Trani sulla Rai, ma questa volta è per una truffa vergognosa
Coinvolti in una inchiesta sul reddito di cittadinanza una cinquantina di giovani cittadini tranesi
mercoledì 11 ottobre 2023
18.17
Siamo sul lungomare di Trani, dice il giornalista, ma non per ammirarne come al solito la bellezza: un amaro contrasto tra le scene del meraviglioso porto, l'adunata dei gabbiani, i pescatori al lavoro con le loro reti e la notizia di circa cinquanta giovani tra i 18 e 26 anni - anche appartenenti a "buone famiglie" di Trani - che negli ultimi anni hanno intascato indebitamente oltre 350.000 di reddito di cittadinanza.
L'anello debole pare sia stata la dichiarazione di esser senza fissa dimora di questi - passi il termine - nullafacenti a sbafo della comunità.
Quello che sicuramente stupisce è che i senza fissa dimora, come si sente nel breve servizio della nuova trasmissione di Nunzia De Girolamo su Rai 3, a Palermo sono cinquecento, a Bologna seicento. E a Trani, da non credersi, addirittura settecento - "una marea", tutti italiani, tutti che invece una casa ce l'hanno eccome e ovviamente, vista l'età e la tendenza che c'è nelle nostre parti, sotto lo stesso tetto di mamma e papà.
"Uno sbaglio del patronato, non è stata colpa di mio figlio, lui è stato costretto non avrebbe mai voluto è un bravo ragazzo", risponde una mamma al citofono che alla fine rinvia le risposte all'avvocato che difende il giovane, salvo la prontezza, quasi giustificativa, nel rispondere a quella più semplice: "Non era più giusto consigliare a suo figlio di lavorare anziché percepire delle somme senza far nulla?"; "Eh...se ci fosse il lavoro!..": come dire che quindi siamo legittimati a rubare.
Quasi imbarazzati, tanto da rasentare un che di triste sarcasmo, sapendo di questa vicenda, appaiono il comandante della Polizia Locale Leonardo Cuocci e il sindaco di Trani Amedeo Bottaro: "Ma gli accertamenti sulla residenza?", incalza il giornalista nel corso di una cerimonia davanti alla Cattedrale, che il regista del servizio si dilunga a riprendere nella sua bellezza come nel resto del lungomare, forse anche lui mortificato nell' associare alla cronaca giudiziaria una città così speciale. "Forse evidentemente gli accertamenti vengono fatti nel cambio di residenza e sono senza fissa dimora...", finiscono per rispondere, ovviamente in un sistema nel quale la truffa è stata perpetrata con grande maestria e nel quale ovviamente il Comune di Trani, che loro rappresentano nell'Amministrazione e nella Sicurezza, risulta danneggiato profondamente.
L'ipotesi comunque è di una regia unica che è riuscita a penetrare nelle maglie del sistema e a fare di Trani la città record dei redditi di cittadinanza percepiti indebitamente. Le autorità ovviamente sono al lavoro, ci sono processi in corso da cui solo una imputata è stata assolta perché il fatto non costituisce reato in quanto non c'era malafede: "Eppure, dice la ragazza, ragazza che comunque ora deve restituire all'Inps le somme percepite negli ultimi tre anni, forse controlli più.efficaci e tempestivi avrebbero evitato un tale accumulo di somme che nel mio caso adesso devo riuscire a raccogliere". La giovane è stata assolta perché convinta che, essendo stata accettata la richiesta del reddito di cittadinanza, ne aveva diritto comunque e per questo quasi rimprovera un sistema di controlli che a suo dire l'aveva avvantaggiata consapevolmente.
"Di topi ce ne stanno, dappertutto, negli uffici di tutta Italia e comunque non voglio rispondere a questa intervista", dichiara una dipendente del Patronato la cui identità è accuratamente tenuta nascosta. "Noi abbiamo avuto le richieste, e le abbiamo approvate Mica siamo tenuti a fare gli accertamenti circa le dichiarazioni dei richiedenti!", conclude quasi candidamente un dipendente del Caf.
Insomma, "Io non c'ero e se c'ero dormivo" un po' dappertutto. Resta l'amarezza di una città, culla del diritto, di illustri avvocati e avvocatesse - o giuriste, che dir si voglia - legislatori, che viene presentata come capitale di una truffa perpetrata da tanti giovani: ecco, di tutta questa brutta storia un tale dettaglio è il più grave di tutti. Senza dimora imbroglioni che vivono a casa di genitori che coprono, legittimano e difendono quello che senza mezzi termini si chiama furto.
L'anello debole pare sia stata la dichiarazione di esser senza fissa dimora di questi - passi il termine - nullafacenti a sbafo della comunità.
Quello che sicuramente stupisce è che i senza fissa dimora, come si sente nel breve servizio della nuova trasmissione di Nunzia De Girolamo su Rai 3, a Palermo sono cinquecento, a Bologna seicento. E a Trani, da non credersi, addirittura settecento - "una marea", tutti italiani, tutti che invece una casa ce l'hanno eccome e ovviamente, vista l'età e la tendenza che c'è nelle nostre parti, sotto lo stesso tetto di mamma e papà.
"Uno sbaglio del patronato, non è stata colpa di mio figlio, lui è stato costretto non avrebbe mai voluto è un bravo ragazzo", risponde una mamma al citofono che alla fine rinvia le risposte all'avvocato che difende il giovane, salvo la prontezza, quasi giustificativa, nel rispondere a quella più semplice: "Non era più giusto consigliare a suo figlio di lavorare anziché percepire delle somme senza far nulla?"; "Eh...se ci fosse il lavoro!..": come dire che quindi siamo legittimati a rubare.
Quasi imbarazzati, tanto da rasentare un che di triste sarcasmo, sapendo di questa vicenda, appaiono il comandante della Polizia Locale Leonardo Cuocci e il sindaco di Trani Amedeo Bottaro: "Ma gli accertamenti sulla residenza?", incalza il giornalista nel corso di una cerimonia davanti alla Cattedrale, che il regista del servizio si dilunga a riprendere nella sua bellezza come nel resto del lungomare, forse anche lui mortificato nell' associare alla cronaca giudiziaria una città così speciale. "Forse evidentemente gli accertamenti vengono fatti nel cambio di residenza e sono senza fissa dimora...", finiscono per rispondere, ovviamente in un sistema nel quale la truffa è stata perpetrata con grande maestria e nel quale ovviamente il Comune di Trani, che loro rappresentano nell'Amministrazione e nella Sicurezza, risulta danneggiato profondamente.
L'ipotesi comunque è di una regia unica che è riuscita a penetrare nelle maglie del sistema e a fare di Trani la città record dei redditi di cittadinanza percepiti indebitamente. Le autorità ovviamente sono al lavoro, ci sono processi in corso da cui solo una imputata è stata assolta perché il fatto non costituisce reato in quanto non c'era malafede: "Eppure, dice la ragazza, ragazza che comunque ora deve restituire all'Inps le somme percepite negli ultimi tre anni, forse controlli più.efficaci e tempestivi avrebbero evitato un tale accumulo di somme che nel mio caso adesso devo riuscire a raccogliere". La giovane è stata assolta perché convinta che, essendo stata accettata la richiesta del reddito di cittadinanza, ne aveva diritto comunque e per questo quasi rimprovera un sistema di controlli che a suo dire l'aveva avvantaggiata consapevolmente.
"Di topi ce ne stanno, dappertutto, negli uffici di tutta Italia e comunque non voglio rispondere a questa intervista", dichiara una dipendente del Patronato la cui identità è accuratamente tenuta nascosta. "Noi abbiamo avuto le richieste, e le abbiamo approvate Mica siamo tenuti a fare gli accertamenti circa le dichiarazioni dei richiedenti!", conclude quasi candidamente un dipendente del Caf.
Insomma, "Io non c'ero e se c'ero dormivo" un po' dappertutto. Resta l'amarezza di una città, culla del diritto, di illustri avvocati e avvocatesse - o giuriste, che dir si voglia - legislatori, che viene presentata come capitale di una truffa perpetrata da tanti giovani: ecco, di tutta questa brutta storia un tale dettaglio è il più grave di tutti. Senza dimora imbroglioni che vivono a casa di genitori che coprono, legittimano e difendono quello che senza mezzi termini si chiama furto.