valori rilevabili da atti di compravendita rogati negli ultimi tre anni, e per zone omogenee, o eventuali altri riferimenti concernenti tutte le zone.
Sembra che sia stata compiuta una valutazione fortemente discrezionale ed arbitraria, lontanissima dai comuni valori di mercato, ponendo inoltre sullo stesso piano aree in pieno centro ed in estrema periferia, aree vicine al perimetro abitato e lontane diversi chilometri. Si considera, inoltre, che detti "Valori" non terrebbero conto che la possibilità edificatoria è solo eventuale, condizionata da tanti fattori come: l'eventuale approvazione del PUG così com'è, o con modifiche; la presentazione ed eventuale approvazione dei piani esecutivi (PUE); se trattasi di piccoli o grandi comparti, con singoli o pochi proprietari, o invece tantissimi proprietari che dovrebbero trovare, chissà quando, un eventuale accordo; se esistono o sono invece da realizzare le opere di urbanizzazione, i servizi, la viabilità. Sembra di essere lontanissimi dalla realtà ed i "Valori", oltre che discrezionali, sembrano discriminatori ed anche vessatori, soprattutto nei confronti di quei cittadini che si erano illusi di essere stati baciati dalla fortuna, e che invece potrebbero essere costretti a vendersi le proprietà, non per fare soldi, ma per pagare l'ICI su terreni che forse non verranno mai edificati.
E tanti sacrifici per cosa? Per coprire i debiti del Comune? Per quanto suesposto, s'interroga codesta amministrazione per conoscere se ritiene, profittando della proroga, di dover rivedere quanto deliberato, attraverso un'attenta valutazione delle situazioni, arrivando a determinare dei valori che siano quanto più vicini possibile a quelli "comuni di mercato", perché "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva" (art. 53, Costituzione della Repubblica Italiana), e quindi non sulla base di valutazioni discrezionali, Oppure se ritiene di perseverare, mettendo in conto però che, stando a quanto preannunciato, andrà incontro a tanti contenziosi legali che potrebbero vederla soccombente, determinando quindi oltre al danno per mancato introito (ipotetico), la beffa delle ormai note "ulteriori spese legali" (che si ritengono certe).»
Domenico De Laurentis
Consigliere Comunale
In considerazione della notevole incertezza creatasi, e delle cifre spropositate che emergevano, la minoranza ha fatto richiesta di proroga del versamento della prima rata ICI, ed in pari data la G.C., opportunamente, ha deliberato il differimento al 16 luglio. In questi giorni, si svolgono incontri tra tecnici e proprietari, piccoli e grandi, ed anche delle zone definite "Agricole Speciali", ed è emersa con urgenza l'esigenza di far rivedere la decisione presa sui valori. Dalle parti interessate si apprende che nessuno ha intenzione di versare l'imposta sulla base dei nuovi valori, supportando nel merito tale comportamento considerando che, la delibera di G.C. mentre afferma di determinare "i valori venali di comune commercio", non chiarisce su quali presupposti arriva a tali determinazioni. Ossia, non è indicato alcun dato oggettivo come, ad esempio, la media dei valori rilevabili da atti di compravendita rogati negli ultimi tre anni, e per zone omogenee, o eventuali altri riferimenti concernenti tutte le zone.
Sembra che sia stata compiuta una valutazione fortemente discrezionale ed arbitraria, lontanissima dai comuni valori di mercato, ponendo inoltre sullo stesso piano aree in pieno centro ed in estrema periferia, aree vicine al perimetro abitato e lontane diversi chilometri. Si considera, inoltre, che detti "Valori" non terrebbero conto che la possibilità edificatoria è solo eventuale, condizionata da tanti fattori come: l'eventuale approvazione del PUG così com'è, o con modifiche; la presentazione ed eventuale approvazione dei piani esecutivi (PUE); se trattasi di piccoli o grandi comparti, con singoli o pochi proprietari, o invece tantissimi proprietari che dovrebbero trovare, chissà quando, un eventuale accordo; se esistono o sono invece da realizzare le opere di urbanizzazione, i servizi, la viabilità. Sembra di essere lontanissimi dalla realtà ed i "Valori", oltre che discrezionali, sembrano discriminatori ed anche vessatori, soprattutto nei confronti di quei cittadini che si erano illusi di essere stati baciati dalla fortuna, e che invece potrebbero essere costretti a vendersi le proprietà, non per fare soldi, ma per pagare l'ICI su terreni che forse non verranno mai edificati.
E tanti sacrifici per cosa? Per coprire i debiti del Comune? Per quanto suesposto, s'interroga codesta amministrazione per conoscere se ritiene, profittando della proroga, di dover rivedere quanto deliberato, attraverso un'attenta valutazione delle situazioni, arrivando a determinare dei valori che siano quanto più vicini possibile a quelli "comuni di mercato", perché "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva" (art. 53, Costituzione della Repubblica Italiana), e quindi non sulla base di valutazioni discrezionali, Oppure se ritiene di perseverare, mettendo in conto però che, stando a quanto preannunciato, andrà incontro a tanti contenziosi legali che potrebbero vederla soccombente, determinando quindi oltre al danno per mancato introito (ipotetico), la beffa delle ormai note "ulteriori spese legali" (che si ritengono certe).»
Domenico De Laurentis
Consigliere Comunale