Trapianto di staminali, una importante novità per la sanità nella Bat
L'operazione è possibile nel presidio ospedaliero di Barletta
giovedì 20 novembre 2014
7.57
Un'assoluta novità nella Bat, una importante svolta nella cura delle malattie ematologiche. Arriva all'ospedale di Barletta il trapianto di cellule staminali: «Finora - spiega il dott. Giuseppe Tarantini, direttore di ematologia all'ospedale di Barletta - non si erano potute svolgere questo tipo di procedure che consentono ai pazienti affetti da malattie ematologiche come mieloma e linfoma di poter effettuare una terapia a dosi più alte con il recupero delle cellule staminali dello stesso paziente. Ciò può servire a radicare la malattia, a dare al paziente una sopravvivenza più lunga rispetto alla terapia standard».
Il ruolo delle staminali è molto importante: fa sì che il midollo osseo, durante periodi di alte dosi di chemioterapia, non perda le sue funzionalità: ciò avviene preservando e reinfondendo tali cellule.
In pratica, un autotrapianto, una concezione differente rispetto alla normale operazione di sostituzione di organi: «Dal punto di vista del paziente - prosegue Tarantini - bisogna essere in grado di raccogliere le cellule staminali: è necessaria una chemioterapia o comunque una terapia mobilitante con fattori di crescita. Il paziente, in quanto tale, non è una persona sana. E' un concetto diverso rispetto al trapianto di donatore che deve essere in perfetta salute. Ma l'autotrapianto evita problemi di rigetto perché le cellule sono della stessa persona». A Barletta da pochi giorni questa operazione è possibile. «La struttura è assolutamente adeguata a questo tip di procedure ed anche al trapianto di donatore, più complicato».
Quello di adeguare le strutture ospedaliere ad operazioni specifiche può essere un nuovo indirizzo della politica di programmazione della ASL. Tarantini non lo esclude partendo da ciò che sta avvenendo a Barletta: «Credo che il presidio di Barletta con oncologia, ematologia, radioterapia, medicina nucleare, radiologia con la risonanza magnetica sia sempre più orientato alla cura delle malattie oncologiche».
Il ruolo delle staminali è molto importante: fa sì che il midollo osseo, durante periodi di alte dosi di chemioterapia, non perda le sue funzionalità: ciò avviene preservando e reinfondendo tali cellule.
In pratica, un autotrapianto, una concezione differente rispetto alla normale operazione di sostituzione di organi: «Dal punto di vista del paziente - prosegue Tarantini - bisogna essere in grado di raccogliere le cellule staminali: è necessaria una chemioterapia o comunque una terapia mobilitante con fattori di crescita. Il paziente, in quanto tale, non è una persona sana. E' un concetto diverso rispetto al trapianto di donatore che deve essere in perfetta salute. Ma l'autotrapianto evita problemi di rigetto perché le cellule sono della stessa persona». A Barletta da pochi giorni questa operazione è possibile. «La struttura è assolutamente adeguata a questo tip di procedure ed anche al trapianto di donatore, più complicato».
Quello di adeguare le strutture ospedaliere ad operazioni specifiche può essere un nuovo indirizzo della politica di programmazione della ASL. Tarantini non lo esclude partendo da ciò che sta avvenendo a Barletta: «Credo che il presidio di Barletta con oncologia, ematologia, radioterapia, medicina nucleare, radiologia con la risonanza magnetica sia sempre più orientato alla cura delle malattie oncologiche».