Trasporto ferroviario, i deputati pugliesi scrivono a Monti

«Trenitalia ha inferto un colpo mortale al servizio notturno». La lettera indirizzata anche al ministro Passera

venerdì 8 giugno 2012 14.04
I deputati Pugliesi del PD, PDL, UDC, FLI e API hanno inviato una lettera congiunta al presidente del Consiglio Mario Monti, e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera in ordine alla soppressione dei treni notturni e diurni in transito sul territorio pugliese e, più in generale, sui disagi procurati dal nuovo orario Trenitalia in vigore da dicembre 2011 ai viaggiatori pugliesi. La pubblichiamo integralmente.

«Assuefarsi all'idea che lo Stato sia solo un grande azionista, un finanziatore, senza pensare al reale "core business" sociale, civile, etico e culturale che deve accompagnare ogni azione politica del nostro vivere democratico è come chiedere di smarrire la ragion d'essere dell'uguaglianza: quell'isonomia, caro premier e caro ministro, che non a caso nacque sulle sponde del nostro mare quando ancora sapienza ed esperienza non si erano separate e dove il senso della città, della comunità era costruito proprio attorno a questo equilibrio nella vita pubblica. Vi scriviamo, pertanto, da vostri forti e strenui sostenitori, ma richiamando alla vostra memoria una imbarazzante dimenticanza. Quella relativa al graduale piano di destrutturazione dei trasporti ferroviari che riguarda il Sud, la dorsale adriatica e la Puglia in particolare.

Noi rappresentanti di quella terra abbiamo assistito alla negazione sistematica e costante di quel concetto di eguaglianza che dovrebbe riguardare tutti i cittadini italiani, con la cancellazione di tratte o nella migliore delle ipotesi con la dilatazione dei tempi di percorrenza di treni, che a parità di onere di cittadinanza (tasse e tariffe) hanno cancellato di fatto la possibilità anche per le genti della Puglia di accedere ugualmente al servizio universale che riguarda la mobilità e il trasporto. Lo Stato, così, malgrado sia il proprietario, grazie alle risorse messe a disposizione da tutti i cittadini italiani, dell'intero Gruppo FS (Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana) ha dimenticato di essere Stato delegando le funzioni di scelta politica e non solo aziendale a chi, di fatto, ha privilegiato i massicci e consistenti investimenti infrastrutturali verso il Nord dell'Italia e lungo la dorsale tirrenica (sino a Napoli) a scapito della dorsale adriatica, delle isole e del Centro-Sud tutto. Sulla Puglia sono ricaduti gli effetti più pesanti.

Vale la pena ricordare che dei 135 treni (80 ETR 500 e 55 treni ETR 610/600 che garantiscono l'alta velocità a 300 km/h e a 250 Km/h – ndr) specializzati nell'alta velocità, non uno solo tocchi i territori della Puglia e delle altre regioni adriatiche e meridionali. Un progetto di frammentazione che FS si ostina a chiamare "piano industriale", ma che in realtà rappresenta un piano asimmetrico e squilibrato che nega un servizio pubblico e di Stato e che continua a perpetrarsi agendo anche, come è accaduto con il recente cambio d'orario entrato in vigore nel dicembre 2011, sul servizio notturno e sulla riduzione dei collegamenti specie in relazione alla tratte per la capitale da e verso le stazioni di Bari, Lecce e Taranto. Le chiediamo a cosa è servito in questi anni il finanziamento del raddoppio ferroviario della Taranto-Bari e nei giorni scorsi lo stanziamento di cifre sulla medesima linea del tratto Bitetto? Come fa a competere un Paese che in alcuni tratti, come la Foggia-Napoli, continua ad avere anche per il trasporto commerciale un binario solo, lento ed obsoleto?

Con il cambio orario (dicembre 2011) Trenitalia spa ha inferto un colpo mortale al servizio notturno pugliese agendo su più fronti: ha ridotto l' offerta, con la riduzione nel numero dei collegamenti; ha ulteriormente ridotto l'offerta, con la contrazione del percorso e ha incrementato, in maniera insopportabile, il disagio nella fruizione del servizio notturno con la limitazione "territoriale" del servizio a Bologna sulla direttrice adriatica e a Roma sulla direttrice tirrenica con la conseguente necessità di cambio del treno; ha incrementato il prezzo del servizio globale per la evidente necessità di servirsi di treni AV o comunque di treni diurni più costosi; ha spesso dilatato i tempi di percorrenza per la necessità delle attese per coincidenze; ha drasticamente ridotto l'appetibilità del servizio in relazione agli orari. Solo a modo di esempio giova ricordare che nella relazione Roma/Bari/Lecce/Taranto l' ultimo treno in partenza da Roma è alle ore 17.45, poi più nulla sino al giorno dopo (unica eccezione il venerdi sera). Nella relazione diurna inversa Lecce/Bari/Roma) il primo treno diretto in arrivo a Roma è alle ore 11.24 (a eccezione in questo caso del lunedi). Per quale ragione, da rappresentanti dei cittadini pugliesi, dovremmo continuare a sostenere una politica che incrementa il prezzo del servizio globale del servizio di trasporto ferroviario, quando è proprio la nostra terra a subirne i maggiori effetti di destrutturazione?

Caro Presidente Monti e caro Ministro Passera, qui i grandi filosofi greci, inventarono e applicarono per la prima volta e sulla base di quell'equilibrio di cui parlavamo in premessa, il concetto di "buon governo". Un principio ancora molto radicato in noi che di fronte alle buone ragioni di Stato che ci hanno spinto, sinora, a sostenerla non potranno mai farci dimenticare che lo Stato sono anche i cittadini che oggi rappresentiamo e che di fronte ad un governo diseguale ci chiederanno legittimamente di essere "di parte".

Per le ragioni espresse sin qui e al fine di ridiscutere, dopo i tanti impegni disattesi dal Gruppo FS (compresa l'assenza di risposta adeguata all'interpellanza urgente 2/01314 del 12.01.2012 di tutti i deputati pugliesi – primo firmatario l'on. Ludovico Vico – ndr), il piano di investimenti e collegamenti previsti per la Puglia, chiediamo al Governo di svolgere la propria parte e ci attendiamo un incontro urgentissimo sul tema nelle prossime due settimane».