Trani vittima di prostituzione culturale

Una riflessione di Giuseppe Labianca

martedì 25 febbraio 2020
Proclamata la candidatura ufficiale di Trani come capitale della cultura 2021. Tra consensi, diatribe ed opposizioni la proposta va avanti e, la perla dell'Adriatico indossa ufficialmente questo sgargiante abito da sera, ma sarà pronta?

Strategia politica o semplice azzardo sociale, chi adesso deve fare i conti con la dura verità è proprio Trani e tutti i Tranesi.

Si parla di cultura, termine che deriva dal latino "colere" - coltivare, e che rappresenta le conoscenze, sia teoriche che pratiche, che un soggetto acquisisce con lo studio e l'esperienza. Si parla di regole, si parla di vivere, si parla di essere un modello da seguire, un modello vittima di prostituzione culturale.

Passeggiando per le strade di Trani è facile vedere bidoni stracolmi di immondizia, oggetti abbandonati sui marciapiedi, llasciati ad usurare perchè ormai non servono più, che ostacolano il passaggio; è facile imbattersi in autisti che "solo per un attimo" hanno occupato il marciapiede, parcheggiato su un posto disabili e bloccato gli scivoli, magari solo per una commissione veloce o per salutare un amico.

Questa non è cultura secondo voi? Trani è ricca di cultura, ma penso che la strada per raggiungere il titolo di capitale, sia ardua e lenta; la cultura che si trova nei luoghi storici, nel mare, nelle piazze, nei locali, nelle tradizioni è lì, ferma ed immobile, e nessuno la toccherà; ma la cultura che più ci serve è quella dei cittadini, il rispetto per la città che con tanta foga vantano e vogliono che sia capitale, non una prostituta che si muove nell'ombra, ma la capitale.