Trani, sequestrati 20 kg di datteri di mare
Nei guai due pescatori
giovedì 3 settembre 2009
Nell'ambito di controlli dell'ufficio Marittimo Locale di Trani predisposti dalla Guardia Costiera, sono stati recuperati oltre 20 kg di datteri e scogli da frantumare asportati illegalmente dalla scogliera esterna al Molo San Nicola.
I due pescatori di frodo, sorpresi ad asportare i molluschi e i frammenti di scogliera, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Trani. La pesca del dattero di mare non solo minaccia la sopravvivenza della specie ma crea danni irreparabili all'habitat sottomarino.
«Forse non tutti sanno - spiega l'associazione ambientalista Marevivo - che per un piatto di spaghetti conditi con il prelibato "frutto" viene distrutto più di un metro quadrato di fondale. Il dattero si annida, infatti, all'interno di piccoli cunicoli che scava nelle rocce calcaree, per prelevarlo è necessario, dunque, distruggere tali rocce. A vietarne la pesca una legge del 1988, voluta fermamente da Marevivo, che, nonostante un Decreto Ministeriale del 1998 e la stesura del Regolamento UE del Mediterraneo (8/02/07), è purtroppo ancora largamente ignorata. Prosegue fortemente, dunque, da parte dell'Associazione la richiesta alle autorità preposte di contrastare con durezza questo vero e proprio scempio delle coste.
Al largo tra Barletta e Trani è stata invece posta sotto sequestro una rete a strascico di oltre 50 metri che non era segnalata e quindi anche pericolosa per la sicurezza della navigazione. Molto probabilmente la rete era impiegata per la pesca a strascico abusiva.
I due pescatori di frodo, sorpresi ad asportare i molluschi e i frammenti di scogliera, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Trani. La pesca del dattero di mare non solo minaccia la sopravvivenza della specie ma crea danni irreparabili all'habitat sottomarino.
«Forse non tutti sanno - spiega l'associazione ambientalista Marevivo - che per un piatto di spaghetti conditi con il prelibato "frutto" viene distrutto più di un metro quadrato di fondale. Il dattero si annida, infatti, all'interno di piccoli cunicoli che scava nelle rocce calcaree, per prelevarlo è necessario, dunque, distruggere tali rocce. A vietarne la pesca una legge del 1988, voluta fermamente da Marevivo, che, nonostante un Decreto Ministeriale del 1998 e la stesura del Regolamento UE del Mediterraneo (8/02/07), è purtroppo ancora largamente ignorata. Prosegue fortemente, dunque, da parte dell'Associazione la richiesta alle autorità preposte di contrastare con durezza questo vero e proprio scempio delle coste.
Al largo tra Barletta e Trani è stata invece posta sotto sequestro una rete a strascico di oltre 50 metri che non era segnalata e quindi anche pericolosa per la sicurezza della navigazione. Molto probabilmente la rete era impiegata per la pesca a strascico abusiva.