Trani, si riparte dal Pug

In attesa della conferenza di servizi, non mancano le polemiche

lunedì 25 agosto 2008
La giunta regionale della Puglia non ha espresso parere di conformità del Pug del Comune di Trani con il Piano urbanistico territoriale tematico regionale, rinviando il documento al Comune di Trani per i necessari adempimenti richiesti. Come avrete modo di leggere negli stralci della relazione dell'assessore regionale all'urbanistica, Angela Barbanente, la giunta regionale ha deciso di non attestare la compatibilità del Pug alla luce di diverse motivazioni.

La "bocciatura" è stata motivata, essenzialmente, per il ricorso a parametri urbanistici edilizi elevati, che contrasterebbero con gli obiettivi di tutela dei valori ambientali, storici e culturali espressi dal territorio.

L'assessore all'urbanistica del Comune di Trani, Ninni de Toma, minimizza: «Da un primo esame sommario dell'atto di giunta regionale effettuato dall'Ufficio tecnico comunale - dice - non sono emerse incongruenze di importanza rilevante rispetto ai principi fondamentali del piano adottato, ma la Regione ha evidenziato tematiche tutte risolvibili in sede di Conferenza di servizi».
La Conferenza di servizi è stata convocata l'8 settembre presso il comune di Trani (ore 9.30). In questa sede, seguendo il principio di copianificazione, dovranno essere indicate nello specifico, dalle amministrazioni partecipanti (Regione, Provincia e Comune) le modifiche necessarie ai fini del controllo positivo del Pug di Trani. La strategia dei tecnici comunali è quella di trovare un accordo con la Regione prima dell'8 settembre, intanto il Ferragosto è stato segnato dal dibattito politico sul risultato politico del rinvio del Pug.

Mimmo de Laurentiis, capogruppo dei Socialisti Uniti, ha condannato «l'atteggiamento avuto in questi anni dall'amministrazione comunale, di chiusura rispetto alle proposte della minoranza, realizzando, non solo a nostro avviso, un grosso piano di fabbricazione, e non un vero PUG, senza anima, senza uno sviluppo armonico della città, non rispettoso delle esigenze degli abitanti, dell'ambiente e del territorio. Un piano che andrebbe a soddisfare solo le esigenze dei palazzinari, e non dei cittadini ancora una volta abbagliati dai soliti effetti speciali».

Critiche sono giunte anche dal Partito democratico che ha chiesto le dimissioni del sindaco: «L'inadeguatezza della complessiva proposta del Pug - si legge in una nota - segna l'epilogo di azione di Governo inconcludente, antidemocratica ed arrogante. Nella proposta di Pug è stata dimenticata la crescente domanda collettiva fondata sulla dimensione pubblica. L'illegittimità delle scelte progettuali, elencate nella delibera di Giunta regionale, si coniuga con una scadente e vetusta qualità di sviluppo e di progresso della città. Il Partito democratico chiede le dimissioni del massimo responsabile del fallimento politico del Governo della città: il Sindaco Tarantini che, appagato nelle sue ambizioni, dà la sensazione di aver delegato la gestione del bene comune ad amministratori e dirigenti pretenziosi e quanto mai inconcludenti».

Tarantini si è difeso sulle pagine del Corriere. «Mi sembra fisiologico che un Pug possa essere rimandato dalla Regione, d'altra parte tutti i piani rinviati presentano le stesse argomentazioni con cui la giunta ha respinto il nostro. Siamo convinti di aver fatto le cose giuste».